🏔 La montagna non si arrende! ✊🏾
📣 Appello per una mobilitazione nazionale diffusa il 9 febbraio 2025.
A un anno dall'apertura dei giochi di Milano-Cortina 2026, lanciamo un appello per una mobilitazione diffusa in montagna che attraversi l'intero arco alpino e la dorsale appenninica domenica 9 febbraio 2025.
🔗 Leggi e diffondi l'appello: https://ape-alveare.it/la-montagna-non-si-arrende/
🤝 Dai la tua adesione e i tuoi contatti scrivendo a [email protected]
📲 Partecipa alla call di costruzione della mobilitazione di lunedì 16 dicembre alle 18.30: https://vc.autistici.org/lamontagnanonsiarrende
La montagna è di chi la ama, la rispetta e la difende, che ci viva da generazioni o che la frequenti con consapevolezza.
La montagna non si arrende. E noi con lei.
📣 Appello per una mobilitazione nazionale diffusa il 9 febbraio 2025.
A un anno dall'apertura dei giochi di Milano-Cortina 2026, lanciamo un appello per una mobilitazione diffusa in montagna che attraversi l'intero arco alpino e la dorsale appenninica domenica 9 febbraio 2025.
🔗 Leggi e diffondi l'appello: https://ape-alveare.it/la-montagna-non-si-arrende/
🤝 Dai la tua adesione e i tuoi contatti scrivendo a [email protected]
📲 Partecipa alla call di costruzione della mobilitazione di lunedì 16 dicembre alle 18.30: https://vc.autistici.org/lamontagnanonsiarrende
La montagna è di chi la ama, la rispetta e la difende, che ci viva da generazioni o che la frequenti con consapevolezza.
La montagna non si arrende. E noi con lei.
🗣 #PiazzaFontana 12 dicembre 1969 - 12 dicembre 2024: mano fascista, strage di Stato | Ore 18:30 Cairoli corteo cittadino
Nonostante il tentativo degli ultimi anni di "pacificazione" della memoria condivisa per assolvere lo Stato dalle responsabilità nella strategia della tensione; nonostante ora i (post)fascisti al governo tentino il salto successivo, portando come verità di Stato la loro "verità di vittime" delle "violenze rosse" - mentre intitolano sezioni a uno stragista eccellente come Pino Rauti, padrino politico di molti esponenti dell'attuale governo Meloni: nonostante tutto ciò, la verità storica esiste e ancora una volta come negli ultimi 55 anni la grideremo nelle strade di Milano.
🌹 Un 55° particolare, il primo senza Licia, protagonista della lotta per chiedere verità e giustizia per tutte le vittime dello stragismo neofascista, per Valpreda incarcerato innocente e per Pino Pinelli ucciso nei locali della questura milanese di via Fatebenefratelli. Domenica ricordo cittadino in piazza Fontana.
Nonostante il tentativo degli ultimi anni di "pacificazione" della memoria condivisa per assolvere lo Stato dalle responsabilità nella strategia della tensione; nonostante ora i (post)fascisti al governo tentino il salto successivo, portando come verità di Stato la loro "verità di vittime" delle "violenze rosse" - mentre intitolano sezioni a uno stragista eccellente come Pino Rauti, padrino politico di molti esponenti dell'attuale governo Meloni: nonostante tutto ciò, la verità storica esiste e ancora una volta come negli ultimi 55 anni la grideremo nelle strade di Milano.
🌹 Un 55° particolare, il primo senza Licia, protagonista della lotta per chiedere verità e giustizia per tutte le vittime dello stragismo neofascista, per Valpreda incarcerato innocente e per Pino Pinelli ucciso nei locali della questura milanese di via Fatebenefratelli. Domenica ricordo cittadino in piazza Fontana.
Milano, sempre più città per ricchi….evasori fiscali
“...Milano è in prima fila nell’attrarre questi nuovi abitanti, proprio in virtù di una crescita esponenziale di immobili di pregio e dai prezzi inarrivabili……queste dinamiche alimentano una spirale di aumento generalizzato dei costi delle case. Non solo, cambiano pure la composizione sociale della città. Perché attrarre nuovi abitanti dalle alte possibilità di spesa genera un effetto domino su tutti i prezzi del vivere a Milano, rendendola insostenibile ed escludente per sempre più persone, con stipendi e salari normali che non beneficiano degli stessi aumenti…”
Oneri di urbanizzazione irrisori e politiche fiscali vantaggiosi per nuovi residenti stranieri, stanno trasformando Milano in un paradiso fiscale per ricchi, a discapito dei suoi abitanti vittime di una dinamica dei prezzi sempre più insostenibile e sganciata dai redditi e dai salari.
