🇪🇺 In UE abbiamo nuove regole sul debito

Oggi il Parlamento europeo ha approvato la riforma del Patto di stabilità e crescita. Malgrado gli annunci, di fatto non ci sono grandi sconvolgimenti rispetto alla versione precedente del Patto. Resta per esempio la necessità di non “sforare” la soglia del 3% nel rapporto deficit/PIL, o di rientrarvi entro alcuni anni. Ma quel che cambia davvero è che le regole tornano a essere applicate, dopo essere state sospese per quattro anni a seguito della pandemia. Il che significa che da giugno, subito dopo le elezioni europee, è quasi certo che la Commissione europea avvierà per l’Italia (tra altri paesi) le procedure per debito eccessivo. Con annesse le usuali polemiche tra falchi e colombe.

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Unrwa, accusata senza prove

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🇷🇺 Oggi è uscito il nuovo video di “Dispacci dalla Russia” in cui cerchiamo di fare chiarezza sulla strategia russa in ambito nucleare. Puoi vederlo qua: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/dispacci-dalla-russia-qual-e-la-strategia-nucleare-russa-171612
🇪🇺 Competitività: l’Unione fa la forza?

In questi giorni la Commissione europea dovrebbe pubblicare un rapporto sulla competitività dell’Unione. Già Mario Draghi, in vista del Consiglio europeo della settimana scorsa, aveva anticipato i temi del rapporto che sta preparando. Invitando i Paesi europei a non focalizzarsi troppo sulla competizione interna, cioè tra di loro, e a guardare di più all’esterno. In effetti, se prendiamo una dimensione della competitività come la quantità di PIL prodotta per ora lavorata (produttività), notiamo che i due aspetti andrebbero affrontati insieme. Da un lato, è vero che negli ultimi 25 anni l’Eurozona ha perso molto terreno rispetto agli Stati Uniti. Ma se ancora oggi la Germania non è molto distante dagli USA, tra questi ultimi e l’Italia si è spalancata una voragine. Forse la spiegazione per cui tra alleati europei la diffidenza rimane ancora così alta.

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UK: la deportazione dei migranti in Rwanda è legge

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🇪🇺 UE: tutti contro Ursula

Le elezioni europee entrano nel vivo: alle 19 di stasera si terrà il dibattito tra la presidente della commissione uscente, Ursula von der Leyen, e i suoi rivali. Von der Leyen è stata confermata a marzo dal Partito popolare europeo, che la propone per un secondo mandato. In teoria, contro di lei si parano sette diversi candidati. Ma a sentire ciò che chiede la maggioranza degli stessi parlamentari europei (secondo cui prescelto alla guida della Commissione deve essere la persona proposta dal partito che ottiene più voti a giugno) solo Nicolas Schmit, il lussemburghese candidato dai socialisti, ha qualche chance di poterle contendere lo scettro. La realtà sarà probabilmente diversa: i giochi si faranno a luglio, quando i leader dovranno negoziare davvero. E qui il peso di Von der Leyen sarà più quello di essere la Presidente uscente che il candidato dei popolari.

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Gaza, tra tregua e invasione

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💣 La Cina arma la Russia in Ucraina

Le sanzioni avrebbero dovuto tagliare le gambe alla capacità bellica russa, ma i dati fotografano un’immagine diversa. È l’immagine di una “alleanza” implicita tra Cina e Russia, almeno sul piano strategico e militare, che si è rafforzata nel corso degli ultimi dodici mesi. Formalmente, Pechino continuare a ribadire la propria neutralità nel conflitto russo-ucraino. E non intende certo dare “pasti gratis” a Mosca, come dimostrato dalla riluttanza cinese nell’investire su nuovi gasdotti che dovrebbero portare a est il gas che Mosca non può (e non vuole) più vendere all’Europa. Tuttavia, i dati parlano chiaro: da marzo 2023, data dell’ultimo incontro diretto tra Xi e Putin (proprio a Mosca), più di un componente militare critico su due importato dai russi arriva dalla Cina.

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Elezioni europee: conto alla rovescia

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📈 L’inflazione in Europa e USA è ancora troppo alta

Oggi il presidente della Federal Reserve americana, Jerome Powell, ha annunciato che non sono in programma altri tagli dei tassi nel prossimo futuro. Il motivo? Un’inflazione che ancora stenta a calare. Difficile fare stime accurate sulle tempistiche anche per i tecnici della banca centrale americana e il tempismo, si sa, quando si parla di politica monetaria è tutto. Nell’area euro invece l’inflazione continua a scendere, lentamente ma inesorabilmente (o almeno così pare) ma rimane ancora sopra il target prefissato del 2%. La parola d’ordine a Francoforte e Washington rimane cautela: lo spettro di un’accelerazione dell’inflazione a seguito di un taglio precoce dei tassi preoccupa ancora.

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La Georgia al bivio dopo la “Legge russa”

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🇺🇸 Usa e Gaza: le proteste nelle università dividono l’America. Ne parliamo oggi alle 18.00 in un evento online. Puoi registrarti e seguirlo qui → https://www.ispionline.it/it/evento/usa-e-gaza-la-protesta-delle-universita-che-divide-lamerica
🇷🇺Il colosso russo del gas arranca?

