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Nel destino di ogni uomo può esserci una fine del mondo fatta solo per lui. Si chiama disperazione. L'anima è piena di stelle cadenti”

(Victor Hugo, l'uomo che ride 1869)
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"L'uomo che vuole nascere deve distruggere un mondo. Il sogno è la via segreta verso il profondo. Senza fantasia siamo ciechi"
(H. Hesse, "Demian", 1919)
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«È vero senza menzogna, certo e verissimo, che ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare il miracolo della cosa unica. E poiché tutte le cose sono e provengono da una sola, per la mediazione di una, così tutte le cose sono nate da questa cosa unica mediante adattamento. Il Sole è suo padre, la Luna è sua madre, il Vento l'ha portata nel suo grembo, la Terra è la sua nutrice. Il padre di tutto, il fine di tutto il mondo è qui. La sua forza o potenza è intera se essa è convertita in terra. Separerai la Terra dal Fuoco, il sottile dallo spesso dolcemente e con grande ingegno. Sale dalla Terra al Cielo e nuovamente discende in Terra e riceve la forza delle cose superiori e inferiori. Con questo mezzo avrai la gloria di tutto il mondo e per mezzo di ciò l'oscurità fuggirà da te. Questa è la forte fortezza di ogni forza: perché vincerà ogni cosa sottile e penetrerà ogni cosa solida. Così è stato creato il mondo. Da ciò deriveranno meravigliosi adattamenti, il cui metodo è qui. È perciò che sono stato chiamato Ermete Trismegisto, avendo le tre parti della filosofia di tutto il mondo. Completo è quello che ho detto dell'operazione del Sole.»

Tavola di Smeraldo

https://it.wikipedia.org/wiki/Tavola_di_smeraldo
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"...tutto ciò che esiste di terrestre e umano è diventato sempre più insignificante ai miei occhi. Quel sudicio parassita chiamato uomo. Provo disgusto quando constato che la visione di un poeta si limita a cantare le triviali azioni e sensazioni di questo strisciante insetto. Limitare i propri interessi alla dimensione umana, e guardare all'universo soltanto cogli occhi dell'essere umano, è per me un atteggiamento meschino e assurdo. Mi piace pensare all'universo come un' intelligenza cosmica isolata, posta fuori dallo spazio e dal tempo, e fare mio non soltanto il punto di vista umano, ma anche quello di forze che si contrappongo all'uomo, o che gli sono indifferenti e ne ignorano l'esistenza... quella crepuscolare dimensione dominata dalle tenebre, in cui le cose che conosciamo sono oscurate dall'infinità di quelle che non conosceremo mai- eccetto che in sogno. Non posso che ridere dell'eccezionale importanza accordata agli interessi umani, quando tra gli infiniti abissi di misteriosa luce e tenebre infestate soffiano venti d'etere i cui abitanti- demoni e spiriti alati- ignorano l'esistenza dell'uomo e persino la vita organica... l'autentico stupore che prova l'atomo al cospetto dell'infinito, la meraviglia, essenzialmente intellettuale, di colui che getta lo sguardo sugli insondabili, vorticanti e assurdi abissi che circondano il mondo intero, e di cui gli individui dominati dai sensi sono del tutto ignari"

H.P. Lovecraft, lettera a F.B. Long, 1922
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In ogni istante, nella non esistenza,
Tu formi immagini di fantasia dipinte,
Atte ad ogni pensiero.
Sulla lapide della realtà, nella tua fantasia
Io sono ebbro di desiderio di non-esistenza
Per ciò che non esiste,
Poiché l'Amato della non esistenza è più fedele

Jalal al-Din Rumi
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"Un simbolo implica qualcosa di vago, sconosciuto e inaccessibile... C' è un aspetto più ampio, vasto, 'inconscio' che non è mai stato definito con precisione o completamente spiegato. Quando la mente esplora il simbolo, viene portata a contatto con le idee che stanno al di là della facoltà razionali"

C.J. Jung, "simboli e interpretazione dei sogni"
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Presentazione della nuova pubblicazione Axis Mundi Edizioni [AXS005]

"I SIGNORI DEL COSMO. Gobekli Tepe, le grotte paleolitiche e la genesi della civiltà", con l'Autore Giorgio Lecchi.


