💫 "E quindi uscimmo a riveder le stelle"...
Per la notte di San Lorenzo una raccolta di cieli stellati, dall'arte egizia al contemporaneo (in copertina Vincent van Gogh, Notte stellata sul Rodano, 1888).
Per la notte di San Lorenzo una raccolta di cieli stellati, dall'arte egizia al contemporaneo (in copertina Vincent van Gogh, Notte stellata sul Rodano, 1888).
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Cieli stellati nell'arte
Una raccolta di cieli stellati e stelle cadenti, dall'arte egizia ai nostri tempi
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Il MULTI, Museo multimediale della lingua italiana, è un museo virtuale dedicato alla nostra lingua e alla sua storia. Un patrimonio da scoprire in modo interattivo con sei percorsi di visita: https://multi.unipv.it/it/
❤19👍7
Il tour virtuale per esplorare ogni angolo di Notre-Dame de Paris è su https://www.friendsofnotredamedeparis.org/virtual-tour-notre-dame/
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La nuova raccolta pittorica è dedicata all'attesa.
Pur essendo una condizione frequente e atavica, l’attesa compare tardi nell'arte, forse perché, anche quando la pittura ha iniziato a occuparsi della vita quotidiana, ha sempre dato spazio all'operosità o allo svago, non alla mancanza di entrambi. La sua comparsa dunque avviene all'incirca nell'Ottocento, quando il sentimento romantico ha scandagliato anche il senso di vuoto che dà l'attesa nobilitando quell'immobilità pensosa.
Chi aspetta è generalmente una donna ed è facile immaginare che l'oggetto dell'attesa sia un uomo. Spesso si tratta delle mogli dei pescatori che attendono il loro ritorno sulla riva del mare. Ma le tinte cupe dei dipinti non lasciano spazio all'immaginazione: è un'attesa piena di paura perché dal mare si può anche non fare più ritorno.
Ben diversa è l'attesa delle donne altolocate. Spesso sbirciano dalla finestra o aspettano al bar. In questo caso non un marito in pericolo ma probabilmente un corteggiatore. Dunque non c'è angoscia ma una certa trepidazione. E poi c'è l'attesa delle donne in attesa. Aspettare un bambino, aspettarlo per nove mesi, è tutto un susseguirsi di ogni emozione possibile, dalle più tetre alle più gioiose. Si attende anche in tante sale d'attesa, dall'avvocato o dal dottore.
Si chiamano attese, infine, anche tanti tagli di Lucio Fontana perché rappresentano un gesto meditativo e riflessivo dell'artista. Ogni taglio infatti è preceduto da un’attesa contemplativa, che conferisce all'opera una dimensione di sospensione spazio-temporale.
Pur essendo una condizione frequente e atavica, l’attesa compare tardi nell'arte, forse perché, anche quando la pittura ha iniziato a occuparsi della vita quotidiana, ha sempre dato spazio all'operosità o allo svago, non alla mancanza di entrambi. La sua comparsa dunque avviene all'incirca nell'Ottocento, quando il sentimento romantico ha scandagliato anche il senso di vuoto che dà l'attesa nobilitando quell'immobilità pensosa.
Chi aspetta è generalmente una donna ed è facile immaginare che l'oggetto dell'attesa sia un uomo. Spesso si tratta delle mogli dei pescatori che attendono il loro ritorno sulla riva del mare. Ma le tinte cupe dei dipinti non lasciano spazio all'immaginazione: è un'attesa piena di paura perché dal mare si può anche non fare più ritorno.
Ben diversa è l'attesa delle donne altolocate. Spesso sbirciano dalla finestra o aspettano al bar. In questo caso non un marito in pericolo ma probabilmente un corteggiatore. Dunque non c'è angoscia ma una certa trepidazione. E poi c'è l'attesa delle donne in attesa. Aspettare un bambino, aspettarlo per nove mesi, è tutto un susseguirsi di ogni emozione possibile, dalle più tetre alle più gioiose. Si attende anche in tante sale d'attesa, dall'avvocato o dal dottore.
Si chiamano attese, infine, anche tanti tagli di Lucio Fontana perché rappresentano un gesto meditativo e riflessivo dell'artista. Ogni taglio infatti è preceduto da un’attesa contemplativa, che conferisce all'opera una dimensione di sospensione spazio-temporale.
