A Ragusa i poliziotti della Squadra mobile hanno eseguito un’ordinanza cautelare nei confronti di sei persone per favoreggiamento dell’ingresso e della permanenza sul territorio nazionale di cittadini extracomunitari.Gli investigatori hanno individuato un centro di assistenza per stranieri, gestito da due dei destinatari delle misure cautelari che, a fronte del pagamento di corpose somme di denaro, offriva agli stranieri, una serie di abitazioni nel centro storico della città da utilizzare al solo scopo di fare ottenere loro la residenza anagrafica, necessaria alla presentazione delle istanze di rilascio e rinnovo del permesso di soggiorno o anche di ricongiungimento familiare. L’indagine ha portato alla luce ben tredici abitazioni che venivano occupate dagli stranieri solo in occasione dei controlli di due operatori comunali, i quali a fronte del pagamento, omettevano di eseguire la verifica, limitandosi a dei controlli blandi e superficiali comunicando successivamente all’ufficio anagrafe il superamento dell’accertamento, in virtù del quale veniva poi concessa la residenza anagrafica nel comune di Ragusa. Uno degli arrestati ha avuto un ruolo centrale nell’attività criminale perché aveva la funzione di tenere i contatti stretti con i due operatori comunali ma anche quella di accompagnare e di indirizzare gli stranieri presso le abitazioni dove avevano dichiarato la residenza al fine di trattenerli per il tempo strettamente necessario al controllo dell’operatore.Dei sei indagati, tre sono finiti agli arresti domiciliari, una donna è stata sottoposta all’obbligo di dimora mentre per i due operatori comunali è scattata la sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio. 

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Firmato oggi al Viminale, alla presenza del ministro dell’interno Piantedosi e del presidente Enac Di Palma, un protocollo d’intesa tra il capo della polizia Vittorio Pisani e il direttore generale di Enac Alessio Quaranta.L’obiettivo dell’accordo è consentire alle Forze di polizia di utilizzare aeromobili a pilotaggio remoto (droni), da impiegare nel controllo del territorio, nella gestione dell’ordine pubblico, nel contrasto al terrorismo e nella prevenzione dei reati di criminalità organizzata e ambientale.Il protocollo, firmato al Viminale d’intesa con i Comandi generali dell’Arma dei carabinieri, della Guardia di Finanza e del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, disciplina in particolare le modalità di impiego dei droni in relazione ai diversi scenari operativi, concordati con Enac, e individua le caratteristiche tecniche che dovranno possedere i veicoli in funzione delle differenti operazioni in cui verranno impiegate.È prevista inoltre la costituzione di un tavolo tecnico permanente composto da rappresentanti designati da Enac e da ciascuna Forza di polizia che, in considerazione dei continui aggiornamenti normativi e tecnici che caratterizzano il settore, si occuperà di predisporre e tenere aggiornate le procedure operative per l’impiego dei droni.“Un’intesa che testimonia la capacità delle nostre Forze di polizia di cogliere le sfide di un mondo complesso, la loro continua tensione all’innovazione e l’impegno ad un costante aggiornamento tecnologico con l’obiettivo di garantire un contributo sempre più incisivo a presidio della sicurezza e della legalità. Grazie alla proficua collaborazione con Enac, l’utilizzo dei droni ci consentirà di fornire risposte ancora più efficaci nell’azione di contrasto alla criminalità” ha sottolineato il ministro Piantedosi.

