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Nella vita voglio solo leggere mele
From: Germanic Memes for Vowel-Alternating Teens
Buonasera giovani!
Scusate la mia assenza (o meglio, sparizione) in questo periodo, l'ultima volta vi ho detto che avrei avuto un po' più di libertà e di tempo, purtroppo non ho avuto né l'una né l'altro.
In questo periodo ho avuto davvero poche idee, che però conto di condividere con voi appena possibile.
Vi scrivo perché qualche giorno fa qualcosa, in queste lande asettiche, mi ha dato uno stimolo: ecco la storia di come mi sono ritrovato a 15 chilometri da casa mia, in mezzo a persone che non parlavano una lingua romanza.

Chi mi conosce personalmente sa ormai a memoria i miei pipponi sulle lingue minoritarie d'Italia e la mia posizione su quest'argomento; per tutti gli altri: nella nostra società ci sono poche misure di tutela per le lingue tradizionali e troppi pregiudizi di natura classista, privi di basi linguistiche, contro quelli che le parlano, nonostante siano gli ultimi depositari di culture millenarie, ancora (forse più che mai) in grado di offrirci una prospettiva alternativa e complementare, più profonda e critica, sulla realtà.
Secondo il noto linguista Tullio De Mauro "il plurilinguismo italiano + dialetti o una delle tredici lingue di minoranza” apporterebbe anche notevoli vantaggi poiché “i ragazzi che parlano costantemente e solo italiano hanno punteggi meno brillanti di ragazzi che hanno anche qualche rapporto con la realtà dialettale” (in modo simile a ogni altra forma di plurilinguismo).

Idee politiche a parte (anche se tutto è politica), l'eccezionale diversità linguistica presente nel Bel Paese, la più variegata e ricca d'Europa, può essere categorizzata così:
• la Lingua ufficiale della Repubblica Italiana, ovvero l'italiano standard con le sue varietà;
• le Lingue minoritarie d'Italia, ossia le lingue distinte dall'italiano standard, parlate tradizionalmente da una porzione più o meno consistente del totale degli abitanti dell'Italia (solitamente non più di qualche milione per lingua).
A loro volta queste possono essere:
Lingue territoriali, vale a dire le lingue legate storicamente a un'area geografica (veneto, friulano, siciliano, napoletano etc.);
Lingue non territoriali, come la LIS, le lingue degli immigrati (minoranze linguistiche non storiche/tradizionali), quelle dei Rom e dei Sinti (etc.).

Solo dodici delle lingue minoritarie d'Italia (quelle individuate da De Mauro eccetto le lingue dei nomadi, poiché non territoriali) hanno ricevuto tutele da parte dello Stato Italiano, le restanti sono chiamate comunemente "dialetti" pur non esistendo una distinzione strettamente linguistica tra "dialetto" e "lingua" né un rapporto genetico di discendenza dei "dialetti" dall'italiano standard: siciliano, veneto, italiano, napoletano e simili possono essere considerate "lingue sorelle" perché si sono evolute più o meno indipendentemente dal latino volgare nelle rispettive aree geografiche. Le lingue minoritarie, specie se non tutelate, sono molto spesso soggette a "erosione linguistica", cioè tendono a perdere i loro tratti peculiari e a somigliare alla lingua ufficiale dello Stato, che è più utile da un punto di vista lavorativo. Il parlante dimentica gradualmente prima il lessico, poi la grammatica, infine i suoni e la melodia della sua lingua natale, e questa è la ragione principale per cui in Italia continuano ad esserci tanti accenti anche se i dialettofoni sono sempre meno.
Le lingue tutelate, che ora vi elencherò, sono accomunate dal fatto di essere geneticamente le più lontane dall'italiano o addirittura dal latino:

«La Repubblica tutela la lingua e la cultura delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l'occitano e il sardo.»

