La Creazione del mondo è un mito delle origini dei Dogon del Mali. Quindi si tratta di una storia sacra trasmessa per via orale, utile anche per rinsaldare e unificare la comunità. Il mito ha la funzione primaria di descrivere come andarono i fatti all'origine della vita, quando da un caos primordiale si diffuse la vita degli esseri viventi.
Secondo la narrazione mitologica della Creazione del mondo, il creatore di tutte le cose è Amma.
La Terra è rotonda e piatta e circondata dall'acqua avvolta da un enorme serpente chiamato yuguru na che ha il compito di sostenere la terra. Un palo di ferro sovrasta la terra e sale sino ad un'altra superficie, dato che sono ben sette le terre sovrapposte verso l'alto e altre sette verso il basso, ma solo una è abitata da esseri umani, mentre le altre sono popolate o da esseri con la coda (inne dullogu anna) o da esseri con le corna (inne kekegu anna) più cattivi degli umani. Ogni disco terrestre è illuminato da un Sole ed è immancabile la presenza della Luna. L'acqua che circonda la terra produce la pioggia.
Il sommo Amma ha creato anche gli antenati degli uomini, i geni Yéban che si sono insediati sui massi e i geni Gyinou che sono stati collocati sui grandi alberi.
Amma ha creato prima la donna dal nome Adama a cui ha dato successivamente un marito chiamato Sana ed insieme hanno partorito un maschio ed una femmina che hanno avuto un rapporto incestuoso dal quale è nato un figlio. In quell'epoca le donne comandavano, e gli esseri erano dotati di poteri magicreverti, prevedevano l'avvenire ed erano immortali.
Curioso era il rapporto con i serpenti che si avvicinavano alle case degli umani per trovare il cibo e ricevevano una buona accoglienza. Dopo un po' di tempo ai serpenti spuntavano gambe, braccia e una testa e si trasformavano in Yéban.
https://it.wikipedia.org/wiki/Creazione_del_mondo_(Dogon)
Secondo la narrazione mitologica della Creazione del mondo, il creatore di tutte le cose è Amma.
La Terra è rotonda e piatta e circondata dall'acqua avvolta da un enorme serpente chiamato yuguru na che ha il compito di sostenere la terra. Un palo di ferro sovrasta la terra e sale sino ad un'altra superficie, dato che sono ben sette le terre sovrapposte verso l'alto e altre sette verso il basso, ma solo una è abitata da esseri umani, mentre le altre sono popolate o da esseri con la coda (inne dullogu anna) o da esseri con le corna (inne kekegu anna) più cattivi degli umani. Ogni disco terrestre è illuminato da un Sole ed è immancabile la presenza della Luna. L'acqua che circonda la terra produce la pioggia.
Il sommo Amma ha creato anche gli antenati degli uomini, i geni Yéban che si sono insediati sui massi e i geni Gyinou che sono stati collocati sui grandi alberi.
Amma ha creato prima la donna dal nome Adama a cui ha dato successivamente un marito chiamato Sana ed insieme hanno partorito un maschio ed una femmina che hanno avuto un rapporto incestuoso dal quale è nato un figlio. In quell'epoca le donne comandavano, e gli esseri erano dotati di poteri magicreverti, prevedevano l'avvenire ed erano immortali.
Curioso era il rapporto con i serpenti che si avvicinavano alle case degli umani per trovare il cibo e ricevevano una buona accoglienza. Dopo un po' di tempo ai serpenti spuntavano gambe, braccia e una testa e si trasformavano in Yéban.
https://it.wikipedia.org/wiki/Creazione_del_mondo_(Dogon)
Wikipedia
Creazione del mondo (Dogon)
La Creazione del mondo è un mito delle origini dei Dogon del Mali. Quindi si tratta di una storia sacra trasmessa per via orale, utile anche per rinsaldare e unificare la comunità. Il mito ha la funzione primaria di descrivere come andarono i fatti all'origine…
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“Sappiamo cosa è successo a coloro che hanno incontrato per caso il Grande Dio Pan, e coloro che sono saggi sanno che tutti i simboli sono simboli di qualcosa, non di niente. Era, in effetti, un simbolo squisito sotto il quale gli uomini molto tempo fa velarono la loro conoscenza delle forze più terribili e segrete che giacciono nel cuore di tutte le cose; forze di fronte alle quali le anime degli uomini devono appassire, morire e annerire, come i loro corpi anneriscono sotto la corrente elettrica. Tali forze non possono essere nominate, non possono essere pronunciate, non possono essere immaginate se non sotto un velo e un simbolo, un simbolo che per la maggior parte di noi appare una bizzarra, poetica fantasia, per alcuni un racconto sciocco. Ma tu e io, in ogni caso, abbiamo conosciuto qualcosa del terrore che può dimorare nel luogo segreto della vita, manifestato sotto la carne umana; ciò che è senza forma assume una forma per sé.”