Un viaggio spazio temporale tra i meandri e i simbolismi che parte dalle caverne paleolitiche, attraversa i circoli megalitici di Gobekli Tepe, Karahan Tepe e del Tas Tepeler fino a giungere agli ipogei etruschi. Toccheremo aspetti poco analizzati dall’archeologia ufficiale, pur utilizzando dati scentifici e certificati, come la archeocosmoteologia, l’archeoacustica, simbolismi e aspetti di rituali come quelli legati al culto dei crani e alla Via delle Anime che attraversano i millenni e riguardano le tradizioni di vari popoli fino ai giorni nostri. Scopriremo riti, tradizioni e oggetti a volte inusuali o a cui si è data una diversa interpretazione da quelle convenzionali. Scandaglieremo siti archeologici famosi ma anche quelli sconosciuti ai più ma che non per questo sono meno affascinanti e misteriosi. Un viaggio che ci permetterà di scoprire che i Paleolitici e i primi uomini del Neolitico preceramico sono diversi da quello che comunemente si crede e che uomini che per comodità chiamiamo sciamani hanno avuto un ruolo fondamentale nella genesi della nostra civiltà. Toccheremo anche aspetti più o meno oscuri legati a popoli mesopotamici fra cui i Sumeri, gli Ittiti, i Pelasgi che tanta influenza hanno avuto su Etruschi, Greci e i popoli italici di cui analizzeremo alcuni monumenti, oggetti e riti sempre nel rispetto di dati tangibili e verificabili.

https://axismundi.blog/en/prodotto/axs005-giorgio-lecchi-i-signori-del-cosmo-le-grotte-paleolitiche-gobekli-tepe-e-la-genesi-della-civilta/
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"Se l'uomo non spera l'insperabile non lo troverà perché esso è introvabile ed inaccessibile"

(Eraclito)
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Vidi il gran fiume che scende rovente,
fatto non d’acque ma d’anime perse,
che l’onda travolge urlando dolente,
sospinte da voci d’arcane converse
Meglio fu trarmi da tanta visione,
ché nulla ritorna da ciò ch’io mirai,
..tolsi il passo, e spensi ragione,
e ne le voragini d’ombra ai suoi piedi caddi
Su l’orlo d’un varco che pende in non dove,
là vidi le torri d’un regno caduto,
...ch’avean le colonne sì pieghe e sì nuove,
ché mai furon erte, né mai son venute.
Ed ivi reggea su trono sospeso
un’ombra che mai non avea forma vera,
ché volto e sembianza sfaceansi in atteso
mutevol sussurro di tetra preghiera
Là, su la mota che l’alme divora,
giacea distesa una serpe infinita,
ch’avea tre capi di nere dimore
bocche di belva che ruggian senza vita...
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"L'immaginazione è ricca, abbondante e meravigliosa; l'esistenza povera, secca e disincantata. Si abita, con un cuore pieno, un mondo vuoto"

R. F. de Chateaubriand
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Puhua (普化) è una figura piuttosto enigmatica e affascinante nella storia dello Zen cinese, vissuto durante la dinastia Tang (VIII-IX secolo). È principalmente conosciuto grazie al testo "Record of Linji" (Linji Yulu), che racconta le gesta e gli insegnamenti di Linji Yixuan, uno dei più importanti maestri Chan (Zen). Puhua compare lì come un personaggio molto fuori dagli schemi.

🥁 1. Il suono della campana del risveglio
Puhua è spesso descritto mentre cammina per le strade con una campana che suona costantemente, gridando frasi come:
"Il mondo è crollato!" oppure "Risvegliatevi!"
Questo gesto simbolico serviva a scuotere la consapevolezza delle persone e a spingerle verso l’illuminazione, fuori dalla loro routine mentale.

🧘‍♂️ 2. Un "pazzo santo" del Chan
Era noto per i suoi comportamenti eccentrici, spesso considerato un "pazzo santo": qualcuno che agisce in modo bizzarro, ma che in realtà è profondamente saggio. Questo tipo di figura esiste in molte tradizioni religiose (come i "fools for Christ" nel cristianesimo ortodosso).

💨 3. La sua morte "strana"
Secondo la leggenda, quando sentì che stava per morire, chiese ai suoi amici di seppellirlo vivo in una bara sotto terra. Ma quando questi riaprirono la bara poco dopo, era vuota. Nessuno seppe mai dove fosse andato. Alcuni credono che abbia raggiunto l'illuminazione e semplicemente sparito nel nulla.