Per approfondire 👉🏿 https://www.offtopiclab.org/milano-sempre-piu-citta-per-ricchi-evasori-fiscali/
“...Milano è in prima fila nell’attrarre questi nuovi abitanti, proprio in virtù di una crescita esponenziale di immobili di pregio e dai prezzi inarrivabili……queste dinamiche alimentano una spirale di aumento generalizzato dei costi delle case. Non solo, cambiano pure la composizione sociale della città. Perché attrarre nuovi abitanti dalle alte possibilità di spesa genera un effetto domino su tutti i prezzi del vivere a Milano, rendendola insostenibile ed escludente per sempre più persone, con stipendi e salari normali che non beneficiano degli stessi aumenti…”
Oneri di urbanizzazione irrisori e politiche fiscali vantaggiosi per nuovi residenti stranieri, stanno trasformando Milano in un paradiso fiscale per ricchi, a discapito dei suoi abitanti vittime di una dinamica dei prezzi sempre più insostenibile e sganciata dai redditi e dai salari.
Per approfondire 👉🏿 https://www.offtopiclab.org/milano-sempre-piu-citta-per-ricchi-evasori-fiscali/
🚊 Scioperi, trasporto pubblico locale e diritto alla città
👩✈️Gli scioperi che negli ultimi mesi hanno interessato il trasporto pubblico locale a Milano (e non solo) sono strettamente collegati alla crisi della città pubblica e della mobilità collettiva. E’ stato calcolato, infatti, che ad ATM servirebbero 350 dipendenti in più: in un’azienda in cui il salario mensile dell* autist* è circa di 1.400 euro, questa è la prima ragione alla scarsità di lavorator* disponibili dato il carovita meneghino e le condizioni di un lavoro usurante, contraddistinto da orari e turni massacranti per un ruolo di responsabilità.
📉 La Milano che si presenta e vende come “metropoli europea”, ne acquisisce gli aspetti peggiori e regressivi: in Europa ci sono 105mila posizioni di autisti scoperte in tutto il continente, di cui 10mila in Italia; le cosiddette “rimodulazioni” (leggi “tagli”) alle corse di bus e tram hanno toccato 90 linee su 130. Mentre nelle scorse settimane è stata annunciata la prima esternalizzazione dei conducenti sulle linee ATM: si tratta del bus 46 da Famagosta al quartiere Cantalupa, nel sud-ovest.
✋ Dopo mesi di vertenze e scioperi, organizzati principalmente dal sindacalismo di base, la FILT CGIL e i confederali hanno siglato un accordo “crumiro”: da marzo e per i successivi tre anni, 120 euro lordi in più al mese, con una tassazione agevolata solo a determinate condizioni - non più di due assenze al mese per malattia o per infortunio, maggiore tasso di presenze in azienda rispetto a quello dello stesso mese dell’anno prima.
🚘 Nella città che registra anche il record di morti in bicicletta, che nel dossier di candidatura ai Giochi olimpici non ha citato la mobilità su due ruote nemmeno una volta, l’impoverimento del TPL (che nel classico gioco neoliberista crea da sé le condizioni per attaccare l’inefficienza del pubblico e giustificare la “superiorità” del privato) causa un aumento del tasso di motorizzazione e del traffico.
🗣 Sosteniamo gli scioperi e il fronte sindacale non concertativo, moltiplichiamo le critical mass che paralizzino un traffico privato insostenibile, per un trasporto pubblico locale che sia universale nell’accesso e nella mobilità garantita al territorio. Anche questo è lotta per diritto alla città, al reddito, all’abitare.
👩✈️Gli scioperi che negli ultimi mesi hanno interessato il trasporto pubblico locale a Milano (e non solo) sono strettamente collegati alla crisi della città pubblica e della mobilità collettiva. E’ stato calcolato, infatti, che ad ATM servirebbero 350 dipendenti in più: in un’azienda in cui il salario mensile dell* autist* è circa di 1.400 euro, questa è la prima ragione alla scarsità di lavorator* disponibili dato il carovita meneghino e le condizioni di un lavoro usurante, contraddistinto da orari e turni massacranti per un ruolo di responsabilità.
📉 La Milano che si presenta e vende come “metropoli europea”, ne acquisisce gli aspetti peggiori e regressivi: in Europa ci sono 105mila posizioni di autisti scoperte in tutto il continente, di cui 10mila in Italia; le cosiddette “rimodulazioni” (leggi “tagli”) alle corse di bus e tram hanno toccato 90 linee su 130. Mentre nelle scorse settimane è stata annunciata la prima esternalizzazione dei conducenti sulle linee ATM: si tratta del bus 46 da Famagosta al quartiere Cantalupa, nel sud-ovest.