Arthur Machen, Il Grande Dio Pan
Arthur Machen, Il Grande Dio Pan
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Nel vuoto insensato il demone mi portò,
Oltre i grappoli luminosi dello spazio infinito,
Finché davanti a me non ci furono né il tempo né la materia,
Ma solo il Caos, senza forma o luogo,
Lì il grande Signore del Tutto nelle tenebre mormorava
Cose che aveva sognato ma non capiva,
Mentre intorno a lui svolazzavano informi cose-pipistrello
In vortici idioti che i fiotti raggi illuminavano.
Danzavano follemente al lamento alto e stridulo
Di un flauto spezzato, stretto da zampe mostruose,
Da cui fluivano le insensate ondate le cui combinazioni casuali
Davano ad ogni fragile cosmo la propria legge eterna.
H.P.L. - "Azathoth"(I funghi di Yuggoth)
Oltre i grappoli luminosi dello spazio infinito,
Finché davanti a me non ci furono né il tempo né la materia,
Ma solo il Caos, senza forma o luogo,
Lì il grande Signore del Tutto nelle tenebre mormorava
Cose che aveva sognato ma non capiva,
Mentre intorno a lui svolazzavano informi cose-pipistrello
In vortici idioti che i fiotti raggi illuminavano.
Danzavano follemente al lamento alto e stridulo
Di un flauto spezzato, stretto da zampe mostruose,
Da cui fluivano le insensate ondate le cui combinazioni casuali
Davano ad ogni fragile cosmo la propria legge eterna.
H.P.L. - "Azathoth"(I funghi di Yuggoth)
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"Le società arcaiche concepiscono il mondo circostante come un microcosmo. Ai limiti di questo mondo chiuso comincia l' ambito dell' ignoto, del non formato. Da una parte c'è lo spazio cosmicizzato, in quanto abitato, organizzato, dall' altra, all' esterno di questo spazio familiare, si estende la regione sconosciuta e temibile dei demoni, delle larve, dei morti, degli stranieri; in una parola, il caos, la morte, la notte, la regressione al preformato, allo stato indifferenziato che precedeva la cosmogonia"
M. Eliade, "Immagini e Simboli"
M. Eliade, "Immagini e Simboli"
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"...nello spazio smisurato del sovrasensibile per noi avvolto da tenebre profonde. Se togliamo il soggetto, o anche soltanto la struttura soggettiva dei nostri sensi in generale, allora scompaiono non solo la natura e i rapporti degli oggetti nello spazio e nel tempo, ma anche lo spazio e il tempo stessi. Ciò che probabilmente è il carattere degli oggetti considerati come cose in sé e senza riferimento alla recettività della nostra sensibilità lo ignoriamo del tutto. Non sappiamo niente di più oltre il nostro procedimento personale di percepirli, che, pur essendo pertinente ad ogni essere animato, è tale per la razza umana. La differenza tra una rappresentazione confusa e una chiara è puramente logica e non ha nulla a che fare con il contenuto. Appena prescindiamo dalla nostra natura soggettiva, non si trova più, né può trovarsi, l' oggetto rappresentato come proprietà che gli attribuiva l' intuizione sensibile, poiché appunto questa natura soggettiva determina la forma di esso come fenomeno"
I. Kant, Critica della ragion pura
I. Kant, Critica della ragion pura
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Nulla esisteva; né il cielo luminoso,
Né l’immensa volta celeste al di sopra delle nostre teste,
Che cosa vi era per coprire tutto? Per tutto proteggere?
Per tutto celare?
Era forse l’abisso insondabile delle acque?
Non esisteva morte - eppure niente era immortale;
Nessun limite fra il giorno e la notte;
L’Uno solo respirava senza Soffio di per Sé stesso;
Dopo, nient’altro vi fu all’infuori di Lui.
Regnavano le Tenebre e tutto al principio era velato,
In un’oscurità profonda - oceano senza luce.