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L'attesa dipinta
Donne che aspettano sulla riva, donne che aspettano un bambino ma anche uomini in sala d'attesa e tram che non arrivano mai.
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Buon Ferragosto con una raccolta che ha il sapore dell'estate: le barche a vela nei dipinti.
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Le barche a vela nei dipinti
Dal Seicento al Novecento: barche a vela di pescatori e diportisti, regatanti e navigatori raffigurate dai pittori.
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Questo dipinto è di Félix Vallotton (1865-1925) e raffigura la spiaggia di Honfleur, una cittadina della Normandia. Realizzato nel 1919, mostra una moltitudine di persone quasi tutte di schiena mentre siedono o stanno in piedi davanti alla foce della Senna, con la costa di Le Havre sullo sfondo. La divisione in fasce orizzontali dà alla scena una grande ampiezza mentre due vele all'orizzonte e i bambini che giocano sulla riva restituiscono dinamismo a una visione piuttosto statica.
La datazione della tela, un anno dopo il termine della Grande Guerra, lascia immaginare che il pittore stesse cercando angoli di pace e normalità dopo il catastrofico conflitto. Durante la Prima Guerra Mondiale, infatti, Vallotton lavorò come pittore dell'esercito e realizzò immagini molto forti e una serie di xilografie intitolate "C'est la guerre". Passò gli ultimi anni dipingendo paesaggi sereni e luminosi.
Altre spiaggie nell'arte su https://www.didatticarte.it/Blog/?page_id=17846
La datazione della tela, un anno dopo il termine della Grande Guerra, lascia immaginare che il pittore stesse cercando angoli di pace e normalità dopo il catastrofico conflitto. Durante la Prima Guerra Mondiale, infatti, Vallotton lavorò come pittore dell'esercito e realizzò immagini molto forti e una serie di xilografie intitolate "C'est la guerre". Passò gli ultimi anni dipingendo paesaggi sereni e luminosi.
Altre spiaggie nell'arte su https://www.didatticarte.it/Blog/?page_id=17846
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I Trionfi di Cesare è uno spettacolare ciclo di nove tele dipinte da Andrea Mantegna tra il 1485 e il 1505 per conto di Francesco II Gonzaga (marchese di Mantova detto il "novo Cesare"). Amante della cultura classica, Mantegna si dedicò all'opera con entusiasmo. Tuttavia si trattò di un lavoro lungo e laborioso, tanto che alla morte dell'artista, nel 1506, il decimo "trionfo" rimase allo stadio di cartone preparatorio. Le varie scene, con trombettieri, carri, musici, prigionieri e portatori di trofei, dovevano apparire come un'unica processione osservata dietro un loggiato, da un punto di vista ribassato.
Nel 1629 le tele vennero acquistate da Carlo I d'Inghilterra che le collocò nel palazzo reale di Hampton Court, dove si possono ammirare ancora oggi (al momento si trovano alla National Gallery per via dei restauri di Hampton Court).
I nove dipinti in dettaglio su: https://www.rct.uk/collection/search#/1/collection/403958/the-triumphs-of-caesar-1-the-trumpeters
Nel 1629 le tele vennero acquistate da Carlo I d'Inghilterra che le collocò nel palazzo reale di Hampton Court, dove si possono ammirare ancora oggi (al momento si trovano alla National Gallery per via dei restauri di Hampton Court).
I nove dipinti in dettaglio su: https://www.rct.uk/collection/search#/1/collection/403958/the-triumphs-of-caesar-1-the-trumpeters
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La nuova raccolta pittorica è dedicata alle mie piante preferite: i cactus. Non pensavo di trovarne così tanti e così concentrati in pochi decenni. Il momento di gloria delle cactacee, infatti, è limitato agli anni Venti e Trenta del Novecento con una particolare predilezione da parte degli artisti tedeschi della Nuova Oggettività che nei cactus in vaso vedevano un'allusione all'asprezza della vita. Non mancano, naturalmente, esempi ottocenteschi ma in quei casi si tratta soprattutto di fichi d'India e agavi colti nei paesaggi del meridione d'Italia come elemento pittoresco da 'cartolina'.