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Questa mattina, la Squadra mobile della questura di Bari ha arrestato un uomo di 59 anni, presunto omicida del fisioterapista Mauro Di Giacomo, ucciso a colpi di pistola la sera del 18 dicembre scorso nel quartiere Poggiofranco di Bari.L'indagato, un operaio edile di Canosa di Puglia, secondo le indagini degli investigatori, avrebbe agito per rancore nei confronti della vittima.La figlia dell'uomo, infatti, nel 2020 aveva intentato una causa civile contro il fisioterapista, accusandolo di averle provocato lesioni personali permanenti in occasione di una seduta di fisioterapia, avvenuta a settembre del 2019. Le indagini, coordinate dalla Procura di Bari, si sono incentrate, tra l’altro, sulle diverse testimonianze, anche oculari, sull’esame delle immagini di video sorveglianza e dei tabulati del traffico, telefonico e telematico, acquisiti, e su una serie di riscontri di natura tecnica.Il 59enne, dopo alcuni sopralluoghi nei pressi dell'abitazione del fisioterapista, nei mesi precedenti, lo avrebbe atteso la sera del 18 dicembre scorso sotto casa e, dopo un breve alterco, lo avrebbe freddato con 5 colpi di pistola calibro 7.65 dei sette esplosi, inoltre ha infierito sulla vittima colpendola più volte sul capo con il calcio della pistola.

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Un commando armato appartenente a “Lotta continua” gli tese un agguato e, mentre si avvicinava alla sua auto per andare in ufficio, lo raggiunse e lo freddò a colpi di pistola. Così fu ucciso a Milano, il 17 maggio 1972, il commissario capo Luigi Calabresi.Le motivazioni dell’omicidio erano collegate alla morte dell’anarchico Pietro Pinelli, avvenuta nel dicembre 1969 dopo essere precipitato da una finestra della questura di Milano. Del decesso, gli esponenti di estrema sinistra ritenevano responsabile Luigi Calabresi. Il processo per la morte di Pinelli dimostrò la totale estraneità del commissario, che in quel momento non si trovava nemmeno nella stanza.Nel 2004 il commissario capo Luigi Calabresi è stato premiato con la Medaglia d'oro al Merito civile alla memoria come vittima del terrorismo.Questa mattina a Milano, in occasione della ricorrenza, è stata ricordata la figura del commissario capo di Pubblica sicurezza. Insieme a lui, sono state commemorate anche le vittime della strage avvenuta il 17 maggio 1973 in via Fatebenefratelli, di fronte alla Questura. Quel giorno, mentre si stava svolgendo la prima cerimonia in ricordo dell’uccisione di Calabresi, una bomba a mano esplose tra la folla assassinando quattro persone e ferendone 52.Primo atto delle commemorazioni sono state le deposizioni, da parte del questore di Milano Giuseppe Petronzi, di una corona d’alloro sotto la lapide dedicata ai caduti all’interno della Questura e di un cuscino di fiori sotto al cippo del commissario Calabresi, nel cortile della Questura meneghina. Il vicario del questore, Giovanni Cuciti,  ha invece preso parte, assieme ai familiari di Calabresi, alla deposizione di un mazzo di fiori in via Cherubini, luogo dell’agguato e alla messa in ricordo del Commissario, celebrata dal cappellano della Polizia di Stato don Gianluca Bernardini, presso la chiesa di Santa Maria degli Angeli.Infine, una corona di fiori è stata deposta in prossimità della lapide esterna alla Questura, in ricordo delle vittime della strage del 1973.Al termine delle commemorazioni, nel cortile della caserma Garibaldi, sede della Questura, sono stati esposti 16 quadri realizzati dagli studenti del liceo artistico di Brera ed elaborati al termine di una serie di incontri sul tema della figura del commissario Calabresi e sugli anni ’70 a Milano.