Il germe che dormiva ancora nel suo involucro
Sbocciò, come natura una, sotto l’influenza del calore ardente.
Chi conosce il segreto? Chi l’ha qui proclamato?
Donde è sorta questa creazione multiforme?
Gli Dei stessi vennero più tardi in esistenza.
Chi sa donde è sorta questa immensa creazione?
Chi conosce ciò che le ha dato origine?
Se la Sua volontà creò o rimase muta,
Il più Alto Veggente che è nei cieli
Lo saprà - o forse non lo sa.
Spingendo lo sguardo nell’eternità
Prima della fondazione del mondo,
Tu eri. E quando la fiamma sotterranea
Spezzerà la sua prigione e distruggerà la forma,
Tu sarai ancor come eri prima
E non conoscerai cambiamento quando il tempo non sarà più.
O pensiero senza fine, divina eternità.
Rig Veda
Né l’immensa volta celeste al di sopra delle nostre teste,
Che cosa vi era per coprire tutto? Per tutto proteggere?
Per tutto celare?
Era forse l’abisso insondabile delle acque?
Non esisteva morte - eppure niente era immortale;
Nessun limite fra il giorno e la notte;
L’Uno solo respirava senza Soffio di per Sé stesso;
Dopo, nient’altro vi fu all’infuori di Lui.
Regnavano le Tenebre e tutto al principio era velato,
In un’oscurità profonda - oceano senza luce.
Il germe che dormiva ancora nel suo involucro
Sbocciò, come natura una, sotto l’influenza del calore ardente.
Chi conosce il segreto? Chi l’ha qui proclamato?
Donde è sorta questa creazione multiforme?
Gli Dei stessi vennero più tardi in esistenza.
Chi sa donde è sorta questa immensa creazione?
Chi conosce ciò che le ha dato origine?
Se la Sua volontà creò o rimase muta,
Il più Alto Veggente che è nei cieli
Lo saprà - o forse non lo sa.
Spingendo lo sguardo nell’eternità
Prima della fondazione del mondo,
Tu eri. E quando la fiamma sotterranea
Spezzerà la sua prigione e distruggerà la forma,
Tu sarai ancor come eri prima
E non conoscerai cambiamento quando il tempo non sarà più.
O pensiero senza fine, divina eternità.
Rig Veda
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"Potremmo partire da una classificazione del simbolo. Anzitutto, l’aspetto concreto (sensibile, immaginato, figurato, ecc.) del significante; poi il suo aspetto ottimale: è il migliore per evocare (far conoscere, suggerire, epifanizzare) il significato. Infine, quest’ultimo è qualcosa di impossibile da percepire (vedere, immaginare, comprendere) direttamente o in altro modo.
Detto altrimenti, il simbolo è un sistema di conoscenza indiretta, dove il significato e il significante annullano più o meno la frattura. Il simbolo è un caso limite della conoscenza indiretta, dove, paradossalmente, quest’ultima tende a diventare diretta, ma su un altro piano rispetto a quello del segnale biologico o del discorso logico. La sua immediatezza riguarda il piano della gnosis, come in un movimento asintotico.
Da ciò si capisce quale uso privilegiato del simbolo facciano tutte le mistiche e le vie d’illuminazione. Ciò che noi antropologi chiamiamo "simbolo" non è affatto il famoso segno di riconoscimento per le due metà di un oggetto frammentato. Al simbolo si chiede tutt’altra cosa rispetto al meccanismo univoco del symbolon; vale a dire che, al di là del dominio della comunicazione, deve farci accedere al dominio dell’espressione."
G. Durand, Universo simbolico
Art: theycallme.six on Instagram
Detto altrimenti, il simbolo è un sistema di conoscenza indiretta, dove il significato e il significante annullano più o meno la frattura. Il simbolo è un caso limite della conoscenza indiretta, dove, paradossalmente, quest’ultima tende a diventare diretta, ma su un altro piano rispetto a quello del segnale biologico o del discorso logico. La sua immediatezza riguarda il piano della gnosis, come in un movimento asintotico.
Da ciò si capisce quale uso privilegiato del simbolo facciano tutte le mistiche e le vie d’illuminazione. Ciò che noi antropologi chiamiamo "simbolo" non è affatto il famoso segno di riconoscimento per le due metà di un oggetto frammentato. Al simbolo si chiede tutt’altra cosa rispetto al meccanismo univoco del symbolon; vale a dire che, al di là del dominio della comunicazione, deve farci accedere al dominio dell’espressione."