✋ Dopo mesi di vertenze e scioperi, organizzati principalmente dal sindacalismo di base, la FILT CGIL e i confederali hanno siglato un accordo “crumiro”: da marzo e per i successivi tre anni, 120 euro lordi in più al mese, con una tassazione agevolata solo a determinate condizioni - non più di due assenze al mese per malattia o per infortunio, maggiore tasso di presenze in azienda rispetto a quello dello stesso mese dell’anno prima.
🚘 Nella città che registra anche il record di morti in bicicletta, che nel dossier di candidatura ai Giochi olimpici non ha citato la mobilità su due ruote nemmeno una volta, l’impoverimento del TPL (che nel classico gioco neoliberista crea da sé le condizioni per attaccare l’inefficienza del pubblico e giustificare la “superiorità” del privato) causa un aumento del tasso di motorizzazione e del traffico.
🗣 Sosteniamo gli scioperi e il fronte sindacale non concertativo, moltiplichiamo le critical mass che paralizzino un traffico privato insostenibile, per un trasporto pubblico locale che sia universale nell’accesso e nella mobilità garantita al territorio. Anche questo è lotta per diritto alla città, al reddito, all’abitare.
Comunicato dei combattenti italiani Ypg sulla situazione in Siria
La rivoluzione confederale è sotto attacco. Le forze oscurantiste hanno occupato e saccheggiato Sheeba e Manbij, commettendo crimini contro l’umanità. Il lavoro ecologico e cooperativo, la liberazione delle donne, la convivenza degli stili di vita e la critica della mentalità coloniale hanno attraversato quelle terre in questi dodici anni. Che cosa è in gioco, se continua l’invasione dell’Amministrazione autonoma, se viene attaccata Kobane? La difesa di ciò che Ivana Hoffmann, Anna Campbell e Lorenzo Orsetti hanno affermato e difeso. Di ciò che altre decine di migliaia di martiri, mutilati e prigionieri hanno affermato e difeso. La resistenza delle Unità di protezione delle donne a Tishrin, del Consiglio militare a Manbij nelle scorse settimane resteranno per sempre paradigmi meravigliosi di dedizione e coraggio. E noi? Come ci confrontiamo con questa eredità?
Le forze turche e israeliane tentano di spezzare la possibilità di un cambiamento democratico in Siria. Entrambe temono la rivoluzione, curda o araba, la possibilità del fantasma che unisca diverse esigenze di liberazione decoloniale e nuove forme di internazionalismo. La rivoluzione popolare e la rivoluzione delle donne sono sottoposte a questo attacco. L’Italia e l’Europa sono complici della svendita della della società siriana come sono complici della guerra di annientamento condotta da Israele in Palestina. La lotta per Kobane e la lotta per la Palestina devono diventare la stessa cosa. Non c’è Palestina libera senza libertà in Siria e in Kurdistan. Non c'è Siria libera senza libertà in Palestina. Non c'è libertà in Medio oriente senza libertà in Kurdistan.
Mentre Kobane si fortifica la società dello spettacolo cerca di ricordare il suo nome. Non c’è modo di vivere con dignità e dimenticare la storia partigiana del nostro e degli altri popoli. La memoria partigiana muore se voltiamo le spalle a Kobane. Le nostre storie divengono vergogna se dimentichiamo Kobane. La battaglia per i diritti sul lavoro e i diritti di genere, contro le istituzioni totali, le carceri, la guerra; le lotte per la libertà di crescere e rifiutare il fascismo, di studiare e leggere ciò che ognuno preferisce – tutto muore se dimentichiamo Kobane. Ogni sciopero, occupazione di fabbrica o università, giorno di resistenza solitaria o militanza, ogni percossa subita della polizia, giorno di detenzione o sorveglianza speciale: tutto perde senso e significato se non alziamo la nostra voce per Kobane.
l’Italia è sotto la cappa del fascismo e dell’ignoranza. Kobane unisce e ricorda che le vittorie sono sempre possibili, che le gocce possono diventare tempesta. Non è una cartolina giornalistica. Non è una favola confezionata dalla narrazione liberale. Non è uno sfondo manipolabile dall’islamofobia. Kobane è mesopotamica, operaia, femminile, internazionalista e musulmana. Kobane è il socialismo del XXI secolo, scritto non sui libri ma nel sangue delle martiri e dei martiri. È ancora un’imperfetta rivoluzione da difendere e da amare come tutte quelle passate, presentatasi nell’epoca cui non era invitata.