Nella raccolta anche alcune sorprese: l'uomo-cactus di Redon, una natura morta di Morandi, una scultura di Balla e un'incisione di Escher.
Nella raccolta anche alcune sorprese: l'uomo-cactus di Redon, una natura morta di Morandi, una scultura di Balla e un'incisione di Escher.
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I cactus visti dai pittori
In natura o in vaso, pittoreschi o metafisici. I cactus nei dipinti hanno avuto una fortuna incredibile tra gli anni Venti e Trenta.
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Oggi, 26 agosto, è la Giornata mondiale del cane, un animale molto amato anche dagli artisti. La raccolta va dalla pittura rupestre alla Pop Art: https://www.didatticarte.it/Blog/?page_id=23941
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Il cane protagonista delle opere d'arte, dalla Preistoria al Novecento
Una raccolta tematica dedicata tutta al cane nell'arte, tra pitture rupestri, mosaici romani, dipinti moderni e sculture contemporanee.
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🍇 Iniziamo settembre con una raccolta pittorica dedicata alla vendemmia, l'attività agricola che caratterizzava questo mese negli antichi cicli dei mesi medievali.
In copertina "La vigna rossa" di Vincent van Gogh del 1888, l'unico dipinto che l'artista - per quel che è noto - riuscì a vendere in tutta la sua vita. L'opera fu acquistata per 400 franchi dalla pittrice e mecenate Anna Boch nel 1890, pochi mesi prima del suicidio del pittore, per passare poi nel 1906 nella collezione del russo Sergei Shchukin. Quando la sua collezione fu espropriata dai bolscevichi la tela confluì nel Museo Puškin delle belle arti di Mosca, dove si trova ancora oggi.
In copertina "La vigna rossa" di Vincent van Gogh del 1888, l'unico dipinto che l'artista - per quel che è noto - riuscì a vendere in tutta la sua vita. L'opera fu acquistata per 400 franchi dalla pittrice e mecenate Anna Boch nel 1890, pochi mesi prima del suicidio del pittore, per passare poi nel 1906 nella collezione del russo Sergei Shchukin. Quando la sua collezione fu espropriata dai bolscevichi la tela confluì nel Museo Puškin delle belle arti di Mosca, dove si trova ancora oggi.
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Scene di vendemmia nella storia dell'arte
Dipinti, sculture, mosaici, miniature e vetrate con immagini dell'a raccolta dell'uva, dagli Egizi al Novecento.
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Oggi vi presento una nuova raccolta pittorica dedicata alla girandola. Questo antico giocattolo, che fa la sua comparsa nell'arte verso la fine del XV secolo, è presente soprattutto in opere olandesi e giapponesi. Il motivo è semplice: si tratta di due culture che hanno dato molto spazio alla rappresentazione della vita quotidiana e al gioco dei bambini. Osservando la sequenza noterete che le girandole più antiche ruotavano sull'asse della bacchetta e avevano solo due piccole "pale" di carta. Alcune raffigurazioni lasciano pensare che i più piccoli adoperassero queste girandole a mo' di lancia imitando i tornei a cavallo degli adulti. Già nel Seicento appaiono girandole con asse orizzontale e un numero maggiore di pale, ma le creazioni più fantasiose si trovano nelle opere dell'estremo Oriente, dove la girandola aveva anche un significato spirituale di collegamento con i defunti.
Tra le opere della raccolta spiccano una tela di Monet dedicata al figlio Jean ancora in culla, con una girandola posata sulla coperta, e un dipinto di Andy Warhol che preannuncia la Pop Art.
Tra le opere della raccolta spiccano una tela di Monet dedicata al figlio Jean ancora in culla, con una girandola posata sulla coperta, e un dipinto di Andy Warhol che preannuncia la Pop Art.
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La girandola nella storia dell'arte
Giocattolo per bambini usato come lancia, simbolo di ingenuità o di stoltezza, la girandola è protagonista dell'arte olandese e giapponese.
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Oggi vi racconto la mia passeggiata bolognese fino al Santuario della Madonna di San Luca. Per arrivarci si percorre il portico più lungo del mondo, un unico percorso coperto di 666 campate e 3.800 metri di lunghezza che unisce Porta Saragozza al colle della Guardia.