G. Durand, Universo simbolico
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"Ci recammo poi in una chiesa cattolica, nella quale si era appena concluso il 'servizio divino' (che parola orribile!); destava in me delle strane sensazioni osservare una moltitudine di poveretti che, per abitudine o per ostinato convincimento, muovono meccanicamente il loro corpo e le loro arti in vuoti cerimoniali, come se venissero tirati per i fili come marionette; e tuttavia, mi sembrava d'altra parte così difficile individuare un confine tra cerimoniale insignificante e quello significativo. La religione presenta davvero così tanti aspetti belli e capaci di elevare l'animo. Ora, però, essa (come d'altronde fa l'intera religione cristiana) soffoca ogni forza spirituale, ogni anelito di sublime elevazione, rende avvezzi alla schiavitù ed è la detestabile serva del dispotismo, invece di elevarla e nobilitarla, come avrebbe dovuto"
W. H. Wackenroder, Lettera a Sophie Tieck, 3/ 5/1793
W. H. Wackenroder, Lettera a Sophie Tieck, 3/ 5/1793
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Questa è un'immagine artistica di un buco nero supermassiccio in fuga che è stato espulso dalla sua galassia ospite a seguito di una lotta tra esso e altri due buchi neri. Mentre il buco nero solca lo spazio intergalattico, comprime il gas tenue di fronte a sé. Ciò precipita la nascita di stelle blu calde. Questa illustrazione si basa sulle osservazioni del telescopio spaziale Hubble di una "scia" di stelle lunga 200.000 anni luce dietro un buco nero in fuga.
https://hubblesite.org/contents/news-releases/2023/news-2023-010
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"Vi sono due modi per ascendere al cielo. Attraverso la scala del dio Ra, oppure trasformandosi in uccello, il falco Horus o una creatura composta mezzo falco e mezza anatra. Tale trasformazione sembra avere un significato metaforico: 'mi sono librato in cielo come un airone, ho sfiorato il cielo come un falco, ho raggiunto il cielo come una locusta'. L'ascesa avviene generalmente in una 'corrente infuocata' o con un terremoto. Il faraone diventa un lampo di luce nell'aldilà. Il testo seguente è una magnifica sintesi di temi diversi: 'il cielo tuona, la terra trema, Geb, il dio della terra, freme, i due domini del dio rimbombano, la terra è completamente spaccata, io ascendo al cielo attraverso il firmamento di ferro. Le mie ali piumate sono quelle di un grande uccello'. Durante la sua ascensione il faraone defunto assume le sembianze di un essere cosmico, la cui testa è di avvoltoio, le cui tempie sono le stelle del cielo, il cui volto, occhi, naso, denti, ecc. sono dei. La porta viene dischiusa, il faraone raggiunge l'aldilà e si trasforma nel dio coccodrillo Sobek. Molte delle azioni compiute nell'aldilà hanno scopi magici. Il re rinasce da un avvoltoio o dalla grande vacca sacra, si bagna nel profumato umore di Osiride o nel campo dei giunchi, in tal mondo diventa imperituro e le sue ossa si trasformano in ferro, diventa uno spirito o una stella, per appropriarsi di tutto il potere magico possibile egli riconcorre gli dei e li mangia, mangia la loro magia e ingoia i loro spiriti, inghiotte l'intelligenza di ogni dio. Un intera categoria di testi, alcuni detti 'Testi del traghettatore' descrivono il modo in cui il faraone attraversa il fiume della morte, ed è traghettato oltre il cielo, e giunge a Ra navigando tra i giunchi del cielo"
I. P. Culianu, "Fuori di questo mondo"
I. P. Culianu, "Fuori di questo mondo"