Difendere la rivoluzione confederale è un dovere.
Combattenti italiani Ypg
#Ypg #Ypj #Sdf #Siria #Rojava
La rivoluzione confederale è sotto attacco. Le forze oscurantiste hanno occupato e saccheggiato Sheeba e Manbij, commettendo crimini contro l’umanità. Il lavoro ecologico e cooperativo, la liberazione delle donne, la convivenza degli stili di vita e la critica della mentalità coloniale hanno attraversato quelle terre in questi dodici anni. Che cosa è in gioco, se continua l’invasione dell’Amministrazione autonoma, se viene attaccata Kobane? La difesa di ciò che Ivana Hoffmann, Anna Campbell e Lorenzo Orsetti hanno affermato e difeso. Di ciò che altre decine di migliaia di martiri, mutilati e prigionieri hanno affermato e difeso. La resistenza delle Unità di protezione delle donne a Tishrin, del Consiglio militare a Manbij nelle scorse settimane resteranno per sempre paradigmi meravigliosi di dedizione e coraggio. E noi? Come ci confrontiamo con questa eredità?
Le forze turche e israeliane tentano di spezzare la possibilità di un cambiamento democratico in Siria. Entrambe temono la rivoluzione, curda o araba, la possibilità del fantasma che unisca diverse esigenze di liberazione decoloniale e nuove forme di internazionalismo. La rivoluzione popolare e la rivoluzione delle donne sono sottoposte a questo attacco. L’Italia e l’Europa sono complici della svendita della della società siriana come sono complici della guerra di annientamento condotta da Israele in Palestina. La lotta per Kobane e la lotta per la Palestina devono diventare la stessa cosa. Non c’è Palestina libera senza libertà in Siria e in Kurdistan. Non c'è Siria libera senza libertà in Palestina. Non c'è libertà in Medio oriente senza libertà in Kurdistan.
Mentre Kobane si fortifica la società dello spettacolo cerca di ricordare il suo nome. Non c’è modo di vivere con dignità e dimenticare la storia partigiana del nostro e degli altri popoli. La memoria partigiana muore se voltiamo le spalle a Kobane. Le nostre storie divengono vergogna se dimentichiamo Kobane. La battaglia per i diritti sul lavoro e i diritti di genere, contro le istituzioni totali, le carceri, la guerra; le lotte per la libertà di crescere e rifiutare il fascismo, di studiare e leggere ciò che ognuno preferisce – tutto muore se dimentichiamo Kobane. Ogni sciopero, occupazione di fabbrica o università, giorno di resistenza solitaria o militanza, ogni percossa subita della polizia, giorno di detenzione o sorveglianza speciale: tutto perde senso e significato se non alziamo la nostra voce per Kobane.
l’Italia è sotto la cappa del fascismo e dell’ignoranza. Kobane unisce e ricorda che le vittorie sono sempre possibili, che le gocce possono diventare tempesta. Non è una cartolina giornalistica. Non è una favola confezionata dalla narrazione liberale. Non è uno sfondo manipolabile dall’islamofobia. Kobane è mesopotamica, operaia, femminile, internazionalista e musulmana. Kobane è il socialismo del XXI secolo, scritto non sui libri ma nel sangue delle martiri e dei martiri. È ancora un’imperfetta rivoluzione da difendere e da amare come tutte quelle passate, presentatasi nell’epoca cui non era invitata.
Difendere la rivoluzione confederale è un dovere.
Combattenti italiani Ypg
#Ypg #Ypj #Sdf #Siria #Rojava
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Giustizia per Ramy e Fares, la verità la sapevamo già!
Quando movimenti, amic* e abitanti del quartiere denunciarono la morte di Ramy come "violenza poliziesca", da più parti si disse che era sbagliato, che quanto successo era colpa dei "maranza" che non si erano fermati all'alt dei CC perché scappavano "dopo una rapina" (fake news). Ora il video che da ieri circola dimostra quanto detto sin dall'inizio: un inseguimento forsennato farro "per gioco", una morte causata dalla volontà dei carabinieri. Soprattutto la conferma che il testimone ha detto il vero quando ha denunciato che gli agenti gli avevano fatto cancellare il video dello schianto.
