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Madre fa vedere solo cartoni degli anni ’90 ai figli per una settimana: “Sorpresa dai loro miglioramenti”
Una mamma americana ha fatto guardare ai suoi quattro figli solo cartoni anni ’90 per una settimana, riscontrando subito inasepttati effetti positivi: meno capricci, più interazioni tra fratelli e maggiore propositività nel gioco

Un altro effetto positivo notato dalla mamma è stato il cambiamento nel rapporto con lo schermo: niente più insistenze per vedere "ancora un episodio" e soprattutto meno crisi al termine del tempo concesso. I bambini, racconta, sembravano meno incollati allo schermo e più inclini a interagire tra loro anche mentre il cartone era in onda. E non perché i cartoni non fossero di loro gradimento. La differenza, secondo Ariel, risiede infatti proprio nella natura dei vecchi programmi, costruiti per intrattenere senza sopraffare, con narrazioni semplici e uno stile visivo meno aggressivo.

Secondo i ricercatori, bastano appena nove minuti di un cartone animato con ritmi accelerati per compromettere temporaneamente le funzioni esecutive dei bambini di quattro anni come concentrazione, autocontrollo e capacità di risolvere problemi. Prodotti dai ritmi meno serrati e con stili narrativi più "soft" possono dunque intrattenere i bimbi pur senza inibirne ogni altra facoltà.
https://www.fanpage.it/wamily/madre-fa-vedere-solo-cartoni-degli-anni-90-ai-figli-per-una-settimana-sorpresa-dai-loro-miglioramenti/
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“Li vedete? È il minimo di trattamento per questi. E resta ancora una cosa da fare: giustiziarli”.

Il ministro della Sicurezza nazionale israeliano di estrema destra Itamar Ben-Gvir in piedi davanti a una fila di detenuti palestinesi sdraiati a faccia in giù con le mani legate dietro la schiena, incita all’esecuzione sommaria dei prigionieri.

Uno dei prigionieri trema visibilmente e mormora: “Non voglio morire”.

Non è la prima volta che il ministro israeliano appare in video umiliando i prigionieri palestinesi e minacciandoli di morte.

Ed è proprio su pressioni di Ben Gvir che il parlamento israeliano voterà a giorni un disegno di legge che consentirebbe l’esecuzione di prigionieri palestinesi.

Il 28 settembre scorso la Commissione per la sicurezza nazionale del Parlamento israeliano ha approvato in prima lettura il progetto di legge.
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Nel commentare su X la disputa tra il senatore italiano Carlo Calenda e il professor Jeffrey Sachs, lei ha scritto: «I politici che diffondono propaganda su Maidan non si curano della verità o dell’Ucraina». Lei è d’accordo con gli argomenti avanzati da Sachs in quel dibattito?

Nel mio libro ho scritto che «Jeffrey Sachs, un economista americano di fama mondiale invitato a servire come consulente economico per il nuovo primo ministro Arsenii Yatseniuk subito dopo il rovesciamento del governo Yanukovych, ha dichiarato che il governo USA “ha decisamente contribuito al rovesciamento di Yanukovych… Lo so dall’interno, non solo dall’esterno. Lo so da persone di alto livello coinvolte in queste questioni”.

“La sentenza del processo sul massacro del Maidan in Ucraina nell’ottobre 2023 ha confermato che molti attivisti del Maidan sono stati uccisi e feriti, e che giornalisti della BBC e di ARD sono stati colpiti non dalla Berkut o da altre forze dell’ordine, ma da cecchini nell’Hotel Ukraina e in altre località controllate dal Maidan, che questo hotel era controllato da attivisti del Maidan, inclusa una compagnia di cecchini del Maidan legata all’estrema destra, che agenti russi non erano coinvolti nel massacro, che non c’erano ordini di massacro dal presidente Yanukovych e dai suoi capi della polizia e dei servizi di sicurezza, e che il Maidan all’epoca era una ribellione armata, che coinvolgeva il massacro della Berkut e delle Truppe Interne.