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«L’antichissimo calendario romuleo, fatto di dieci mesi (December porta ancora il nome dell’ultimo mese) e 304 giorni principiava all’equinozio di primavera nel mese di Martius, il mese dedicato al padre mitico dei gemelli Romolo e Remo, la cui madre, Rea, venne posseduta dal dio. Nei gemelli figli della deità dell’alba dell’anno (la loro stessa città d’origine era Alba), destinati a dare un nuovo assetto al kosmos/latium, scorgiamo il residuo mitico della memoria della perfezione equinoziale primordiale, adombrata anche nella foggia monumentale, come nella rocca megalitica di Alatri, la cui forma rispecchia la costellazione dei Gemelli. Lo spostamento da Alba (la città della bianca scrofa galattica, sognata da Enea o fuggita dalla sua nave) a Roma, i cui sette colli sono immagine delle Pleiadi e il cui pomerium viene tracciato con un aratro tirato da buoi, riflette il cambiamento di sede del coluro equinoziale, dai Gemelli al Toro/Pleiadi, nonostante nel Tevere (dal primitivo nome di Albula) permanga un collegamento con il fiume galattico. È stata avanzata l’ipotesi, invero suggestiva, secondo cui l’esilio di Ovidio fu dovuto non a un imprecisato scandalo privato ma alla rivelazione del nome segreto di Roma: Maia. Ora, Maia era una delle Pleiadi. Nei Fasti, opera che si interrompe bruscamente al libro VI, il poeta avrebbe fatto un’allusione decisiva al nome segreto, infrangendo il tabù. Soffermandosi sulla spiegazione etimologica del nome del mese di Maius, a un certo punto (unicum assoluto fra gli autori classici) egli sembra mettere in relazione la fondazione di Roma con la costellazione delle Pleiadi, quarum Maia suas forma superasse sorores / traditur et summo concubuisse Iovi. Subito dopo prende in esame il primo giorno del mese (Kalendae Maiae), nominando i Lari e la Bona Dea, il cui vero nome, come noto, non doveva mai essere pronunciato. Una conferma dell’identificazione della Bona Dea con Maia viene da Macrobio, che rifacendosi a sua volta all’insigne giurista Labeone, dice che a Maia venne dedicato un tempio alle Kalendae Maiae, sub nomine Bonae Deae = “sotto il nome di Bona Dea”. Lo stesso Cicerone, quando elenca le Pleiadi, si riferisce a Maia come sanctissima Maia. La disposizione dei colli di Roma (Septimontium), secondo il canonico principio del rispecchiamento uranografico, è la stessa della Pleiadi, e Maia, in posizione preminente, sarebbe riflessa nel Palatino, il cui nome viene da PALA = “rotondità (del terreno)”, tema preindoeuropeo (G. Devoto). Si darà conto in seguito del rapporto tra la collina, la testa e l’astro. Il Palatino venne circondato da Romolo con il pomerium quadrato, tracciato con i buoi, e vi si trovava la località ad capita Bubula = “nei pressi delle teste bovine”, luogo di nascita dello stesso Augusto. A Maia si usava sacrificare una scrofa gravida, ritualità che ci riporta ad Alba, città della bianca scrofa gravida di trenta porcellini, e che si riconnette idealmente al sole equinoziale/galattico delle origini. Sul Mons Albanus poi, in un ideale incrocio cosmico-simbolico, sarebbe stato sacrificato un bianco toro a Iuppiter Latiaris. Il sacrificio ha sempre una valenza ripristinatoria. Traslata in ere successive, la simbologia antecedente sopravvive a lungo al riadattamento e solo un evento drastico (in tal caso simboleggiato dall’uccisione di Remo) impone la cesura. Lo slittamento retrogrado del sole equinoziale, e di conseguenza dell’inizio dell’anno, comportò la necessità di riforma calendariale secondo una prospettiva solstiziale, sebbene a questa fosse intrinseca una tensione verso lo squilibrio e il dislivello che aveva bisogno di essere annullata, per mezzo dei riti dei Saturnalia e dei Lupercalia su tutti. La riforma di Numa aggiunse due mesi, facendo precedere Martius da Ianuarius e Februarius, con inizio dell’anno retrocesso al solstizio d’inverno sotto l’egida del dio delle porte, Ianus.»