Riprendiamo uno dei contributi che pubblicammo in quei giorni, consapevoli che con l'istituzione delle "zone rosse" a Milano (una delle quali proprio a Corvetto) i nuovi dispositivi securitari aumenteranno solo l'insicurezza e la discriminazione contro periferie, "diversi", emarginati, seconde e terze generazioni: https://www.offtopiclab.org/verita-e-giustizia-per-ramy/
Quando movimenti, amic* e abitanti del quartiere denunciarono la morte di Ramy come "violenza poliziesca", da più parti si disse che era sbagliato, che quanto successo era colpa dei "maranza" che non si erano fermati all'alt dei CC perché scappavano "dopo una rapina" (fake news). Ora il video che da ieri circola dimostra quanto detto sin dall'inizio: un inseguimento forsennato farro "per gioco", una morte causata dalla volontà dei carabinieri. Soprattutto la conferma che il testimone ha detto il vero quando ha denunciato che gli agenti gli avevano fatto cancellare il video dello schianto.
Riprendiamo uno dei contributi che pubblicammo in quei giorni, consapevoli che con l'istituzione delle "zone rosse" a Milano (una delle quali proprio a Corvetto) i nuovi dispositivi securitari aumenteranno solo l'insicurezza e la discriminazione contro periferie, "diversi", emarginati, seconde e terze generazioni: https://www.offtopiclab.org/verita-e-giustizia-per-ramy/
🗣 Oggi ore 18, piazza XXIV Maggio Milano: giustizia per Ramy e Fares!
🎙 Condividiamo alcune nostre considerazioni ai microfoni di Radio onda d'urto dopo la pubblicazione del video che inchioda i Carabinieri alla propria responsabilità nell'omicidio volontario di Ramy e della tentata uccisione di Fares: https://www.radiondadurto.org/2025/01/08/corvetto-un-video-andato-in-onda-sul-tg3-mostra-lo-speronamento-volontario-dei-carabinieri-dello-scooter-su-cui-viaggiava-ramy/
🎙 Condividiamo alcune nostre considerazioni ai microfoni di Radio onda d'urto dopo la pubblicazione del video che inchioda i Carabinieri alla propria responsabilità nell'omicidio volontario di Ramy e della tentata uccisione di Fares: https://www.radiondadurto.org/2025/01/08/corvetto-un-video-andato-in-onda-sul-tg3-mostra-lo-speronamento-volontario-dei-carabinieri-dello-scooter-su-cui-viaggiava-ramy/
🗣 Sabato 11/1 h18 piazza San Babila: a Milano e in altre città prosegue la mobilitazione per chiedere giustizia per Ramy e Fares!
🚨 Quello di Ramy è un omicidio razziale. Esiste un’Italia antirazzista che pretende Verità e Giustizia per Ramy e Fares.
Perché fuggivano? Perché chi vive nelle periferie, soprattutto se arabo o nero, sa che un fermo può significare abusi, violenze, persino la morte. Questo non è un incidente: è il risultato della profilazione razziale, riconosciuta dall’ONU, che limita libertà e dignità di chiunque venga arbitrariamente identificato come “non italiano”.
📣 Pretendiamo giustizia per Ramy e Fares e per tutte le vittime della violenza di Stato che con una mano criminalizza e con l’altra ammazza. Non tolleriamo politiche di segregazione come le “zone rosse”, che proteggono solo gli interessi di razzisti e classisti.
🚨 Quello di Ramy è un omicidio razziale. Esiste un’Italia antirazzista che pretende Verità e Giustizia per Ramy e Fares.
Perché fuggivano? Perché chi vive nelle periferie, soprattutto se arabo o nero, sa che un fermo può significare abusi, violenze, persino la morte. Questo non è un incidente: è il risultato della profilazione razziale, riconosciuta dall’ONU, che limita libertà e dignità di chiunque venga arbitrariamente identificato come “non italiano”.
📣 Pretendiamo giustizia per Ramy e Fares e per tutte le vittime della violenza di Stato che con una mano criminalizza e con l’altra ammazza. Non tolleriamo politiche di segregazione come le “zone rosse”, che proteggono solo gli interessi di razzisti e classisti.
Stadio di San Siro, una partita ancora da giocare.
Da 10 giorni tecnici e operai stanno effettuando rilievi geognostici e carotaggi per conto delle due squadre al Parco dei Capitani e sul piazzale dello stadio Meazza, su terreni di proprietà comunale, funzionali alla presentazione del progetto esecutivo per il nuovo stadio e volumetrie connesse. Anche il tunnel di Via Patroclo, che passa sotto l’area interessata, è oggetto di rilievi per verificarne la tenuta. Tutto questo senza alcuna autorizzazione e a fronte del fatto che il Consiglio Comunale, o altri organi municipali, abbiano mai deliberato la costruzione del nuovo stadio.