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L’operazione è scaturita dalla denuncia di un cittadino italiano residente in Cina truffato con una mail recante il logo della Polizia Postale e la firma di un funzionario di polizia (attualmente in pensione, ma citato in diversi siti internet) con cui veniva citato in giudizio per reati di pedopornografia online. L’uomo dopo una serie di vessazioni e per paura di rovinarsi la reputazione ha ceduto al ricatto pagando in più occasioni “multe” per cancellare le accuse. A distanza di diversi mesi e dopo aver versato oltre 117mila euro, l’uomo si è reso conto di esser stato truffato e si è rivolto alla Polizia postaleL’operazione “Polo Est” dei poliziotti del Centro operativo per la sicurezza Cibernetica per la Lombardia, coordinati dalla procura di Bergamo, ha permesso l’identificazione dei componenti di un gruppo criminale specializzato in truffe online attraverso le mail di spoofing che permettono di contattare le potenziali vittime con una falsa identità. La base logistica del gruppo criminale era nella provincia di Bergamo.Gli investigatori, questa mattina, hanno eseguito 12 perquisizioni nei confronti di un cittadino italiano e di altre 11 persone straniere di età compresa tra i 25 e i 54 anni.Gli agenti hanno sequestrato diversa documentazione inerente movimentazioni di denaro proveniente dalla vittima, nonché quelle riferibili all’attività di riciclaggio dei vari proventi illeciti.Dall’analisi dei dispositivi informatici, eseguita sul posto dai poliziotti della Postale milanese, è immediatamente emerso l’attività dei truffatori attraverso le conversazioni con la vittima e di altre cadute nella loro rete, inoltre, i dispositivi informatici hanno rilevato anche i movimenti di denaro.

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Rifiuti: maxioperazione contro stoccaggio illecito e smaltimento da poliziadistato
Si è conclusa una maxioperazione a livello nazionale per il contrasto allo stoccaggio illecito e allo smaltimento dei rifiuti condotta, nell’arco di tre giorni, dai poliziotti delle Squadre mobili e da quelli delle Sezioni Investigative del Servizio Centrale Operativo (Sisco) della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato.
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Si è conclusa una maxioperazione a livello nazionale per il contrasto allo stoccaggio illecito e allo smaltimento dei rifiuti condotta, nell’arco di tre giorni, dai poliziotti delle Squadre mobili e da quelli delle Sezioni Investigative del Servizio Centrale Operativo (Sisco) della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato.L’obiettivo era accertare e sanzionare le molteplici forme di illeciti nel delicato settore della tutela ambientale. L’attività è stata coordinata dallo Sco (Servizio centrale operativo) in 33 province italiane con il supporto specialistico delle Agenzie regionali per la protezione Ambientale e della Polizia Stradale.In alcune province sono state coinvolte anche le strutture e gli operatori del Corpo nazionale della Capitaneria di Porto.Nel corso dell’operazione sono state sottoposte a controllo 168 aree sospettate di essere adibite allo stoccaggio illecito e conservazione dei rifiuti, 40 delle quali sono state sequestrate.Le persone identificate sono state 1763 e di queste 103 sono state denunciate in stato di libertà per reati connessi all’illecita gestione dei rifiuti. Due invece sono state le persone arrestate in flagranza di reato e 85 le violazioni amministrative contestate, per un importo superiore ai 200 mila euro.L’attività rientra nell’azione di prevenzione e monitoraggio condotta dalla Polizia di Stato in un settore che da decenni rappresenta una fonte di profitto illecito anche per le organizzazioni criminali. L’espansione dei “crimini ambientali”, infatti, oltre che procurare facili guadagni ai criminali, danneggia anche il territorio e mette costantemente a rischio la salute dei cittadini.In particolare, in provincia di Torino sono stati controllati diversi siti di stoccaggio dei rifiuti e di autodemolizione; gli agenti hanno sequestro un’area di oltre 1500 mq, denunciato 8 persone ed elevato sanzioni amministrative per 130 mila euro mentre nella provincia del Verbania Cusio Ossola sono stati controllati 3 siti di stoccaggio ed è stata denunciata una persona per la raccolta e lo smaltimento di rifiuti illegali.Nella provincia di Reggio Calabria sono state sequestrate 6 aree dove sono emerse irregolarità connesse all’utilizzo di forni di verniciatura. In provincia di Vibo Valentia è stata sequestrata un’area adibita al commercio al dettaglio di parti