Israele rompe la tregua
👉 Leggi il Daily Focus di oggi: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/israele-rompe-la-tregua-203138
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🇪🇺 ReArm Europe: di più, ma insieme?
Poche ore fa la Commissione ha pubblicato l’atteso White Paper sul piano europeo di riarmo. Oltre a ribadire il piano per 800 miliardi di euro di maggiori spese per la difesa (un mix di debito europeo e nazionale), la Commissione pone l’accento su quello che va ancora (molto) migliorato. Per esempio, la duplicazione dei sistemi d’arma. Per ogni sistema d’arma statunitense i paesi UE ne hanno in media ben 7. Eliminare queste ridondanze creando una difesa davvero comune permetterebbe di ridurre le spese del 10-30%. Sembra però che l’appetito degli stati nazionali per riforme di questa portata sia assente. Non resta, dunque, che spendere di più.
👉 Il grafico del giorno: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/rearm-europe-di-piu-ma-insieme-203287
👉 Parliamo del White Paper anche in questo approfondimento: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/difesa-ue-il-nuovo-libro-bianco-e-la-svolta-strategica-delleuropa-203221
Poche ore fa la Commissione ha pubblicato l’atteso White Paper sul piano europeo di riarmo. Oltre a ribadire il piano per 800 miliardi di euro di maggiori spese per la difesa (un mix di debito europeo e nazionale), la Commissione pone l’accento su quello che va ancora (molto) migliorato. Per esempio, la duplicazione dei sistemi d’arma. Per ogni sistema d’arma statunitense i paesi UE ne hanno in media ben 7. Eliminare queste ridondanze creando una difesa davvero comune permetterebbe di ridurre le spese del 10-30%. Sembra però che l’appetito degli stati nazionali per riforme di questa portata sia assente. Non resta, dunque, che spendere di più.
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Trump chiama Putin, ma la tregua in Ucraina non è più vicina
👉 Leggi il Daily Focus di oggi: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/trump-chiama-putin-ma-la-tregua-in-ucraina-non-e-piu-vicina-203273
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⚠️ Riprende l’assedio della Striscia
Il cessate il fuoco a Gaza è finito. Ormai da un paio di giorni, Israele ha ripreso i bombardamenti sull’enclave palestinese. Le prime stime delle vittime rilasciate dal ministero della salute gestito da Hamas registrano più di 400 morti solo negli ultimi giorni, numeri che per intensità ricordano i primi mesi di conflitto. Dopo aver chiuso l’accesso agli aiuti umanitari e all’elettricità a Gaza, Israele ha anche ripreso le operazioni militari di terra, riprendendo il controllo del corridoio di Neztarim che divide la Striscia tra nord e sud. Le speranze che la fase 1 del cessate il fuoco portasse a una cessazione più duratura delle ostilità sembrano purtroppo tramontate.
👉 Il grafico del giorno: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/riprende-lassedio-della-striscia-203547
Il cessate il fuoco a Gaza è finito. Ormai da un paio di giorni, Israele ha ripreso i bombardamenti sull’enclave palestinese. Le prime stime delle vittime rilasciate dal ministero della salute gestito da Hamas registrano più di 400 morti solo negli ultimi giorni, numeri che per intensità ricordano i primi mesi di conflitto. Dopo aver chiuso l’accesso agli aiuti umanitari e all’elettricità a Gaza, Israele ha anche ripreso le operazioni militari di terra, riprendendo il controllo del corridoio di Neztarim che divide la Striscia tra nord e sud. Le speranze che la fase 1 del cessate il fuoco portasse a una cessazione più duratura delle ostilità sembrano purtroppo tramontate.
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Turchia in piazza per Imamoglu e la democrazia
👉 Leggi il Daily Focus di oggi: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/turchia-in-piazza-per-imamoglu-e-la-democrazia-203546
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🇺🇦 Aiuti all’Ucraina, tra il dire e il fare...