🎵 4. Ha ispirato una scuola musicale-zen
La cosiddetta scuola Puhua (Fuke-shū) si sviluppò in Giappone nel periodo medievale. I monaci di questa scuola erano famosi per suonare il shakuhachi, un flauto di bambù, come pratica meditativa. Indossavano cappelli a cono che coprivano il viso, simbolo di distacco dall’ego.

https://en.wikipedia.org/wiki/Puhua
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l'anima deve essere resa mostruosa. Il poeta diventa veggente attraverso un lungo, tremendo e ragionato sconvolgimento. In tutte le forme di amore, sofferenza e follia, egli cerca se stesso; egli consuma in sé stesso tutti i veleni, in modo da conservare solo le quintessenze... Così raggiunge lo sconosciuto; e quando, al punto della pazzia, finisce perdendo l'intelligenza delle sue visioni, egli le ha contemplate!

A. Rimbaud
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"Il mondo in cui viviamo è un continuo spazio-temporale a quattro dimensioni. Lo spazio è un continuo tridimensionale. Con ciò intendiamo che possiamo descrivere la posizione di un punto(in quiete) per mezzo di tre numeri(coordinate) x, y, z, e che per ogni punto ne esistono altri ad esso arbitrariamente "vicini", la posizione dei quali può essere descritta da coordinate x1, y1, z1, che si approssimano a piacere, rispettivamente alle coordinate x,y,z, del punto anzidetto. In virtù di quest'ultima proprietà noi parliamo di un continuo, e grazie al fatto che esistono coordinate noi diciamo che esso è tridimensionale. In modo analogo, il mondo dei fisici, chiamato "mondo" da Minkowski, risulta naturalmente a quattro dimensioni in senso spaziotemporale. Esso è infatti composto di eventi singoli, ciascuno dei quali viene descritto da quattro numeri, e precisamente tre coordinate spaziali x,y,z, e una coordinata temporale, il valore del tempo t. Il "mondo" in questo senso è anche continuo; per ogni evento esistono infatti altrettanti eventi arbitrariamente "vicini" realizzati o per lo meno pensabili, le cui coordinate x1,y1,z1,t1, differiscono tanto poco quanto si vuole da quelle dell'x, y, z, t, originariamente considerato. Il motivo per cui non siamo abituati a considerare il mondo, preso in questo senso, come un continuo quadridimensionale è dovuto al fatto che nella fisica prerelativistica il tempo aveva un funzione diversa e più indipendente in confronto alle coordinate spaziali. E' questa la ragione della nostra inveterata abitudine a trattare il tempo come un continuo indipendente. In effetti, secondo la fisica classica, il tempo è assoluto, cioè indipendente dalla posizione e dallo stato di moto del sistema di coordinate. Ciò risulta espresso dall'ultima equazione della trasformazione galileiana(t'=t). E' stata la teoria della relatività a suggerirci di considerare "il mondo" come avente quattro dimensioni, poiché secondo tale teoria il tempo viene defraudato della sua indipendenza"