e accessori di autoveicoli, denunciato il titolare per i reati di abbandono di rifiuti e gestione non autorizzata di tale attività.In provincia di Roma è stata controllata e sequestrata un’area privata di oltre 6000 mq utilizzata come deposito di rifiuti speciali e pericolosi. All’interno del sito sono stati trovati diversi cittadini stranieri intenti a svolgere mansioni per lo stoccaggio dei rifiuti.A Latina, all’interno di una fabbrica dismessa, gli agenti hanno accertato la presenza di grosse quantità di rifiuti solidi urbani, lastre in fibrocemento contenente amianto e apparecchi elettronici di vario genere.In Sicilia, nella provincia di Siracusa, sono stati controllati 14 siti adibiti allo smaltimento dei rifiuti, 7 dei quali sono stati sequestrati per le numerose irregolarità accertate. Nella provincia di Caltanissetta, invece, sono state sequestrate 4 aree per la presenza di rifiuti in stato di abbandono, nonché di materiale eternit e ferroso. Durante le operazioni sono state denunciate 7 persone per deposito incontrollato. In provincia di Trapani è stata arrestata una persona colta in flagranza di reato per la gestione non autorizzata di rifiuti e combustione illecita di rifiuti e nel corso delle attività sono state anche denunciate 5 persone per abbandono di rifiuti e inquinamento ambientale.In Campania, in particolare nella provincia di Avellino, sono state denunciate 4 persone per diverse violazioni del testo unico ambientale. A Benevento sono state sequestrate 3 aree adibite allo smaltimento di rifiuti e sono stati denunciati i rispettivi titolari per abbandono di rifiuti, gestione di rifiuti in mancanza delle prescritte autorizzazioni e inquinamento ambientale.Invece, nella…
Conferita la cittadinanza onoraria alla Polizia di Stato dal comune di Brugnato, della provincia di La Spezia, in occasione del 50° anniversario del distaccamento di Polizia stradale di Brugnato.A ritirare le chiavi della città è stato Renato Cortese, direttore centrale delle Specialità della Polizia di Stato.La cerimonia si è svolta presso la sede della sottosezione Autostradale alla presenza del questore di La Spezia, Sebastiano Salvo e del direttore del Servizio Polizia stradale, Filiberto Mastrapasqua.La cerimonia è coincisa con la giornata della festa del Santo Patrono cittadino e il sindaco, Corrado Fabiani, in un consiglio comunale straordinario ha consegnato le chiavi della città alla Polizia di Stato quale frutto del rapporto proficuo di collaborazione, di stima e anche di affetto che lega la cittadinanza a tutti gli operatori della Polizia di Stato.

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Quali sono le corsie che possiamo percorrere: pillole di sicurezza da poliziadistato
Pillole di sicurezza dal 107° Giro d'Italia. La Polizia Stradale spiega i comportamenti da adottare per non essere sanzionati quando percorriamo le strade a due o più corsie.
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Frosinone: traffico illecito di rifiuti da poliziadistato
Frosinone: identificata associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito transfrontaliero di rifiuti
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Sono stati identificati i componenti di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, traffico illecito transfrontaliero di rifiuti, smaltimento illecito di rifiuti, sostituzione di persona e trasferimento fraudolento di valori con un’operazione condotta dalla Squadra mobile e dal Nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale di Frosinone.Nove persone residenti tra il Lazio, la Campania e il Friuli Venezia Giulia, sono finite agli arresti domiciliari mentre quattro società e circa due milioni e mezzo di euro tra contanti e rapporti finanziari, sono stati sequestrati.L’indagine trae origine dagli accertamenti successivi a un vasto incendio divampato il 23 giugno 2019 all’interno di un impianto di rifiuti nell’area industriale di Frosinone.Dall’attività svolta, infatti, è emersa una forte e stabile collaborazione tra gli amministratori occulti dell’impianto cittadino andato distrutto, le varie società campane che conferivano i rifiuti e i gestori dei tanti siti di smaltimento e recupero finale degli stessi.Un imprenditore frusinate e i suoi collaboratori, attraverso diverse società di intermediazione campane, era riuscito ad accettare dalla Campania ingenti quantità di rifiuti che invece, dovevano essere lavorati in quella regione.Il passaggio transregionale del rifiuto veniva effettuato mediante l’artificioso cambiamento del codice identificativo dello stesso.I rifiuti urbani venivano riclassificati in rifiuto