Segue...

https://it.insideover.com/guerra/ivan-katchanovski-maidan-la-sentenza-del-tribunale-ucraino-dice-che-i-cecchini-spararono-dagli-edifici-dei-manifestanti.html

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Jeffrey Epstein e il Mossad: l’inedito ruolo del finanziere in Siria e Russia per conto di Israele
Di Roberto Vivaldelli

Nuove e-mail trapelate avvalorano la tesi che sostiene il profondo legame tra Israele e Jeffrey Epstein, il finanziere accusato di crimini sessuali morto in carcere per un apparente suicidio presso il Metropolitan Correctional Center di New York il 10 agosto 2019. Un’inchiesta basata su migliaia di email private dell’ex Primo Ministro israeliano Ehud Barak rivela il ruolo cruciale e inedito di Jeffrey Epstein come architetto di una diplomazia segreta tra Israele e la Russia di Vladimir Putin.

L’obiettivo principale era convincere la Russia ad abbandonare il suo alleato, il presidente siriano Bashar al-Assad, e sostenere una sua “uscita di scena graceful”, come riportano le mail.
Il lavoro di Epstein culminò in un incontro privato tra Barak e Putin a San Pietroburgo nel giugno 2013, organizzato sotto la copertura di un forum economico. Per preparare il terreno, i due uomini lavorarono a stretto giro su un editoriale che Barak avrebbe dovuto pubblicare su un grande giornale americano.

La bozza, intitolata “Il Cremlino detiene le Chiavi”, esortava Russia e Stati Uniti a trovare una soluzione negoziata che al fine di rimuovere Assad, importante alleato di Teheran nella regione. Epstein revisionò personalmente il testo, rendendolo più aggressivo e aggiungendo un’esplicita difesa degli interessi israeliani: “Israele non può semplicemente aspettare che sia troppo tardi”. L’articolo, rifiutato dal New York Times e dal Wall Street Journal, fu poi pubblicato in forma meno incisiva sul Telegraph.

Le rivelazioni mostrano anche che l’agenda di Epstein e Barak andava oltre la Siria. In una mail dell’agosto 2013 Epstein spinse Barak a scrivere un editoriale che criticasse la politica americana di attesa, augurandosi che il Congresso approvasse non solo le bombe sulla Siria, ma “ottenesse l’autorizzazione ora per l’Iran”. L’obiettivo era chiaramente sabotare i negoziati sul nucleare iraniano dell’amministrazione Obama, considerati una minaccia da Israele. Esptein agiva come un “falco”.

L’ipotesi che Epstein fosse legato a servizi segreti, in particolare al Mossad, non è nuova. Una delle testimonianze più significative in tal senso proviene da Ari Ben-Menashe, ex agente dell’intelligence israeliana, che nel 2020, in un’intervista a RT International, ha dichiarato che sia Epstein sia Robert Maxwell, padre di Ghislaine Maxwell, erano agenti del Mossad.

Secondo Ben-Menashe, Epstein gestiva un’operazione di raccolta di informazioni e ricatto, utilizzando le sue dimore piene di telecamere nascoste per compromettere personaggi potenti. Maxwell, magnate dei media britannico morto in circostanze misteriose nel 1991, avrebbe introdotto Epstein nei circoli dell’intelligence israeliana, creando una rete di relazioni che coinvolgeva figure di alto profilo, tra cui l’ex primo ministro israeliano Ehud Barak e persino il principe Andrea d’Inghilterra.

https://it.insideover.com/politica/jeffrey-epstein-e-il-mossad-linedito-ruolo-del-finanziere-in-siria-e-russia-per-conto-di-israele.html