Ho fatto questo itinerario quattro anni fa, in pieno luglio, un periodo dell'anno che non vi consiglio... ma settembre è proprio l'ideale!
Ho fatto questo itinerario quattro anni fa, in pieno luglio, un periodo dell'anno che non vi consiglio... ma settembre è proprio l'ideale!
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Una passeggiata lungo i portici di San Luca a Bologna
È notizia fresca di stampa l'iscrizione dei portici di Bologna nella lista Unesco dei patrimoni dell'umanità. Un titolo meritatissimo...
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Stasera potremo ammirare da tutt'Italia un'eclissi totale di Luna. Si tratta di un fenomeno raffigurato raramente nella storia dell'arte: la maggior parte delle immagini, come questa tratta da un manoscritto francese dell'XI secolo, si riferisce all'Apocalisse e in particolare allo squillo della quarta tromba che causa l'oscuramento di un terzo di Sole, un terzo di Luna e un terzo delle stelle. Molto più frequente è invece la rappresentazione dell'eclissi di Sole, evento ben più spettacolare che per secoli è stato connotato di significati infausti.
Una raccolta di dipinti sull'eclissi di Sole è qui: https://www.didatticarte.it/Blog/?page_id=31600
Una raccolta di dipinti sull'eclissi di Sole è qui: https://www.didatticarte.it/Blog/?page_id=31600
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Oggi la Chiesa Cattolica e quella Ortodossa celebrano la nascita di Maria, episodio narrato nel Protovangelo di Giacomo, uno dei vangeli apocrifi. I dipinti che raffigurano quell'evento, concentrati soprattutto tra Trecento e Seicento, si distinguono facilmente dalle Natività di Cristo perché la scena si svolge sempre in una stanza con Sant'Anna distesa sul letto e numerose donne tra ancelle e levatrici che aiutano dopo il parto. Spesso la neonata viene lavata in una tinozza mentre alla madre vengono portate bacinelle d'acqua per lavarsi e cibo per recuperare le forze (in particolare uova). La stanza è arredata secondo il gusto dell'epoca, aspetto che ci consente di conoscere nel dettaglio la cultura materiale del periodo nonché le usanze legate al parto.
Nella raccolta anche autori del calibro di Giotto, Perugino e Annibale Carracci.
Nella raccolta anche autori del calibro di Giotto, Perugino e Annibale Carracci.
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La Natività di Maria nelle opere d'arte
La nascita della Madonna dal Trecento al Seicento, una scena che racconta una storia sacra ma anche un pezzo di vita quotidiana del passato.
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🌰 Per la serie del cibo di stagione oggi esploriamo le castagne nella storia dell’arte.
Per secoli le castagne sono state un alimento fondamentale, conosciuto come "pane dei poveri" per il loro valore nutritivo. Venivano usate fresche, essiccate, bollite, arrostite o in farina. Nel Tacuinum Sanitatis, un trattato medico medievale, erano consigliate per stimolare l'appetito e curare nausea e vomito, anche se potevano causare gonfiore addominale (ventositate).
Nella raccolta, tante nature morte e molte caldarroste.
Per secoli le castagne sono state un alimento fondamentale, conosciuto come "pane dei poveri" per il loro valore nutritivo. Venivano usate fresche, essiccate, bollite, arrostite o in farina. Nel Tacuinum Sanitatis, un trattato medico medievale, erano consigliate per stimolare l'appetito e curare nausea e vomito, anche se potevano causare gonfiore addominale (ventositate).
Nella raccolta, tante nature morte e molte caldarroste.
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Le castagne nell'arte
Dal Seicento al Novecento: nature morte e scene di genere dedicati alle castagne
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Tutto sulla Cappella Sansevero di Napoli, un luogo ricco di capolavori dove è conservata la celebra scultura del Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino del 1753: https://www.museosansevero.it
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In questi giorni ricomincia la scuola. Ma com'erano le scuole del passato? Una raccolta tematica di dipinti dal Seicento al Novecento ci racconta di classi affollate e spesso senza banchi, confusione e punizioni corporali ma anche impegno, fatica e dedizione.