Niente di nuovo, siamo abituati ormai all’arroganza di palazzinari e finanzieri che, forti di un’Amministrazione Comunale attenta a non disturbare più di tanto interessi e appetiti immobiliari, trattano la città, le sue parti pubbliche, come fosse un giardino privato.
Ma questa fretta è anche il segnale di una debolezza da parte delle due indebitate proprietà delle squadre milanesi. Infatti, nonostante i proclami e le sponde istituzionali, sono diversi i problemi che Inter e Milan devono superare, a partire da quello economico. Proprio in queste settimane le due società stanno cercando banche disposte a sostenere il progetto del nuovo stadio e lo sviluppo immobiliare connesso che porterà alla costruzione, di fatto, di un nuovo quartiere. La cifra da trovare è di circa 1,5 miliardi di euro, necessari in parte per acquistare lo stadio Meazza (per poi sostanzialmente demolirlo) e le aree limitrofe (95.000 mq), per un costo attorno ai 200 mln, e per il rimanente alla realizzazione del nuovo stadio e degli altri edifici previsti, nonché delle opere di urbanizzazione e viabilistiche necessarie. E i soldi vanno trovati in fretta, perché l’operazione di acquisto dello stadio di San Siro e delle aree adiacenti deve avvenire entro l’autunno per evitare che il vincolo monumentale diventi più “forte” rendendo impossibile l’abbattimento del Meazza.
I comitati che si sono attivati in questi anni, contestando l’inesistenza di un interesse pubblico nel progetto di Inter e Milan e difendendo il valore storico, culturale, sociale e anche economico (per il patrimonio comunale) dello Stadio di San Siro, non solo sono intervenuti in questi giorni per bloccare le attività esplorative in corso, denunciando l’assenza di autorizzazioni, ma rilanciano e chiamano la città alla lotta in difesa di uno dei simboli di Milano. San Siro Città Pubblica invita mercoledì 22/1 alle ore 18.30 allo Spazio Micene in Via Pinelli a un’assemblea aperta a tutt* per organizzare un percorso di iniziativa e lotta e impedire l’ennesima inutile speculazione, il consumo di suolo e salvare lo stadio Meazza.
Da 10 giorni tecnici e operai stanno effettuando rilievi geognostici e carotaggi per conto delle due squadre al Parco dei Capitani e sul piazzale dello stadio Meazza, su terreni di proprietà comunale, funzionali alla presentazione del progetto esecutivo per il nuovo stadio e volumetrie connesse. Anche il tunnel di Via Patroclo, che passa sotto l’area interessata, è oggetto di rilievi per verificarne la tenuta. Tutto questo senza alcuna autorizzazione e a fronte del fatto che il Consiglio Comunale, o altri organi municipali, abbiano mai deliberato la costruzione del nuovo stadio.
Niente di nuovo, siamo abituati ormai all’arroganza di palazzinari e finanzieri che, forti di un’Amministrazione Comunale attenta a non disturbare più di tanto interessi e appetiti immobiliari, trattano la città, le sue parti pubbliche, come fosse un giardino privato.
Ma questa fretta è anche il segnale di una debolezza da parte delle due indebitate proprietà delle squadre milanesi. Infatti, nonostante i proclami e le sponde istituzionali, sono diversi i problemi che Inter e Milan devono superare, a partire da quello economico. Proprio in queste settimane le due società stanno cercando banche disposte a sostenere il progetto del nuovo stadio e lo sviluppo immobiliare connesso che porterà alla costruzione, di fatto, di un nuovo quartiere. La cifra da trovare è di circa 1,5 miliardi di euro, necessari in parte per acquistare lo stadio Meazza (per poi sostanzialmente demolirlo) e le aree limitrofe (95.000 mq), per un costo attorno ai 200 mln, e per il rimanente alla realizzazione del nuovo stadio e degli altri edifici previsti, nonché delle opere di urbanizzazione e viabilistiche necessarie. E i soldi vanno trovati in fretta, perché l’operazione di acquisto dello stadio di San Siro e delle aree adiacenti deve avvenire entro l’autunno per evitare che il vincolo monumentale diventi più “forte” rendendo impossibile l’abbattimento del Meazza.
I comitati che si sono attivati in questi anni, contestando l’inesistenza di un interesse pubblico nel progetto di Inter e Milan e difendendo il valore storico, culturale, sociale e anche economico (per il patrimonio comunale) dello Stadio di San Siro, non solo sono intervenuti in questi giorni per bloccare le attività esplorative in corso, denunciando l’assenza di autorizzazioni, ma rilanciano e chiamano la città alla lotta in difesa di uno dei simboli di Milano. San Siro Città Pubblica invita mercoledì 22/1 alle ore 18.30 allo Spazio Micene in Via Pinelli a un’assemblea aperta a tutt* per organizzare un percorso di iniziativa e lotta e impedire l’ennesima inutile speculazione, il consumo di suolo e salvare lo stadio Meazza.