Un summit che avrebbe dovuto dimostrare la solidarietà europea all’Ucraina di fronte alle reticenze dell’amministrazione Trump si è concluso con un nulla di fatto. Dopo che a febbraio una prima proposta era stata affossata dal veto ungherese, l’Alto rappresentante dell’UE Kaja Kallas aveva provato a rilanciare con un pacchetto da 40 miliardi di euro di aiuti militari (provenienti dagli arsenali dei singoli paesi membri). L’Alto rappresentante non si è però assicurata il sostegno di tutti i governi nazionali. Per questo anche questa proposta è sfumata, e altrettanto ha fatto quella ancora più ridotta di spenderne 5 per urgenti forniture di munizioni, come richiesto da Zelensky. Così Kiev, al momento, rimane sempre più sola.
👉 Il grafico del giorno: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/aiuti-allucraina-tra-il-dire-e-il-fare-203710
Un summit che avrebbe dovuto dimostrare la solidarietà europea all’Ucraina di fronte alle reticenze dell’amministrazione Trump si è concluso con un nulla di fatto. Dopo che a febbraio una prima proposta era stata affossata dal veto ungherese, l’Alto rappresentante dell’UE Kaja Kallas aveva provato a rilanciare con un pacchetto da 40 miliardi di euro di aiuti militari (provenienti dagli arsenali dei singoli paesi membri). L’Alto rappresentante non si è però assicurata il sostegno di tutti i governi nazionali. Per questo anche questa proposta è sfumata, e altrettanto ha fatto quella ancora più ridotta di spenderne 5 per urgenti forniture di munizioni, come richiesto da Zelensky. Così Kiev, al momento, rimane sempre più sola.
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Netanyahu contro Bar (e contro tutti)
👉 Leggi il Daily Focus di oggi: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/netanyahu-contro-bar-e-contro-tutti-203723
🎙 Cosa accadrà adesso che Israele ha rotto la tregua a Gaza? Ne parliamo nel nuovo episodio di Globally: https://www.youtube.com/watch?v=wcSPSHjOLps
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🇹🇷 La crisi politica turca allarma i mercati
La conferma dell’arresto domenica del principale avversario politico di Erdogan alle prossime elezioni presidenziali potrebbe costare, e non poco, alla Turchia. I mercati, infatti, hanno reagito bruscamente: il tasso d’interesse sui bond nazionali a 2 anni, misura della rischiosità nel breve periodo del paese, è schizzato al 45%. L’aumento della “forbice” tra questi ultimi e i bond a 10 anni è un indizio del fatto che gli investitori valutino molto più rischioso prestare alla Turchia su un orizzonte breve invece che lungo. E questo la dice lunga sulla percezione della (in)stabilità del paese.
👉 Il grafico del giorno: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/la-crisi-politica-turca-allarma-i-mercati-203795
La conferma dell’arresto domenica del principale avversario politico di Erdogan alle prossime elezioni presidenziali potrebbe costare, e non poco, alla Turchia. I mercati, infatti, hanno reagito bruscamente: il tasso d’interesse sui bond nazionali a 2 anni, misura della rischiosità nel breve periodo del paese, è schizzato al 45%. L’aumento della “forbice” tra questi ultimi e i bond a 10 anni è un indizio del fatto che gli investitori valutino molto più rischioso prestare alla Turchia su un orizzonte breve invece che lungo. E questo la dice lunga sulla percezione della (in)stabilità del paese.
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Fuoco su Gaza, Netanyahu senza freni
👉 Leggi il Daily Focus di oggi: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/fuoco-su-gaza-netanyahu-senza-freni-203801
🎙 Cosa accadrà adesso che Israele ha rotto la tregua a Gaza? Ne parliamo nel nuovo episodio di Globally: https://www.youtube.com/watch?v=wcSPSHjOLps
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🇻🇪 Venezuela, cresce la pressione su Maduro
Ieri Trump ha annunciato nuove misure per mettere pressione al governo di Maduro. L’idea è quella di imporre dazi supplementari (+25%) ai beni dei paesi che, a partire dal 2 aprile, continueranno a importare petrolio venezuelano. La decisione, stranamente, è arrivata proprio dopo che il governo di Caracas aveva ripreso a collaborare con le espulsioni di migranti messe in atto dal presidente statunitense. Oltre ad alzare la pressione su Maduro, la mossa sembra anche voler tassare “indirettamente” le importazioni dalla Cina, che oggi è il principale acquirente di petrolio venezuelano. Piccolo paradosso: Washington è il secondo.