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La scuola vista dai pittori
Scuole, classi, studenti e studentesse, maestre e professori dal Seicento al Novecento.
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La raccolta tematica di oggi riguarda il Giudizio Universale, un soggetto molto frequente nel Medioevo e nel Rinascimento. Spesso era raffigurato sulla controfacciata delle chiese, cioè il lato interno del prospetto, affinché fosse l'ultima immagine vista dai fedeli che uscivano dalla chiesa e fungesse da monito: chi vive nel peccato finirà all'Inferno. Per questo motivo la zona del Giudizio dedicata ai dannati è particolarmente macabra, con demoni orribili e torture indicibili. Nel lato dei giusti, alla destra di Cristo (ma sul lato sinistro per l'osservatore), c'è invece armonia e ordine.
Cristo è assiso in trono, dentro una mandorla, forma che simboleggia rinascita e che, essendo formata da due archi di cerchio, rappresenta anche la doppia natura umana e divina di Cristo. Accanto a lui Maria, Giovanni e gli altri apostoli. In alto ci sono schiere angeliche e angeli tubicini, cioè quelli che suonano le trombe del Giudizio. In basso stanno invece le tombe scoperchiate dalla quale fuoriescono le anime. Queste verranno sollevate verso l'alto se faranno parte degli eletti o trascinate in basso se condannate alla dannazione eterna. Si crea così una sorta di vortice di corpi con cui si manifesta la giustizia divina.
Nella raccolta troverete una quarantina di esempi di grandi artisti (ma anche di autori sconosciuti) che hanno saputo reinterpretare in modo potente e visionario un tema così complesso.
Cristo è assiso in trono, dentro una mandorla, forma che simboleggia rinascita e che, essendo formata da due archi di cerchio, rappresenta anche la doppia natura umana e divina di Cristo. Accanto a lui Maria, Giovanni e gli altri apostoli. In alto ci sono schiere angeliche e angeli tubicini, cioè quelli che suonano le trombe del Giudizio. In basso stanno invece le tombe scoperchiate dalla quale fuoriescono le anime. Queste verranno sollevate verso l'alto se faranno parte degli eletti o trascinate in basso se condannate alla dannazione eterna. Si crea così una sorta di vortice di corpi con cui si manifesta la giustizia divina.
Nella raccolta troverete una quarantina di esempi di grandi artisti (ma anche di autori sconosciuti) che hanno saputo reinterpretare in modo potente e visionario un tema così complesso.
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Il Giudizio Universale secondo gli artisti
Dal Medioevo all'Ottocento, il giorno del Giudizio Universale tra miniature, affreschi, bassorilievi, mosaici, incisioni e quadri.
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Ho appena finito un nuovo articolo. Era da due mesi che non riuscivo a scrivere un testo sul mio blog ma finalmente ho trovato il tempo per raccontarvi una storia affascinante di arte collettiva, di creatività dal basso e di bellezza effimera, fatta solo di luce. È "Piazza della Palla", un progetto del 1980 ideato da Mario Mariotti sulla Basilica di Santo Spirito a Firenze.
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Mario Mariotti e le facciate virtuali per Santo Spirito
Nel 1980 la facciata di Santo Spirito a Firenze è stata protagonista di un evento collettivo con proiezioni fantasiose e visioni geniali.
❤21🤩9
Fioriture di stagione: i ciclamini nei dipinti.
Nonostante si tratti di fiori con profondi significati simbolici diffusi fin dai tempi antichi (erano collegati alla rinascita e all'amore eterno), i ciclamini sono stati dipinti soprattutto nel Novecento per via della loro delicata eleganza e della forma particolare, che li distingue da qualsiasi altro fiore. Li hanno dipinti persino artisti come Matisse, Kirchner, Picasso e Freud.
Nonostante si tratti di fiori con profondi significati simbolici diffusi fin dai tempi antichi (erano collegati alla rinascita e all'amore eterno), i ciclamini sono stati dipinti soprattutto nel Novecento per via della loro delicata eleganza e della forma particolare, che li distingue da qualsiasi altro fiore. Li hanno dipinti persino artisti come Matisse, Kirchner, Picasso e Freud.
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I ciclamini dipinti
Una raccolta tematica sui ciclamini in pittura dal XVII al XX secolo
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