Case ALER a Milano - il diritto all’abitare ridotto a “emergenza sicurezza”
Nel 2024 Regione Lombardia ha stanziato tre milioni di euro per contrastare l’abusivismo abitativo negli stabili di proprietà di ALER. Il piano prevedeva l’installazione di impianti e telecamere di sicurezza, una sorveglianza con guardie giurate 7/7 e l’assunzione di nuovi custodi per un maggior “controllo di vicinato”. Il piano è partito inizialmente nel quartiere San Siro per poi essere esteso anche a Corvetto e Gratosoglio.
Nei giorni scorsi la Regione ha comunicato gli esiti di questa presunta operazione di sicurezza: un centinaio circa gli sgomberi effettuati, e 46 nuove telecamere per videosorveglianza collegate alla Questura. La cornice narrativa è sempre la stessa: il problema di Milano è ridotto a una presunta “emergenza sicurezza” alimentata dalla destra e cui però presta il fianco anche il centro-sinistra, con fini diversi: campagna elettorale contro la giunta Sala la prima, giustificazione dei progetti di “riqualificazione urbana” (leggi “privatizzazione città pubblica”) il secondo. La convergenza sul piano “zone rosse” sembra esserne la triste dimostrazione.
Resta il silenzio sui 3600 alloggi ALER vuoti e da ristrutturare (cui andrebbero aggiunti i più o meno altrettanti di proprietà comunale) e sulle insufficienti risorse destinate alla riqualificazione degli appartamenti, sull’assenza di politiche pubbliche di servizio integrati per i quartieri.
La questione abitativa (la Città Metropolitana di Milano ricordiamo che detiene il “record” di tasso di sforzo dell'affitto sul reddito, circa il 43%) sembra essere uscita dal piano dell'emergenza e divenuta “senso comune”, mentre l'espulsione di abitanti a medio e basso reddito avviene sempre più silenziosamente. Ciò che resta sono le vertenze e i picchetti antisfratto organizzati da comitati abitanti e sindacati inquilini, il cui sostegno può essere la base per fare ripartire una reale mobilitazione estesa per invertire la rotta.
Nel 2024 Regione Lombardia ha stanziato tre milioni di euro per contrastare l’abusivismo abitativo negli stabili di proprietà di ALER. Il piano prevedeva l’installazione di impianti e telecamere di sicurezza, una sorveglianza con guardie giurate 7/7 e l’assunzione di nuovi custodi per un maggior “controllo di vicinato”. Il piano è partito inizialmente nel quartiere San Siro per poi essere esteso anche a Corvetto e Gratosoglio.
Nei giorni scorsi la Regione ha comunicato gli esiti di questa presunta operazione di sicurezza: un centinaio circa gli sgomberi effettuati, e 46 nuove telecamere per videosorveglianza collegate alla Questura. La cornice narrativa è sempre la stessa: il problema di Milano è ridotto a una presunta “emergenza sicurezza” alimentata dalla destra e cui però presta il fianco anche il centro-sinistra, con fini diversi: campagna elettorale contro la giunta Sala la prima, giustificazione dei progetti di “riqualificazione urbana” (leggi “privatizzazione città pubblica”) il secondo. La convergenza sul piano “zone rosse” sembra esserne la triste dimostrazione.
Resta il silenzio sui 3600 alloggi ALER vuoti e da ristrutturare (cui andrebbero aggiunti i più o meno altrettanti di proprietà comunale) e sulle insufficienti risorse destinate alla riqualificazione degli appartamenti, sull’assenza di politiche pubbliche di servizio integrati per i quartieri.
La questione abitativa (la Città Metropolitana di Milano ricordiamo che detiene il “record” di tasso di sforzo dell'affitto sul reddito, circa il 43%) sembra essere uscita dal piano dell'emergenza e divenuta “senso comune”, mentre l'espulsione di abitanti a medio e basso reddito avviene sempre più silenziosamente. Ciò che resta sono le vertenze e i picchetti antisfratto organizzati da comitati abitanti e sindacati inquilini, il cui sostegno può essere la base per fare ripartire una reale mobilitazione estesa per invertire la rotta.
Milano, i dati del turismo in città.