👉 Il grafico del giorno: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/venezuela-cresce-la-pressione-su-maduro-203908
Ieri Trump ha annunciato nuove misure per mettere pressione al governo di Maduro. L’idea è quella di imporre dazi supplementari (+25%) ai beni dei paesi che, a partire dal 2 aprile, continueranno a importare petrolio venezuelano. La decisione, stranamente, è arrivata proprio dopo che il governo di Caracas aveva ripreso a collaborare con le espulsioni di migranti messe in atto dal presidente statunitense. Oltre ad alzare la pressione su Maduro, la mossa sembra anche voler tassare “indirettamente” le importazioni dalla Cina, che oggi è il principale acquirente di petrolio venezuelano. Piccolo paradosso: Washington è il secondo.
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🇺🇸 Usa, Europa e il disprezzo via chat
👉 Leggi il Daily Focus di oggi: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/usa-europa-e-il-disprezzo-via-chat-203913
👉Partecipa all'evento online "Gli accordi di Trump, bluff o strategia?", il giorno 26 marzo alle ore 18:00: https://www.ispionline.it/it/evento/gli-accordi-di-trump-bluff-o-strategia
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🇺🇦 Cessate il fuoco nel mar Nero: do ut des?
I negoziati in Arabia Saudita tra Ucraina, USA e Russia sembrano aver portato qualche (magro) frutto. Ma prima che possa entrare in vigore la tregua nel mar Nero, che andrebbe ad integrare l’interruzione di 30 giorni degli attacchi verso infrastrutture energetiche, Mosca chiede il ritiro delle sanzioni occidentali alle sue banche agricole, che si occupano di fornire credito al settore. Il paradosso è che queste sanzioni hanno avuto un effetto insignificante, tanto che la Russia non ha mai esportato così tanti cereali (65 tonnellate nel 2024, quasi il 75% in più rispetto alla media del decennio pre-invasione). Che le richieste di Mosca siano solo l’ultimo escamotage per aggirare l’esclusione del sistema finanziario russo da SWIFT, il sistema di pagamenti internazionali?
👉 Il grafico del giorno: https://www.ispionline.it/en/publication/cessate-il-fuoco-nel-mar-nero-do-ut-des-204011
I negoziati in Arabia Saudita tra Ucraina, USA e Russia sembrano aver portato qualche (magro) frutto. Ma prima che possa entrare in vigore la tregua nel mar Nero, che andrebbe ad integrare l’interruzione di 30 giorni degli attacchi verso infrastrutture energetiche, Mosca chiede il ritiro delle sanzioni occidentali alle sue banche agricole, che si occupano di fornire credito al settore. Il paradosso è che queste sanzioni hanno avuto un effetto insignificante, tanto che la Russia non ha mai esportato così tanti cereali (65 tonnellate nel 2024, quasi il 75% in più rispetto alla media del decennio pre-invasione). Che le richieste di Mosca siano solo l’ultimo escamotage per aggirare l’esclusione del sistema finanziario russo da SWIFT, il sistema di pagamenti internazionali?
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L'ossessione di Trump per la Groenlandia
👉 Leggi il Daily Focus di oggi: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/lossessione-di-trump-per-la-groenlandia-204001
🛑 Partecipa all'evento online "Gli accordi di Trump, bluff o strategia?", oggi alle ore 18:00: https://www.ispionline.it/it/evento/gli-accordi-di-trump-bluff-o-strategia
👉 Leggi il Daily Focus di oggi: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/lossessione-di-trump-per-la-groenlandia-204001
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💸 Dazi: le auto nel mirino di Trump
Donald Trump ha, di nuovo, annunciato dazi addizionali a partire dal 3 aprile. Il bersaglio questa volta sono le automobili e le loro componenti. La misura, un dazio del 25%, creerebbe ovviamente vincitori e sconfitti. In quest’ultimo gruppo si trovano per esempio le tedesche Volkswagen e Mercedes Benz, che importano rispettivamente l’80% e il 63% dei veicoli che poi vendono sul mercato statunitense. Colpite anche se in misura minore Stellantis (che importa “solo” il 45%) e, paradossalmente, l’americana General Motors (46%). C’è un solo chiaro vincitore e non è il consumatore medio americano ma Elon Musk, la cui azienda (Tesla) già produce in loco la quasi totalità delle auto destinate al mercato statunitense.