speciale senza subire un trattamento che ne modificasse realmente le caratteristiche e la composizione, aggirando così la normativa che vieta lo smaltimento dei rifiuti urbani fuori dalla regione di provenienza.La cooperazione tra gli indagati ha permesso il conseguimento di un ingiusto profitto per tutte le parti coinvolte poiché i rifiuti che rientravano classificati in quel modo sono difficili da gestire e hanno un costo di smaltimento molto elevato.In definitiva i rifiuti provenienti dalla Campania, da qualificarsi invece come “urbani” nonostante il cambio del codice identificativo, transitavano con semplici operazioni di stoccaggio, senza dunque alcun trattamento presso l’impianto di Frosinone, al fine di farne perdere le tracce; da qui venivano poi trasportati in altro impianto a Cisterna di Latina, e infine, senza ulteriore trattamento, smaltiti come scarti di lavorazione presso una discarica di Colleferro.Il totale del quantitativo dei rifiuti erroneamente classificati ammonta a circa 2.550 tonnellate.Le indagini hanno accertato che l’incendio dell’impianto di Frosinone non ha segnato la fine del traffico illecito dei rifiuti: l’organizzazione delineatasi intorno all’impianto ciociaro, con a capo un imprenditore locale e un imprenditore campano quali dominus occulti, ha continuato ad operare su tutto il territorio nazionale e anche internazionale.I due infatti hanno continuato la loro attività di intermediazione e al contempo si sono dedicati alla ricerca di un sito da trasformare nel nuovo centro dei loro affari; la scelta è caduta su un capannone ad Aviano in provincia di Pordenone.In particolare, il sito di Aviano, in violazione delle prescrizioni riportate nell’autorizzazione detenuta dalla società e delle normative che regolamentano la gestione dei rifiuti, veniva stabilmente utilizzato per stoccare abusivamente ingenti quantitativi di rifiuti misti di ogni genere, compresi quelli ospedalieri, accatastati ben oltre la capacità consentita, falsamente indicati come plastica e gomma, provenienti da svariati impianti dislocati sul territorio nazionale.Parte dei rifiuti accumulati presso il citato impianto, inoltre, senza essere sottoposti alla benché minima operazione di selezione, venivano poi illegalmente redistribuiti presso ulteriori impianti gestiti da soggetti compiacenti, siti anche al di fuori dei confini nazionali, come in Ungheria o Repubblica Ceca, con il medesimo stratagemma della falsificazione del codice identificativo della tipologia…
Fine settimana dedicato all’ultimo atto della Coppa del mondo di scherma nelle diverse specialità, con gli atleti delle Fiamme oro sul podio nel fioretto e nella spada.Maiuscola la prestazione della nostra Martina Favaretto che nel Grand prix di Shanghai (Cina) ha dominato la prova individuale di fioretto femminile mettendosi al collo la medaglia d’oro.Per la giovane portacolori del Gruppo sportivo della Polizia di Stato si tratta della terza vittoria in Coppa del mondo, l’ottavo podio in carriera nella prestigiosa competizione internazionale.Nel suo percorso Martina ha iniziato con il successo nei turni preliminari contro la francese Roger (15-7) e la statunitense Devore (15-11). Poi agli ottavi ha superato la giaponese Ueno (15-12) e nei quarti di finale la beniamina di casa, la cinese Chen (15-7). Dopo una semifinale senza storia contro la francese Ranvier, sconfitta per 15-9, stesso punteggio con il quale Martina ha vinto anche la finalissima per l’oro contro la polacca Walczyk-Klimaszyk.Al “Challenge Monal” di Saint Maur (Francia) è andato in scena il torneo di spada maschile con il portacolori cremisi Davide Di Veroli che è tornato sul podio individuale con la medaglia di bronzo al collo, il suo quinto podio nella manifestazione internazionale.La nostra Alberta Santuccio è stata invece protagonista con due medaglie conquistate a Fujairah (Emirati arabi unti) dove si è svolto il torneo di spada femminile. La nostra vicecampionessa del mondo è salita sul terzo gradino del podio individuale, confermando il risultato di due mesi fa a Nanchino e arrivando all’ottavo podio in carriera nel circuito.La seconda medaglia è l’argento vinto nella prova a squadre, insieme alle azzurre Rossella Fiamingo, Giulia Rizzi e Mara Navarria, superate in finale dalla Corea.La squadra italiana è arrivata a un passo dalla terza vittoria consecutiva dopo quelle di Barcellona e Nanchino, vedendo sfumare la vittoria solo all’ultima stoccata, al termine di una finale emozionante, sviluppatasi punto a punto, e decisa solo al minuto supplementare, con le coreane che si sono aggiudicate la stoccata del definitivo 34-33.