Adesso parliamo della mia isola linguistica preferita.
Le comunità ellenofone (parlanti varietà del neo-greco) in Italia sono due: una è la Grecìa nel Salento, l'altra è la Bovesìa nel Reggino (ci sono alcuni parlanti anche a Messina).
Queste due comunità parlano rispettivamente "griko" e "greko" (anche "grecanico" o "greco-calabro") e negli ultimi due secoli hanno attirato l'attenzione dei glottologi e dei dialettologi.
Secondo voci molto autorevoli, come quella di Gerhard Rohlfs, sommo conoscitore dei dialetti meridionali estremi nonché il mio essere umano preferito, discenderebbero direttamente dai dialetti della Magna Grecia. Sarebbero dunque state tramandate di generazione in generazione, ininterrottamente, dall'ottavo o dal settimo secolo avanti Cristo (prima della fondazione di Roma) fino al giorno d'oggi.
Molti hanno scartato l'ipotesi che vengano direttamente dal greco antico e pensano che derivino invece dal greco bizantino (dai Bizantini insediatisi nel Sud Italia a partire dal sesto secolo dopo Cristo), altri ancora sostengono che i Bizantini abbiano solo rinforzato le aree ellenofone preesistenti (questo spiegherebbe sia i molti arcaismi presenti soprattutto nella Bovesìa che la notevole mutua intelligibilità con il neogreco).

Una caratteristica affascinante di queste varietà del greco è il fatto che abbiano seguito un'evoluzione "simbiotica" con i dialetti romanzi circostanti, rispettivamente salentino e reggino: le melodie (suoni, accento, intonazioni, etc.) di queste lingue sono così simili da sembrare, alle orecchie di un allofono (chi non ha familiarità con le lingue in esame), quasi indistinguibili.
Le rispettive grammatiche (grecanico→reggino/griko→salentino) sono molto simili e seguono regole comuni a molte lingue dell'area mediterranea:
• tendenza a porre il verbo alla fine della frase (specie il verbo essere);
• uso limitato del modo infinito, posto solo dopo il verbo "potere" e pochi altri;
• assenza di un futuro sintetico (come quello dell'italiano), sostituito dal presente o altri costrutti;
• presenza del suono [ɖ] e altri, inesistenti in italiano;
• ampio uso di flessione dei verbi e dei sostantivi, questi ultimi declinati in base alla loro funzione nella frase secondo i casi* nominativo, genitivo, accusativo, dativo, vocativo;
• varie ed eventuali.

*Il numero dei casi può variare da 2 a 4-5 in base alla varietà e al sostantivo

Il lessico del dialetto romanzo (salentino/reggino) e quello del vicino ellenofono (griko/grecanico) tendono a mescolarsi perché le culture sono a stretto contatto, tant'è che troviamo modi di dire, proverbi ed intercalari che sembrano presi da una lingua e tradotti letteralmente nell'altra.
Un esempio di tratto in comune tra salentino e griko è il mutamento delle /l/ in /ɖ/ (spesso trascritto "ddhr"), per cui:
• latino tardo "caballus"→italiano "cavallo", salentino "cavaddhru";
• etimo incerto→neogreco "σκύλος" (skylos, cane), griko "sciddhro".
O ancora la palatalizzazione del suono /k/ in /c/:
• italiano "chi" = salentino "ci";
• neogreco "και" (congiunzione "e", letto "ke") = griko "ce".
Video di madrelingua:
Griko
Greco-calabro
Griko messinese

Queste lingue hanno un'antica e ricchissima tradizione orale (racconti, poesie, canzoni, serenate, filastrocche...), a cui si sono aggiunte negli ultimi due secoli produzioni scritte di rara bellezza, che riprendono immagini di frugalità e sacrificio dalla natura e dal mondo contadino per descrivere la fatica di chi lavora nei campi, la nostalgia e la solitudine di chi lascia la propria terra per trovare lavoro, la sofferenza di chi perde i propri cari. Arrivano a toccare i temi dell'immigrazione, della vita nei campi, della malinconia, della guerra, della fratellanza (xenofilia).
Ecco alcune delle mie preferite:
Aremu rindineddhra, o tànatos tu Pippi, o àndramu pai.