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Se qualcuno crede che un eventuale (e molto probabile a questo punto) attacco USA al Venezuela sia legato alla lotta al narcotraffico, o ha seri problemi cognitivi, oppure è semplicemente un mero "propagandista", non diverso da quelli che credevano/affermavano che l'aggressione all'Iraq fosse legata alla presenza di al-Qaeda o alle armi di distruzione di massa di Baghdad. Se gli USA volessero davvero combattere il narcotraffico dovrebbero bombardare dal Messico fino all'Argentina. Senza considerare il fatto che la CIA ha spesso utilizzato lo stesso narcotraffico, e milizie ad esso collegate, per contrastare la guerriglia "comunista" (che, a sua volta, l'ha utilizzato come strumento di finanziamento) negli '70, '80 e '90. L'attuale processo di destabilizzazione del Venezuela (probabilmente, l'operazione si concluderà con attacchi mirati più azioni interne di nuclei armati e compagnie militari private - un qualcosa già tentato con l'operazione "Gedeone" del 2019/2020, sebbene questa volta il dispiegamento di forze è decisamente più robusto) è maggiormente legato alla piena applicazione di una rinnovata "Dottrina Monroe". Gli Stati Uniti non possono consentire che il Paese con le più ampie riserve petrolifere al mondo, all'interno del loro "patio trasero", finisca nelle mani di compagnie cinesi, russe o (peggio ancora) iraniane. Dopotutto, l'aggressione all'Iraq arrivò proprio per impedire che compagnie europee (francesi e tedesche in particolare) ottenessero un eccessivo peso specifico nell'industria petrolifera irachena (tra l'altro, Saddam aveva optato per utilizzare l'euro al posto del dollaro nelle transazioni petrolifere).
Detto ciò, se qualcuno volesse argomentare con un "ma Maduro...", ho già scritto sull'argomento in due articoli comparsi sul sito informatico di "Eurasia. Rivista di studi geopolitici" dal titolo "Scontro aperto USA-Venezuela" e "Il Nobel per la pace è una dichiarazione di guerra". Aggiungo che chi pensa che la signora Machado (ben conosciuta in Venezuela) possa essere meglio di Maduro, ha altrettanto seri problemi cognitivi. Ancora, la fine di questo "regime" non significherebbe affatto la fine del (presunto) ruolo dei narcos all'interno del Paese. Anzi.

Daniele Perra

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GUARDATELI BENE, guardate che belli che sono.
Ma il refrain non era “dove c’è amore c’è famiglia?”
E allora perchè questa la si vuole distruggere? Il fatto che non si siano voluti omologare al nostro sistema di dis/valori, alienazione e consumo, il fatto che vogliano essere liberi dai condizionamenti/indottrinamenti a/morali del nostro stato fa così paura alla società? Essa si sente quindi umiliata da chi la rifiuta tanto da doverli cancellare?
Sono domande che mi faccio, perchè così tanta acredine e violenza non me la spiego.
Come sono belli nella loro semplicità. Sono uniti, si vogliono bene, si prendono cura dei loro figli e li amano. Passano con loro la maggior parte del tempo, a differenza di altri. Li educano. Non sono abbandonati su dei tablet. Prendono l’acqua dal pozzo, si riscaldano con la legna. Hanno dei pannelli solari per la corrente. Come vivevano i nostri nonni? È illegale non avere un contratto con l’Enel?
Se la vita è amore e contatto con la natura, mi chiedo cosa sbaglino.
Dico già che se manderanno i carabinieri per prendergli i figli, andrò nel bosco per difenderli, a costo di farmi arrestare. Spero che altri vengano con me.

Giovanni Favia

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ROBERT INLAKESH - IL "DIRITTO ALLO STUPRO" DI ISRAELE: UN VIDEO TRAPELATO INDAGATO E BOLLATO COME "CALUNNIA"