- Andrea Casella, "La Macchina del Tempo. Saggio sulla Cosmoteologia Arcaica", AXIS mundi Edizioni 2023, cap. IV
- Andrea Casella, "La Macchina del Tempo. Saggio sulla Cosmoteologia Arcaica", AXIS mundi Edizioni 2023, cap. IV
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"Il Potere del Sole Nero: Trasformazione Profonda e Saggezza Nascosta" è un'esplorazione intrigante del simbolismo alchemico del Sole Nero e del suo impatto sulla crescita spirituale e personale. Attraverso questo video, immergiti in un viaggio che attraversa antiche tradizioni alchemiche, psicologia analitica di Carl Jung e mitologia per scoprire come l'oscurità interna non sia un ostacolo, ma una porta verso un'autentica trasformazione dell'essere. Esaminiamo come affrontare e integrare l'ombra possa illuminare il cammino verso l'individuazione, portando a una maggiore autenticità, pace interiore e una comprensione più profonda di sé e del proprio ruolo nel mondo. Preparati a scoprire le potenzialità nascoste nell'oscurità e come, paradossalmente, sia essenziale per il nostro percorso di evoluzione spirituale.
https://www.youtube.com/watch?v=asTo0uylQl0
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YouTube
Scopri i Segreti dell'Alchimia Oscura e della Rinascita! Il Sole Nero!
#esoterismoexplorato #solenero #esoterismo #alchimiaInteriore #MetamorfosiPersonale #alchimia #trasformazionepersonale #saggezzaermetica
Scopri i Segreti dell'Alchimia Oscura e della Rinascita! Il Sole Nero! | Trasformazione Profonda e Saggezza Nascosta…
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"Le sento più vicine le sacre sinfonie del tempo con una idea: che siamo esseri immortali
caduti nelle tenebre, destinati a errare;
nei secoli dei secoli, fino a completa guarigione.
Guardando l'orizzonte, un'aria di infinito mi commuove;
anche se a volte, le insidie di energie lunari, specialmente al buio mi fanno vivere nell'apparente inutilità nella totale confusione.
... Che siamo angeli caduti in terra dall'eterno
senza più memoria: per secoli, per secoli,
fino a completa guarigione."
Franco Battiato (Le sacre sinfonie del tempo)
caduti nelle tenebre, destinati a errare;
nei secoli dei secoli, fino a completa guarigione.
Guardando l'orizzonte, un'aria di infinito mi commuove;
anche se a volte, le insidie di energie lunari, specialmente al buio mi fanno vivere nell'apparente inutilità nella totale confusione.
... Che siamo angeli caduti in terra dall'eterno
senza più memoria: per secoli, per secoli,
fino a completa guarigione."
Franco Battiato (Le sacre sinfonie del tempo)
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"... Una pluralità di mondi mostra l'uomo non essere unico, come non è unica la sua collocazione, il moto e il destino della terra, ed apre un immenso campo di riflessioni, sopra l'infinità delle creature che secondo tutte le leggi d'analogia debbono abitare gli altri globi.
... Quando egli considerando la pluralità de' mondi, si sente essere infinitesima parte d'un globo ch'è minima parte d'uno degli infiniti sistemi, e in questa considerazione stupisce della sua piccolezza, e profondamente sentendola e intimamente riguardandola, si confonde quasi col nulla, e perde quasi se stesso nel pensiero della immensità delle cose, e si trova come smarrito nella vastità incomprensibile; allora con questo atto e con questo pensiero egli dà la maggior prova possibile della sua nobiltà, della forza e dell' immensa capacità della sua mente, la quale, rinchiusa in sì piccolo e menomo essere, è potuta pervenire e conoscere e intender cose tanto superiori alla natura di lui"
G. Leopardi, Zibaldone (1820, 1823)
... Quando egli considerando la pluralità de' mondi, si sente essere infinitesima parte d'un globo ch'è minima parte d'uno degli infiniti sistemi, e in questa considerazione stupisce della sua piccolezza, e profondamente sentendola e intimamente riguardandola, si confonde quasi col nulla, e perde quasi se stesso nel pensiero della immensità delle cose, e si trova come smarrito nella vastità incomprensibile; allora con questo atto e con questo pensiero egli dà la maggior prova possibile della sua nobiltà, della forza e dell' immensa capacità della sua mente, la quale, rinchiusa in sì piccolo e menomo essere, è potuta pervenire e conoscere e intender cose tanto superiori alla natura di lui"
G. Leopardi, Zibaldone (1820, 1823)
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O stella, perché piangi? Tu non sei | più lontana di quanto sian lontani | l'uno dall'altro i cuori sulla terra: | ché forse, come Sirio m'è lontana, | così mi son lontani tutti gli altri | esseri del mondo. || Oh, amicizie e amore! Strade | dall'anima all'anima! Anche tra noi | l'uno all'altro inviamo i malinconici | raggi delle pupille, e pur tra noi | freddo e vuoto l'immenso si distende.
- Árpád Tóth
- Árpád Tóth
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