La comunità dei parlanti è tanto numericamente ristretta quanto vivace e affiatata, lo dimostrano le molte associazioni culturali nate negli ultimi decenni per salvaguardare le tradizioni grike e greco-calabre.
Tra queste associazioni c'è toddomadigreko, dei ragazzi della Bovesìa che portano avanti una campagna di rivitalizzazione del greko e che ho avuto il piacere di incontrare di persona qui nella Grecìa salentina (most ambitious crossover event in history 🙏), in compagnia di attivisti giovanissimi e di anziani che in alcuni casi parlavano solo griko.
https://www.lostrettoindispensabile.net/adotta-il-greco-di-calabria/

È stata un'emozione unica poter sentire la melodia di queste lingue dopo anni di sole letture. Ho provato ad annotare e registrare, in modo molto amatoriale (shit-quality per la precisione), le parole, i suoni e le espressioni che mi incuriosivano di più, per la loro somiglianza con il greco antico o con il salentino.

Che ne pensate della situazione delle lingue minoritarie in Italia/ Se come me amate il greco, i dialetti e le etimologie e volete approfondire l'argomento scrivetemi pure in privato o parliamone sul gruppo @dsslaves!
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From Simon. (via Germanic Memes for Vowel Alternating Teens)
Tutte le lingue ausiliarie internazionali hanno il loro fascino!

L'Esperanto è MAGNIFICO
L'Esperanto è SEMPLICE
L'Esperanto è NEUTRALE
L'Ido
Il Solresol
Il Votgil
Il Volapük
Il Latino Sine Flexione
L'interlingua
L'Esperanto è DIVERTENTE


(No dai povero Peano il LSF è carino dai)
Langmemes
https://youtu.be/ydSNgr97gSY
Ma son comunque degli Sheepshagger ah no quelli sono i gallesi scus
Ho appena scoperto che prestinaio non è italiano ma è un adattamento della parola milanese prestiné


E nulla, ogni giorno che passa scopro di sapere sempre meno l'italiano
Volevo taggare l'altro admin su fb ma qui fa più bello, volevo rendere pubblico il nostro amore (per la morfologia)
Linguistics Shitposting
Parli una lingua locale oltre all'italiano?
poco fa a lezione ho sentito una ragazza con un accento emiliano molto marcato dire che "l'italiano puro è quello che si parla al nord"

dammit girl you're not a clown you're the whole circus
Linguistics Shitposting
poco fa a lezione ho sentito una ragazza con un accento emiliano molto marcato dire che "l'italiano puro è quello che si parla al nord" dammit girl you're not a clown you're the whole circus
Non m'hanno sentito cantilenare giú da basso mentre sbarazzavo il salviettone che avevo sul frigor se han detto veramente una frase del genere, megalol
Buonasera giovani! Siete quasi 150, grazie davvero 🦉❤️
Un ringraziamento speciale per averci aiutato ad arrivare fino a qui va agli admin di:
@lovinggiselle
@oknodai
@cosecasoWiki
@MethiewShitposting
(ok spero di non aver dimenticato nessuno)

Oggi il canale compie 5 mesi e ho appena finito di preparare una cosa che avevo in mente da un bel po': ecco qui l'Indice del canale, con i post catalogati per argomento (più o meno), per i nuovi arrivati o per chi avesse voglia di rileggerli.
L'ho messo su Telegraph e l'ho aggiunto alla descrizione del canale, in questo modo potrò tenerlo costantemente aggiornato e avere tutto a portata di mano, senza i limiti delle modifiche ai post su Telegram.
A presto 👀
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OMG OMG L'inglese ha v o w e l s h i f t a t o
2025/07/10 04:13:29
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