È emerso un video trapelato che mostra soldati israeliani che aggrediscono sessualmente un detenuto palestinese di Gaza.
Di Robert Inlakesh - 31 ottobre 2025
Il video trapelato dello stupro di gruppo di un ostaggio palestinese nel centro di detenzione di Sde Teiman ha fatto infuriare gli israeliani.
Gli israeliani sono, ancora una volta, furiosi per il famigerato stupro di gruppo di un ostaggio palestinese nel Campo di Concentramento di Sde Teiman, ma non contro gli stupratori stessi. Chiedono invece che i responsabili della diffusione del video vengano perseguiti.
Il 29 luglio 2024, dieci soldati israeliani dell'Unità 100 sarebbero stati coinvolti in un brutale stupro di gruppo ai danni di un ostaggio palestinese, trattenuto senza accuse nel centro di detenzione di Sde Teiman. L'indignazione è immediatamente esplosa nella società israeliana quando i soldati sono stati successivamente arrestati dalle autorità competenti, ma non per i motivi che ci si aspetterebbe.
Invece di una protesta pubblica israeliana che condannasse l'incidente, migliaia di manifestanti israeliani, accompagnati da funzionari eletti, hanno fatto irruzione nelle strutture militari, hanno manifestato fuori dal carcere dove erano detenuti i dieci soldati e hanno rivendicato il diritto di stuprare i detenuti palestinesi.
Il Ministro della Sicurezza israeliano, Itamar Ben-Gvir, ha definito gli stupratori di gruppo "eroi" e ha sostenuto che qualsiasi azione è ammissibile contro i detenuti palestinesi. Il rappresentante eletto del Partito Likud, Hanoch Milwidsky, ha persino difeso con passione lo stupro di palestinesi con un bastone, semplicemente accusandoli di essere combattenti di Hamas.
Durante un acceso dibattito alla Knesset israeliana, il parlamentare Ahmad Tibi, del Partito Ta'al, ha chiesto: "Inserire un bastoncino nel retto di una persona è legittimo?", al che Milwidsky ha risposto: "Sì! Se è un Nukhba*, tutto è legittimo!". (*forze speciali delle Brigate Al-Qassam, l'ala militare di Hamas).

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Catherine Birmingham, australiana di 45 anni, e il marito inglese Nathan Trevallion, 51, vivono con i tre figli, una di otto e due gemelli di sei anni, in un'ex casa colonica circondati da animali e silenzio, a pochi chilometri dal mare di Vasto, in provincia di Chieti e difendono la loro scelta di vita.

Dopo i sopralluoghi, la Procura dei minori ha chiesto la sospensione della potestà e l'affidamento temporaneo dei tre bambini, parlando di "grave pregiudizio" per la loro crescita. La decisione finale spetta ora al giudice dell'Aquila. Per il momento, i piccoli restano con i genitori, sotto osservazione. "Non si tratta di un caso di violenza o degrado - spiega l’avvocato Giovanni Angelucci, che difende la coppia - ma di una famiglia economicamente indipendente che ha scelto uno stile di vita alternativo, spinta da un ideale di libertà e rispetto per la natura".

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Donald Trump: "Se il governo nigeriano continuerà a permettere l'uccisione di cristiani, gli Stati Uniti interromperanno immediatamente tutti gli aiuti e l'assistenza alla Nigeria e potrebbero benissimo entrare in quel paese ormai caduto in disgrazia, "con le armi spianate", per annientare completamente i terroristi islamici che stanno commettendo queste orribili atrocità. Con la presente, ordino al nostro Dipartimento della Guerra di prepararsi a un'eventuale azione. Se attaccheremo, sarà rapido, feroce e dolce, proprio come i criminali terroristi attaccano i nostri AMATI cristiani! ATTENZIONE: GOVERNO NIGERIANO, È MEGLIO AGIRE VELOCEMENTE!".

La risposta del Segretario alla guerra Hegseth: "L'uccisione di cristiani innocenti in Nigeria – e ovunque – deve cessare immediatamente. Il Dipartimento della Guerra si sta preparando all'azione. O il governo nigeriano protegge i cristiani, o uccideremo i terroristi islamici che stanno commettendo queste orribili atrocità".

Sarà una coincidenza, ma anche la Nigeria, come il Venezuela e l'Iran, galleggia su un mare di risorse fossili.
Il Nobel per l'ipocrisia, altro che quello per la pace.