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I ragazzi delle scorte - Io devo continuare - trailer da poliziadistato
Il documentario racconta la storia di Emanuela Loi, la prima donna poliziotto a morire in servizio, nella strage del 19 luglio 1992 dove persero la vita oltre ad Emanuela, il giudice Paolo Borsellino e gli agenti Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina e Vincenzo Fabio Li Muli
via YouTube https://www.youtube.com/watch?v=3YiLOf7z12o
Nell'ambito delle celebrazioni per i 32 anni delle Stragi mafiose compiute a Palermo nel 1992, è stato proiettato oggi in anteprima al cinema Barberini di Roma “Io devo continuare”, il terzo episodio della docuserie “I ragazzi delle scorte”, dedicato all’agente della Polizia di Stato Emanuela Loi. La poliziotta perse la vita il 19 luglio del 1992 nella strage di via D’Amelio insieme al giudice Paolo Borsellino e agli agenti Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina e Vincenzo Fabio Li Muli.L’evento, a cui hanno preso patre il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il ministro dello Sport e i giovani Andrea Abodi, il capo della Polizia Vittorio Pisani e i familiari di Emanuela Loi, è nato con l’obiettivo di portare alla luce i valori della Polizia di Stato, sensibilizzando il pubblico, in particolare i più giovani, sul tema della memoria e della cultura della legalità.“Io devo continuare”, realizzato dal Dipartimento della pubblica sicurezza con la società 42° parallelo e il contributo della Presidenza del Consiglio dei ministri, racconta la storia di Emanuela Loi, la prima donna poliziotto a morire in servizio.Ad accompagnare lo spettatore in un viaggio nei sogni, nel senso del dovere della ragazza sarda di 24 anni, è Claudia Loi, la sorella, con cui Emanuela aveva un rapporto di condivisione totale della vita. Viene poi raccontata la frequentazione del corso presso la Scuola allievi agenti di Trieste e l’incontro con Emanuele Filiberto, anche lui allievo agente, al quale la univa un rapporto di grande amicizia.Il docu-film continua con le emozioni di Emanuela, le preoccupazioni della sua famiglia per una “missione” che la porterà lontano dalla sua terra d’origine, passando per il suo primo servizio a tutela del giudice Borsellino, fino al giorno della strage. La vita di Emanuela Loi, scorre lenta sullo schermo,  accompagnata dalle immagini di sua nipote,  l’agente  Emanuela Loi, nata quattro mesi dopo la strage, anche lei poliziotta, che durante tutto il racconto  ripercorrerà a bordo dell’autovettura appartenuta a sua zia , il  viaggio da Cagliari a Palermo,  per conoscere e rivivere le tappe più importanti dell’esistenza di sua zia e farne  memoria,  condividendo e trasmettendo i principi di legalità tra gli studenti degli istituiti scolastici.“I ragazzi delle scorte. Io devo continuare”, scritto da Diana Ligorio, Alessia Arcolaci con Luigi Montebello, andrà in onda giovedì 23 maggio su Rai 3 in seconda serata.