E. Einstein, "Relatività. Esposizione divulgativa"
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"Quel bosco, comprese più tardi, era la prima immagine della foresta del sapere segreto, l’aranya, descritta nei Veda. Era l’esatto contrario della rettangolare geometria del giardino in cui giocava. L’esoterico è la foresta, si legge in Ka, il luogo di una conoscenza segreta, iniziatica. Il fatto che le storie del Mahābhārata abbiano inizio in una foresta non era un caso agli occhi di Roberto. Anche i dialoghi dei Purana si svolgono in una foresta, luogo d’elezione per le dottrine segrete. Sempre in Ka, Roberto dice che nella foresta chi pensa è abbandonato a sé stesso ed è lì che si raggiunge il fondo diversamente velato dal brusio umano, si torna ad assomigliare all’animale selvaggio, massima approssimazione al puro pensiero. Il bosco compare più volte nei libri di Calasso. Nella Folie Baudelaire si dice sì l’inconscio, la nostra mente densa, labirintica e popolata da strane presenze, il luogo interiore dell’incontro con l’invisibile, che forma la trama segreta dell’esistente. Il bosco rappresenta ciò che per Calasso era il cuore del suo pensiero."
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"Questo mandala raffigura gli opposti del microcosmo all’interno del mondo macrocosmico e delle sue antinomie.
Alla sommità sta la figura del fanciullo nell’uovo alato, chiamato Erikapaios o Fanes, che in tal modo rimanda, come figura spirituale, agli dèi orfici.
Il suo oscuro antagonista nel profondo viene qui indicato come Abraxas. Egli rappresenta il dominus mundi, il signore di questo mondo fisico, ed è un creatore di natura contraddittoria. Da lui scaturisce l’albero della vita, con la scritta vita, mentre la sua controparte in alto è un albero di luce a forma di candelabro a sette bracci, con le scritte ignis (fuoco) ed Eros (amore). La sua luce mira al mondo spirituale del fanciullo divino. Di questo mondo spirituale fanno parte anche l’arte e la scienza: la prima rappresentata come serpente alato, la seconda come topo alato (in quanto attività dello scavare buche!).
Il candelabro si basa sul principio del numero spirituale tre (due volte tre fiamme, con l’unica fiamma grande al centro), mentre il mondo inferiore di Abraxas è caratterizzato dal cinque, il
numero dell’uomo naturale (due volte le cinque punte della sua stella). Gli animali che lo accompagnano nel mondo naturale sono un mostro diabolico e una larva. Quest’ultima rimanda alla morte e alla rinascita.
Un’altra suddivisione del mandala è quella orizzontale: un cerchio interno che simboleggia il corpo oppure il sangue; da esso esce (a sinistra) il serpente, che si avvolge intorno al fallo, principio generativo. Il serpente è chiaro e oscuro, mira al mondo oscuro della terra, della luna e del vuoto (perciò è indicato come Satana).
Il regno luminoso della pienezza si trova a destra, dove dal cerchio chiaro "frigus sive amor dei" [freddo o amore di Dio] si libra la colomba dello Spirito Santo, e dove la saggezza (Sophia) si riversa a destra e a sinistra da un calice a due coppe. Questa sfera femminile è quella del cielo.
Il cerchio maggiore, contraddistinto dalle punte o dai raggi, rappresenta un sole interiore; all’interno di questa sfera è ripetuto il macrocosmo, ma con il sopra e il sotto scambiati specularmente. Occorre immaginare che queste ripetizioni siano innumerevoli e che via via si rimpiccioliscano fino a raggiungere il centro più interno, il microcosmo vero e proprio."
-C.G.Jung

Art: "Systema Munditotius" è stato prodotto dallo stesso Jung.
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"la mente è ingannata con promesse di 'coscienza cosmica', e i sensi sono acquietati o ammaliati dalla costante reiterazione che se noi apriamo le nostre ali e voliamo possiamo raggiungere i rami più alti. Ma coloro che parlano così loquacemente di illuminazione, e chi respinge con facilità apparente le parti contrarie delle zone con le quali essi vantano famigliarità, immaginano realmente che esiste solamente una parte ?. È futile e falso immaginare una moneta soltanto con una faccia. Se i Sephiroth erano visti come globi, piuttosto che come ruote o dischi, i sentieri diventano di conseguenza più profondi ed apparentemente non come piatte aridità tra le zone ma come tunnel che perforavano profondamente lo spazio, perché l'Albero come un insieme è radicato nei vuoti interni e mistici della coscienza multidimensionale che non può essere rappresentata adeguatamente da un diagramma bidimensionale"

K. Grant, "Il lato notturno dell' Eden"(1977)
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"Appena fuori, sentì sul viso l'aria della notte e si accorse di trovarsi su uno stretto sentiero in mezzo a due abissi. A sinistra e a destra, per quanto riusciva a vedere, le mura della fortezza si perdevano in un precipizio profondo, benché il tetto si allargasse ancora sopra le sua testa; e davanti aveva gli abissi colmi di stelle, perché attraversavano l'intera terra e mostravano il cielo sottostante; e tra i due baratri s'insinuava lo stretto passaggio, e saliva in forte pendenza e i lati scendevano a strapiombo. E al di là degli abissi, dove il sentiero portava alle stanze più alte della fortezza, Leothric sentì i musicisti che suonavano le loro note magiche. E su e giù negli abissi frusciavano le ali dei vampiri che passavano avanti e indietro, e lodavano Satana in volo. Poco dopo avvistò il drago Thok steso attraverso il sentiero, che fingeva di dormire con la coda a penzoloni nel vuoto..."

Lord Dunsany, "La fortezza inespugnabile se non da Sacnoth" (1908)
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“Nessuno si ricorderà di noi quando il fiume del tempo avrà spazzato via ogni traccia di ciò che fummo.
Non vi saranno leggende, crolleranno i palazzi, i dati dei nostri computer scompariranno con loro.
I nostri fogli subiranno la furia del tempo, delle tempeste.
Nessuno rammenterà questo tempo perduto nell’etere quando non vi saranno più fili.
Così, ancora una volta, dimenticheremo."

(Anna Bellon, L'ultimo giorno, ed. Tipheret)
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2025/10/21 14:19:30
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