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"Dove c’è lavoro per uno, accorrono in cento. Se quell’uno guadagna trenta cents, io mi contento di venticinque.
Se quello ne prende venticinque, io lo faccio per venti.
No, prendete me, io ho fame, posso farlo per quindici.
Io ho bambini, ho i bambini che han fame! io lavoro per niente; per il solo mantenimento. Li vedeste, i miei bambini! Pustole in tutto il corpo, deboli che non stanno in piedi. Mi lasciate portar via un po’ di frutta, di quella a terra, abbattuta dal vento, e mi date un po’ di carne per fare il brodo ai miei bambini, e io non chiedo altro.
E questo, per taluno, è un bene, perché fa calar le paghe mantenendo invariati i prezzi. I grandi proprietari giubilano, e fanno stampare altre migliaia di prospettini di propaganda per attirare altre ondate di straccioni. E le paghe continuano a calare, e i prezzi restano invariati.
Così tra poco riavremo finalmente la schiavitù".

(John Steinbeck, Furore, 1939)

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Le "rivelazioni" dell'intelligence come quelle di Yossi Cohen sono operazioni psicologiche strategiche. Quando l'ex capo del Mossad si vanta di aver inserito apparecchiature manipolate nelle catene di approvvigionamento a livello globale per sorveglianza, sabotaggio o terrorismo, come negli attacchi con i cercapersone esplosivi in Libano, intende modellare il comportamento e proiettare forza. Affermando che il Mossad ha inserito "apparecchiature manipolate" in "ogni paese che puoi immaginare", Cohen arma l'ambiguità: “Non puoi fidarti delle tue catene di approvvigionamento. I tuoi dispositivi potrebbero già essere compromessi.” Ciao! Siamo nel 2025 e la maggior parte dei dispositivi digitali sono strumenti di spionaggio di design.

[...] Non si tratta solo di ciò che il Mossad ha fatto, ma di controllare la narrazione su ciò che può fare. Questa narrazione stessa diventa un'arma.
Sappiamo tutti che gli sionisti hanno materiale compromettente su molti politici, intelligence utilizzabile che può danneggiare una reputazione, una carriera o la libertà se resa pubblica [vedi il materiale raccolto negli anni da Epstein]. La rete "Sayanim" del Mossad e l'Unità 8200 di cyber intelligence hanno creato un apparato globale di sorveglianza, ma non è onniveggente, è selettiva e focalizzata su obiettivi di alto valore.
Cohen sa perfettamente che ci sono limiti alla sua portata, ma proietta l'immagine del Mossad come onnipotente. Sta vendendo un marchio.

Laura Ruggeri

Noi, che siamo notoriamente dei gran furbacchioni, abbiamo appaltato la cybersecurity a questa gente qui, che si si vanta appunto di aver spiato per anni tutto e tutti e in più, abbiamo ceduto la rete telefonica fissa a KKR, un'azienda con a capo un generale USA ex direttore della CIA.
Oltre a tutto il resto.
Poi ci stupiamo se i nostri politici e i grandi industriali, sembrano tutti radiocomandati.

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Forwarded from Pino Cabras
LA POLVERE DELL’IMPERO: LA GUERRA ALLA DROGA COME ARMA DI DOMINIO
La lotta alla droga è la scusa sbandierata dagli imperialisti statunitensi per "giustificare" un'aggressione al Venezuela, una delle due casseforti petrolifere (l'altra è l'Iran) messe nel mirino da Washington & C.
Eppure sappiamo che quando invasero l'Afghanistan, usando perfino lì anche quella stessa scusa, la produzione di eroina esplose da lì in poi proprio sotto la loro protezione. Da sempre i livelli alti del grande traffico di stupefacenti sono un modo per creare immensi fondi neri che la CIA usa per operazioni sporche e per corrompere giornalisti di mezzo mondo, tutte cose da non rendicontare a nessun organo di controllo. Nel caso dell'eroina afghana, serviva anche a inondare il vicino Iran per destabilizzarlo. Ma lì, per Washington, l'impero dei due pesi e due misure, andava tutto bene.
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Forwarded from Fiore, canale pubblico.
Media e politica lavorano sulle opinioni pubbliche facendo passare situazioni prima impensabili per possibili, poi le rendono probabili, infine le fanno accadere.