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I poliziotti della Digos di Cagliari hanno eseguito un’ordinanza di applicazione degli arresti domiciliari nei confronti di tre persone, due 21enni e un 38enne, per danneggiamento aggravato, fabbricazione o detenzione di materiale esplodente, violenza o minaccia a pubblico ufficiale, minaccia e diffamazione aggravate.I fatti che hanno portato agli arresti risalgono allo scorso 2 dicembre quando i tre uomini si sono resi protagonisti di un attentato dinamitardo ai danni del figlio di un ispettore della Digos. Gli stessi sono stati poi indagati anche per atti diffamatori e minatori verso un’amica del figlio dell’ispettore e di scritte minatorie, nei confronti del Comandante dei Carabinieri della stazione di Vallermosa (Su), sul muro del cimitero comunale.Uno dei tre criminali era stato recentemente arrestato dagli agenti della Squadra mobile per traffico di sostanza stupefacente.

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Istruzioni prove scritte 18 commissari tecnici ingegneri 2024 da poliziadistato
Istruzioni per lo svolgimento delle prove scritte, del concorso pubblico, per l’assunzione di 18 commissari tecnici ingegneri del ruolo degli ingegneri della carriera dei funzionari tecnici della Polizia di Stato, indetto con D.C.P. del 7 marzo 2024 che si terranno presso la Scuola di formazione e aggiornamento “Giovanni Falcone” del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, via di Brava n. 99 nei giorni: 28 e 29 maggio 2024.00:00:04 Data svolgimento prove 00:00:07 Sede e mezzi di trasporto 00:00:14 Settori00:00:18 Materie prove Settore Polizia scientifica00:00:29 Materie prove Settore Telematica00:00:40 Materie prove Settore Motorizzazione00:00:52 Materie prove Settore Accasermamento00:01:11 Ingresso candidati: Cosa devono avere al seguito i candidati 00:01:18 Ingresso candidati: Cosa non è consentito introdurre nell'aula d'esame00:01:26 Ingresso candidati: Cosa è consentito portare nell'aula d'esame00:01:48 Espulsione dall'aula: Prescrizioni da osservare durante la prova00:02:04 Consegna elaborati00:02:08 Esclusione00:02:14 Annullamento prova 00:02:21 Rinuncia00:02:32 Istruzioni per effettuare la prova 00:02:42 Modulo anagrafico 00:02:53 Busta piccola00:02:59 Fogli protocollo 00:02:59 Materiale settore accasermamento00:03:07 Busta grande 00:03:17 Durata prova d'esame00:03:24 Attestazione di partecipazione00:03:33 Pubblicazione risultati
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Il vice capo della Polizia con funzioni vicarie, Vittorio Rizzi, è intervenuto, presso l’Università Lebanese di Beirut ad un convegno sui temi del crimine globale e globalizzato e l’evoluzione dei nuovi sistemi di investigazione. All’incontro, organizzato dal presidente dell’Università, Bassam Badran, hanno preso parte i magistrati e i vertici della Polizia del Libano.La partecipazione del Vice capo della Polizia è stata anche l’occasione per potenziare la cooperazione di polizia tra i due Paesi, con nuove progettualità volte a supportare la formazione e l’addestramento delle forze di polizia libanesi, alimentando così lo scambio di esperienze in particolare sui temi della criminalità, del cybercrime e del contrasto al terrorismo.Durante la visita in Libano, il prefetto Rizzi ha inoltre incontrato l’ambasciatore italiano Fabrizio Marcelli e il direttore generale della Polizia libanese Imad Osman per fare il punto della situazione sulla cooperazione tra le due Nazioni, nel cui ambito si è giunti all’arresto nel 2023 del latitante ‘ndranghetista Bartolo Bruzzaniti.