Ieri il gigante energetico russo ha annunciato la sua prima perdita annuale dal 1999. Più di 629 miliardi di rubli (all’incirca 6,9 miliardi di dollari) di perdita nel 2023. Risultati che sembrano confermare l’impatto delle sanzioni occidentali e l’andamento dei prezzi del gas. L’Unione Europea è ormai sulla buona strada per sostituire quasi completamente le forniture russe e Gazprom guarda soprattutto alla Cina come nuovo mercato di sbocco. Il nuovo gasdotto però non sarà pronto prima di alcuni anni. E potrebbe comunque non bastare a compensare la perdita del mercato europeo. Le entrate di Gazprom sono evidentemente dipendenti dai partner europei, prima dell’invasione dell’Ucraina il 40% del gas importato veniva dalla Russia, oggi solo l’8%. Questo potrebbe mettere non poche pressioni a Mosca.

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📈 A che punto siamo con la transizione verde? 5 grafici per capire le sfide e i traguardi raggiunti →
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USA2024: Campus vs Biden

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🎙 Ascolta il nuovo episodio di Globally “Sono le elezioni europee più snobbate di sempre?”: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/podcast-globally-sono-le-elezioni-europee-piu-snobbate-di-sempre-172678
🇨🇳🇪🇺 È iniziato il giro di Xi in Europa

Xi Jinping è atterrato ieri a Parigi per il primo tour in Europa dell’epoca post-Covid. La scelta delle tappe sembra tutt’altro che casuale: Francia, Serbia e Ungheria. Un paese leader della diplomazia in Europa, uno che cerca da anni di entrare ma guarda anche a Mosca e uno che l’Unione la vorrebbe cambiare a modo suo. Nei colloqui troverà certamente spazio la recente “infornata” di indagini della Commissione UE (batterie, auto elettriche, solare...), segno della tensione tra chi in Europa ritiene che Pechino stia adottando pratiche commerciali scorrette. In effetti, Francia e Germania sono gli unici due grandi paesi europei a non avere uno squilibrio di bilancia commerciale eccessivo con Pechino. Xi punta a lanciare un messaggio sia a chi è dentro che a chi è fuori dall’Unione: siamo pronti a intensificare i rapporti, forse anche a rimediare ad alcuni squilibri. A patto che non ci facciate la guerra.

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Israele verso Rafah

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🪆Putin è il “nuovo” presidente della Russia

Oggi comincia l’ennesimo mandato di Putin, il quinto. Tra critiche, condanne e complimenti, il più longevo presidente nella storia della Russia (con questo mandato arriverà a 26 anni), nonché comandante in capo delle forze armate, si appresta a guidare il paese fino al 2030. Dal 2012 è stato un continuo aumento di consensi per il presidente russo, in barba agli scettici della crescita perpetua, arrivando al picco lo scorso marzo con l’87,3% dei voti. Consensi altissimi anche per i vincitori delle elezioni degli altri paesi post-sovietici, mai scesi sotto al 70%. Percentuali da sogno per qualsiasi leader occidentale. Se l’UE ha optato per un boicottaggio politico in piena regola, c’è un però: Francia, Slovacchia e Ungheria hanno mandato i loro ambasciatori alla cerimonia. Una decisione inattesa da parte di Parigi dopo le ultime dichiarazioni di Macron.

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Gaza: la tregua che non c'è

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🇺🇸 Gli USA bloccano una spedizione di armi per Israele

L’invasione di Rafah può essere il punto di svolta per i rapporti tra Israele e gli Stati Uniti? È presto per dirlo. Quel che è certo è che oggi Biden ha bloccato una spedizione di armi dirette allo storico alleato. È la prima volta che accade dall’attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre. Dalla fine della Seconda guerra mondiale, Israele è lo stato che ha ricevuto più aiuti militari dagli americani di chiunque altro, circa 216 miliardi di oggi; Afghanistan, Vietnam del Sud ed Egitto seguono con meno della metà. Circa il 70% dell’arsenale di Israele è fornito dagli Stati Uniti che, dal 2006, contribuiscono anche alle forniture di missili per il loro sistema di difesa aerea. La domanda sorge spontanea: può Israele continuare le operazioni militari nella Striscia di Gaza senza il sostegno del suo principale alleato?

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Trump alla sbarra e l’America allo schermo

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🌐 Si sta svolgendo ora l'evento "A World of Cyber Threats: Is the G7 Ready?", partecipa online! Parleremo di fake news, disinformazione e degli impatti che possono avere sulla geopolitica: https://www.ispionline.it/en/event/a-world-of-cyber-threats-is-the-g7-ready
🇮🇹 Italia e NATO, it’s complicated

Ieri il segretario generale della Nato Stoltenberg ha incontrato Giorgia Meloni. Sul tavolo, i temi al centro del vertice dell’Alleanza atlantica di luglio, il primo a tenersi negli Stati Uniti dal 2012. Il segretario ha sottolineato il ruolo chiave dell’Italia (anche sull’Ucraina), Meloni ha chiesto più impegno per il fianco sud. Ma non è mancato il solito richiamo ad aumentare le spese militari. Vero, quest’anno 18 paesi su 31 potrebbero superare l’obiettivo di spesa del 2% del PIL. Ma mentre i paesi dell’ex blocco sovietico, Polonia (3,9%) ed Estonia (2,9%) in testa, sono tutti “in regola”, la Germania (1,9%) lo sarà probabilmente solo dall’anno prossimo e la Francia non supera l’1,7%. L’Italia fa peggio: si ferma all’1,5%, e rispetto a dieci anni fa la quota è persino in lieve discesa.

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2024/05/10 00:21:57
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