Questo è il fermo immagine attuale del terzo canale della Rai.
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Forwarded from InsideOver
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"Gli attacchi statunitensi contro le navi nei Caraibi sono l'unico modo perché Maduro capisca che è tempo di andarsene".

Così il premio Nobel per la Pace María Corina Machado durante un'intervista con Bloomberg.

Da settembre 2025, l'esercito statunitense ha lanciato una serie di attacchi contro imbarcazioni nei Caraibi e nel Pacifico orientale, uccidendo almeno 65 persone e distruggendo 14 imbarcazioni e un semisommergibile. In tutti i casi gli USA hanno sostenuto, senza prove, che si trattava di narcotrafficanti.

Per Machado nel Venezuela di Maduro operano Hamas e Hezbollah.

Non c’è prova che Hezbollah abbia mai portato asset militari, armi o unità operative nel Paese latinoamericano.

Su Hamas, nessun rapporto di centri studi e analisti ha mai parlato di una presenza di Hamas in Venezuela degna di questo nome.

https://it.insideover.com/politica/da-nobel-per-la-pace-a-falco-machado-la-guerra-dei-narcos-lha-scatenata-maduro-hamas-e-hezbollah-operano-in-venezuela.html
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Forwarded from Tutti i fatti
Gratteri: "Riforma giustizia pericolosa, PM rischia di diventare organo esecutivo"

⚔️Il procuratore di Napoli Nicola Gratteri ha lanciato un allarme contro la riforma della giustizia, definendola "pericolosa" perché "allontana il pubblico ministero dalla giurisdizione equiparandolo a una parte privata". In un'intervista a Repubblica, Gratteri ha sottolineato che "la missione del PM non è risolvere un caso a tutti i costi, ma cercare la verità, anche indagando a favore del sospettato".

👀Secondo il magistrato, l'obiettivo reale della riforma sarebbe "la successiva sottoposizione del PM al potere esecutivo", minacciando così "la separazione dei poteri" voluta dai padri costituenti. Gratteri propone invece una riforma che "snellisca i tempi dei processi eliminando inutili cavilli procedurali".

@tutti_i_fatti
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Forwarded from Fiore, canale pubblico.
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Poche mani, non sorvegliate da controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora...
Ma pochissimi hanno trovato le coordinate per penetrare la realtà e comprendere i progetti dei primi.
Tra questi, Giorgio Agamben, filosofo e giurista.

È stato detto che il green pass non ha alcun significato medico ma che serve a obbligare la gente a vaccinarsi.
Io credo, invece, che si possa e che si debba dire il contrario e che cioè il vaccino sia un mezzo per costringere la gente ad avere il green pass: un dispositivo che permette di controllarla e tracciarla in un modo che non ha precedenti.


Era il 7 ottobre del 2021, e lui già vedeva tutto. In verità, sin dalle prime battute della macabra farsa.

fonte: https://youtu.be/5FDYOE2Leds?feature=shared
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Il Dollaro ed il Re Nero...

In Venezuela vanno combattuti i narcotrafficanti.
In Nigeria vanno combattuti gli islamisti che uccidono i Cristiani.
In Venezuela ed in Nigeria c'è il Re Nero.
Il Re Nero deve rientrare sotto il controllo del Dollaro, il Re americano, per rendere finalmente efficaci le sanzioni contro la Russia e l'Iran.