👉 Il grafico del giorno: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/dazi-le-auto-nel-mirino-di-trump-204068
Donald Trump ha, di nuovo, annunciato dazi addizionali a partire dal 3 aprile. Il bersaglio questa volta sono le automobili e le loro componenti. La misura, un dazio del 25%, creerebbe ovviamente vincitori e sconfitti. In quest’ultimo gruppo si trovano per esempio le tedesche Volkswagen e Mercedes Benz, che importano rispettivamente l’80% e il 63% dei veicoli che poi vendono sul mercato statunitense. Colpite anche se in misura minore Stellantis (che importa “solo” il 45%) e, paradossalmente, l’americana General Motors (46%). C’è un solo chiaro vincitore e non è il consumatore medio americano ma Elon Musk, la cui azienda (Tesla) già produce in loco la quasi totalità delle auto destinate al mercato statunitense.
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L'Europa dei volenterosi
👉 Leggi il Daily Focus di oggi: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/leuropa-dei-volenterosi-204059
✍️ 🇪🇺 Leggi anche l'approfondimento sul futuro della difesa europea: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/il-futuro-della-difesa-europea-tra-mito-e-realta-203997
👉 Leggi il Daily Focus di oggi: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/leuropa-dei-volenterosi-204059
✍️ 🇪🇺 Leggi anche l'approfondimento sul futuro della difesa europea: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/il-futuro-della-difesa-europea-tra-mito-e-realta-203997
🇲🇲 Myanmar: emergenza nell’emergenza?
Il Myanmar è stato colpito dal peggior terremoto degli ultimi 100 anni, una scossa di magnitudo 7,7 che ha fatto tremare anche paesi confinanti, come Thailandia e Vietnam. Non si hanno ancora stime precise dei danni e delle vittime ma il fatto che la giunta militare, che ormai controlla solo una parte limitata del paese, abbia rivolto un raro appello alla comunità internazionale è significativo. Il Myanmar, infatti, è ormai da 4 anni in preda ad una guerra civile (anzi, a più guerre civili simultanee) che ha lasciato milioni di persone sfollate e gettato il paese in una crisi umanitaria. Oltre a indebolire il sistema sanitario, che potrebbe non essere in grado di gestire quest’ultima crisi.
👉 Il grafico del giorno: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/myanmar-emergenza-nellemergenza-204182
Il Myanmar è stato colpito dal peggior terremoto degli ultimi 100 anni, una scossa di magnitudo 7,7 che ha fatto tremare anche paesi confinanti, come Thailandia e Vietnam. Non si hanno ancora stime precise dei danni e delle vittime ma il fatto che la giunta militare, che ormai controlla solo una parte limitata del paese, abbia rivolto un raro appello alla comunità internazionale è significativo. Il Myanmar, infatti, è ormai da 4 anni in preda ad una guerra civile (anzi, a più guerre civili simultanee) che ha lasciato milioni di persone sfollate e gettato il paese in una crisi umanitaria. Oltre a indebolire il sistema sanitario, che potrebbe non essere in grado di gestire quest’ultima crisi.
👉 Il grafico del giorno: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/myanmar-emergenza-nellemergenza-204182
La crisi dei due Sudan
🌍 Leggi il Daily Focus di oggi: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/la-crisi-dei-due-sudan-204185
🎙 Cosa ci dice l'arresto di İmamoğlu sullo stato attuale della democrazia in Turchia? Ne parliamo nel nuovo episodio di Globally, il nostro podcast dedicato alla geopolitica: https://www.youtube.com/watch?v=FtY5yhFQoB8
🌍 Leggi il Daily Focus di oggi: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/la-crisi-dei-due-sudan-204185
🎙 Cosa ci dice l'arresto di İmamoğlu sullo stato attuale della democrazia in Turchia? Ne parliamo nel nuovo episodio di Globally, il nostro podcast dedicato alla geopolitica: https://www.youtube.com/watch?v=FtY5yhFQoB8
🛢Il petrolio di Mosca finisce nel mirino di Trump
Nella sua imprevedibilità, ieri, Donald Trump ha annunciato che imporrà sanzioni secondarie – simili a quelle minacciate contro il Venezuela – sugli importatori di petrolio russo se Mosca continuerà a temporeggiare sulla tregua. Con Zelensky, invece, il tono rimane duro e Trump aggiunge che, se dovesse provare a tirarsi indietro dall’accordo sulle terre rare, sarebbe in “guai grossi”. Insomma, nonostante la fiducia riposta in Mosca, il presidente statunitense spinge per chiudere la questione ucraina il prima possibile e chiunque gli metta i bastoni tra le ruote rischia di attirare le sue ire. E i suoi dazi.