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Milano: aggressioni e spaccio, 13 misure cautelari da poliziadistato
Milano: aggressioni e spaccio, 13 misure cautelari
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 I poliziotti della Squadra mobile di Milano hanno arrestato cinque persone e hanno eseguito un’ordinanza applicativa del divieto di dimora in Lombardia nei confronti di altre otto, tutti indagati per lesioni personali, rapina, possesso illegale di arma da sparo e spaccio di sostanze stupefacenti.L’indagine conclusa oggi, è iniziata il 28 gennaio 2023 dopo la violenta aggressione di un gruppo di otto stranieri ai danni di un connazionale.Attraverso l’analisi del video che ha immortalato le fasi dell’assalto, la consultazione delle banche dati e dei tabulati e tramite servizi di osservazione sul territorio, sono stati identificati quattro dei partecipanti, pregiudicati e attivi nell’area di spaccio di via Gola.Successivamente, attraverso le intercettazioni, i poliziotti sono riusciti a identificare altre nove persone, tutte attive nello spaccio di cocaina e hashish nella medesima zona cittadina.Grazie all’utilizzo di telecamere installate dagli investigatori è stato accertato come gli spacciatori fossero soliti nascondere le dosi in punti strategici quali fioriere e saracinesche di negozi, con il chiaro fine di evitare i sequestri in occasione dei controlli delle Forze dell’ordine.Dalle intercettazioni telefoniche è emerso anche che gli acquirenti potevano ottenere la sostanza stupefacente anche dietro corrispettivo di beni materiali quali telefoni cellulari, collanine, cuffie wireless e monopattini, oggetti verosimilmente frutto di reati predatori commessi nell’area della movida dei Navigli.Tra gli indagati anche una donna di 31 anni che aveva la sua base logistica in un appartamento abusivamente occupato in via Gola.A febbraio dello scorso anno, uno degli indagati si era sottratto ad un controllo della Squadra mobile tamponando violentemente l’auto di servizio; quella stessa notte era stato rintracciato mentre tentava di nascondersi agli equipaggi inviati in zona. 

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 Si è svolto a Dubai un corso di formazione rivolto a 60 operatori del ministero dell’Interno degli Emirati Arabi, nonché appartenenti alle Forze di polizia, alla Magistratura e all’Unità di Informazione Finanziaria (FIU) per il contrasto al riciclaggio di denaro.L’iniziativa s’inserisce nell’ambito delle attività rivolte al rafforzamento della cooperazione bilaterale con gli Emirati Arabi Uniti.All’evento, organizzato dall’Ufficio per il coordinamento e la pianificazione delle Forze di polizia insieme all’esperto per la Sicurezza italiano ed in risposta a una specifica richiesta dell’Ufficiale di collegamento emiratino, era presente anche il console italiano a Dubai.La delegazione italiana, composta da rappresentanti del dipartimento della Pubblica Sicurezza ovvero della Polizia di Stato, dell’arma dei Carabinieri e della Guardia di finanza, si è confrontata con i corrispettivi emiratini, attraverso le proprie migliori competenze ed esperienze, sui molteplici aspetti inerenti il sistema di law enforcement, le attività formative e le attività connesse al contrasto e al riciclaggio di denaro.Nel corso degli incontri è stato avviato un favorevole dialogo su cui basare i futuri sviluppi della reciproca collaborazione in tale ambito.In particolare, l’attività addestrativa ha previsto sette sessioni nelle quali i docenti italiani hanno illustrato il sistema normativo italiano, quale strumento necessario per intaccare i patrimoni illeciti in particolare della criminalità organizzata transnazionale.Sono state approfondite tematiche come la prevenzione al contrasto, al riciclaggio di denaro nella lotta alla criminalità organizzata di tipo mafioso,  i crescenti fenomeni di frode (Romantic Scam, Sex Extortions, trading online, e-commerce  ecc) attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie; il “follow the money” quale strategia chiave che consente di seguire il flusso di denaro illecito attraverso i circuiti finanziari globali; l’utilizzo dell’Asset Recovery Office come strumento per la localizzazione e congelamento dei beni provento di attività criminali; la normativa italiana in tema di giochi e scommesse, i dettagli tecnici inerenti le criptovalute, il  prelievo e la confisca degli asset virtuali, con un focus sulla collaborazione internazionale che consente di accedere ad una vasta gamma di dati finanziari e bancari, cruciali per ricostruire i complessi schemi di riciclaggio.Chiusi i lavori delle delegazioni dei due Paesi si è auspicato una prosecuzione della collaborazione in ambito formativo, al fine di avviare un percorso di creazione  e condivisione di esperienze e di buone prassi e consolidamento di capacità simili in favore degli esperti di settore.  

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2024/05/22 01:28:53
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