Guido Salerno Aletta

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Ucraina, Zelensky non ritira i soldati: c’è rischio strage a Pokrovsk
di Maurizio Boni*

Durante un incontro con la stampa avvenuto a Kiev il 28 ottobre, il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in risposta a domande sulla situazione delle truppe ucraine a Pokrovsk e Mirnograd, ha smentito qualsiasi accerchiamento. “I nostri combattenti – parola di Zelensky – non sono circondati a Pokrovsk; la situazione è difficile, ma sotto controllo”. Tuttavia, alcune testate giornalistiche non proprio filorusse, come la tedesca Berliner Zeitung o i britannici The Telegraph e, Spectator, riportano nelle loro analisi della scorsa settimana, una situazione decisamente differente. Il titolo di quest’ultimo settimanale è eloquente: “Chi salverà le truppe ucraine a Pokrovsk?” Dove l’autore supplica le autorità ucraine di salvare le truppe lì, piuttosto che lasciarle massacrare come negli accerchiamenti passati, dove i comandanti ucraini, sempre a detta dell’autore, si sono rifiutati di ritirarsi a costo delle truppe.

Ma a quali precedenti si riferisce l’autore? Nel 2023, durante l’assedio di Bakhmut, Zelensky aveva deciso di difendere le posizioni ad ogni costo, ignorando gli avvertimenti dei consiglieri statunitensi (e del suo stato maggiore) che per settimane avevano cercato di convincere il presidente ucraino che la battaglia era impossibile da vincere. Tra l’altro, il comandante ucraino incaricato della difesa della città, colonnello Pavlo Palisa, aveva dichiarato al Washington Post di non essere mai stato informato dai suoi superiori delle raccomandazioni e delle informazioni dell’intelligence Usa. Il 17 febbraio del 2024 in Germania, alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, dinnanzi a una platea a livello mondiale di sostenitori della causa ucraina, Zelensky aveva detto di aver ordinato alle proprie truppe di ritirarsi da Avdiivka per salvaguardare la vita dei suoi soldati e guadagnare linee difensive più vantaggiose. “La capacità di salvare il nostro popolo è il compito più importante per noi. Per evitare di essere circondati è stato deciso di ritirarsi su altre linee”, aveva affermato. In realtà, la narrativa del rispetto e dell’attenzione alla tutela della vita dei militari è apparsa decisamente strumentale, e rivolta soprattutto al pubblico ucraino. Infatti, nonostante le proteste del generale Valery Zaluzhny, predecessore di Alexander Syrsky, il vertice politico di Kiev non aveva mai accettato l’idea di un ripiegamento in qualunque parte del fronte, sostenendo una lunga serie di battaglie difensive e offensive molto costose in termini di perdite. Il ritiro da Avdiivka è stata la prima rilevante decisione assunta da Syrsky, nominato ai vertici della difesa a seguito della rimozione del troppo cauto Zaluzhnyj.

Poco più di un anno fa, di fronte all’incalzare dell’esercito russo a Ugledar, nel sud del Donetsk, dove le offensive di Mosca ai lati della città avevano determinato il crollo delle linee ucraine, Syrsky, aveva impartito troppo tardi l’ordine di ritirare le truppe dalla città circondata. Secondo alcune indiscrezioni, Zelensky avrebbe ordinato a Syrsky di tenere la città almeno sino alla fine della sua visita negli USA. Il generale avrebbe obbedito agli ordini lasciando i soldati ucraini alla mercè del fuoco russo. Si tratta di situazioni operative dove un’azione professionale (e morale) tesa a salvaguardare i reparti avrebbe dovuto includere il ritiro delle forze, per riorganizzare eventuali difese in profondità. I soldati non dovrebbero mai essere considerati pedine da sacrificare per fini personali o politici, e tantomeno risorse da poter perdere a seguito di valutazioni errate e poco accurate. Quando le vite dei soldati vengono spese in maniera superficiale o manipolatoria, ciò mina la fiducia non solo dei militari, ma anche dei cittadini. E a giudicare da quello che sta accadendo negli ultimi giorni in Ucraina sembra che l’epilogo sia proprio questo.

* generale di divisione

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2025/11/03 08:05:17
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