👉 Il grafico del giorno: ispionline.it/it/pubblicazione/il-petrolio-di-mosca-finisce-nel-mirino-di-trump-204287
🇺🇦 Scopri anche "Russia-Ucraina: i nodi da sciogliere per arrivare alla pace, spiegati in 6 grafici": https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/russia-ucraina-i-nodi-da-sciogliere-per-arrivare-alla-pace-spiegati-in-6-grafici-204124
Nella sua imprevedibilità, ieri, Donald Trump ha annunciato che imporrà sanzioni secondarie – simili a quelle minacciate contro il Venezuela – sugli importatori di petrolio russo se Mosca continuerà a temporeggiare sulla tregua. Con Zelensky, invece, il tono rimane duro e Trump aggiunge che, se dovesse provare a tirarsi indietro dall’accordo sulle terre rare, sarebbe in “guai grossi”. Insomma, nonostante la fiducia riposta in Mosca, il presidente statunitense spinge per chiudere la questione ucraina il prima possibile e chiunque gli metta i bastoni tra le ruote rischia di attirare le sue ire. E i suoi dazi.
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Francia: Le Pen condannata, incognita Eliseo
👉 Leggi il Daly Focus di oggi: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/francia-le-pen-condannata-incognita-eliseo-204276
📲 Avevamo parlato della storia politica, e familiare, della Le Pen anche qui: https://www.instagram.com/p/C8tztyjCohN/?utm_source=ig_web_copy_link&igsh=MzRlODBiNWFlZA==
👉 Leggi il Daly Focus di oggi: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/francia-le-pen-condannata-incognita-eliseo-204276
📲 Avevamo parlato della storia politica, e familiare, della Le Pen anche qui: https://www.instagram.com/p/C8tztyjCohN/?utm_source=ig_web_copy_link&igsh=MzRlODBiNWFlZA==
⚠️ Nuove esercitazioni cinesi intorno a Taiwan
La Cina ha lanciato oggi una nuova esercitazione nelle acque intorno all’isola di Taiwan, la più grande dell’ultimo anno. L’azione arriva solo pochi giorni dopo il rinnovo, da parte del segretario alla Difesa statunitense Hegseth, dell’impegno a limitare l’influenza cinese nell’area. Le dichiarazioni, però, potrebbero non bastare per rassicurare Taipei, visto che lo stesso Trump in campagna elettorale aveva ventilato l’idea che l’isola avrebbe dovuto pagare Washington per la sua sicurezza. Pechino, che mal tollera il presidente taiwanese Lai, tanto da chiamarlo “parassita”, potrebbe star sondando proprio fin dove si può spingere.
👉 Il grafico del giorno: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/nuove-esercitazioni-cinesi-intorno-a-taiwan-204389
La Cina ha lanciato oggi una nuova esercitazione nelle acque intorno all’isola di Taiwan, la più grande dell’ultimo anno. L’azione arriva solo pochi giorni dopo il rinnovo, da parte del segretario alla Difesa statunitense Hegseth, dell’impegno a limitare l’influenza cinese nell’area. Le dichiarazioni, però, potrebbero non bastare per rassicurare Taipei, visto che lo stesso Trump in campagna elettorale aveva ventilato l’idea che l’isola avrebbe dovuto pagare Washington per la sua sicurezza. Pechino, che mal tollera il presidente taiwanese Lai, tanto da chiamarlo “parassita”, potrebbe star sondando proprio fin dove si può spingere.
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