Il “Corriere della Sera” ha pubblicato i dati di una ricerca sul turismo a Milano nel 2023 (i dati del 2024 non sono ancora stati elaborati). I numeri che emergono confermano le analisi e le critiche sempre più frequenti al modello di sviluppo della città, votata al ruolo di città da visitare e attraversare piuttosto che non a quello di città da vivere stabilmente.
Nel 2023 sono stati 6,3 milioni i turisti totali, record assoluto, il doppio rispetto a 15 anni fa, 5 volte la popolazione residente. Il trend di crescita, interrotto solo dalla pandemia, è costante dal 2013, ma divergente in riferimento alla modalità dei pernottamenti. Rispetto al 2019, ultimo anno pre-Covid, sono cresciuti i visitatori che scelgono la soluzione degli affitti brevi, con 800.000 turisti in più sul 2019, arrivando a 1,8 mln (erano 190.000 nel 2013), mentre continua il calo di chi sceglie camere in hotel. Infatti, nel decennio 2013-2023 la quota di turisti che pernottano in hotel è rimasta sostanzialmente stabile e attorno ai 4,5 mln, ma rispetto al 2019 sono diminuiti di 500.000 unità.
È un turismo “mordi e fuggi”, con una permanenza media in città per 2-3 notti, e in cui cresce continuamente la quota di chi arriva in città dall’estero, mentre resta stabile il numero dei turisti italiani. In crescita anche la richiesta di sistemazioni in hotel di lusso e di alloggi per affitti brevi che “facciano vivere esperienze esclusive”, a conferma che Milano sta diventando sempre più una città per ricchi, abitanti o turisti che siano.
La crescita della domanda di alloggi a uso turistico ha inevitabili conseguenze sulle dinamiche del mercato immobiliare, soprattutto quello degli affitti, ma non solo. Le zone a più alta concentrazione di alloggi turistici subiscono conseguenze anche a livello di servizi e di caratteristiche degli esercizi commerciali, privilegiando quelli pensati per chi visita la città (bar, ristoranti, locali) piuttosto che per chi la vive quotidianamente.
Tutte cose che sapevamo già e che sono al centro delle critiche al modello Milano da tempo, ma che messe nero su bianco in una ricerca, sul quotidiano da sempre simbolo della borghesia milanese, danno più forza alle nostre ragioni e confermano la necessità di un conflitto sociale in grado di riaffermare il diritto alla città e all’abitare.
Il “Corriere della Sera” ha pubblicato i dati di una ricerca sul turismo a Milano nel 2023 (i dati del 2024 non sono ancora stati elaborati). I numeri che emergono confermano le analisi e le critiche sempre più frequenti al modello di sviluppo della città, votata al ruolo di città da visitare e attraversare piuttosto che non a quello di città da vivere stabilmente.
Nel 2023 sono stati 6,3 milioni i turisti totali, record assoluto, il doppio rispetto a 15 anni fa, 5 volte la popolazione residente. Il trend di crescita, interrotto solo dalla pandemia, è costante dal 2013, ma divergente in riferimento alla modalità dei pernottamenti. Rispetto al 2019, ultimo anno pre-Covid, sono cresciuti i visitatori che scelgono la soluzione degli affitti brevi, con 800.000 turisti in più sul 2019, arrivando a 1,8 mln (erano 190.000 nel 2013), mentre continua il calo di chi sceglie camere in hotel. Infatti, nel decennio 2013-2023 la quota di turisti che pernottano in hotel è rimasta sostanzialmente stabile e attorno ai 4,5 mln, ma rispetto al 2019 sono diminuiti di 500.000 unità.
È un turismo “mordi e fuggi”, con una permanenza media in città per 2-3 notti, e in cui cresce continuamente la quota di chi arriva in città dall’estero, mentre resta stabile il numero dei turisti italiani. In crescita anche la richiesta di sistemazioni in hotel di lusso e di alloggi per affitti brevi che “facciano vivere esperienze esclusive”, a conferma che Milano sta diventando sempre più una città per ricchi, abitanti o turisti che siano.
La crescita della domanda di alloggi a uso turistico ha inevitabili conseguenze sulle dinamiche del mercato immobiliare, soprattutto quello degli affitti, ma non solo. Le zone a più alta concentrazione di alloggi turistici subiscono conseguenze anche a livello di servizi e di caratteristiche degli esercizi commerciali, privilegiando quelli pensati per chi visita la città (bar, ristoranti, locali) piuttosto che per chi la vive quotidianamente.
Tutte cose che sapevamo già e che sono al centro delle critiche al modello Milano da tempo, ma che messe nero su bianco in una ricerca, sul quotidiano da sempre simbolo della borghesia milanese, danno più forza alle nostre ragioni e confermano la necessità di un conflitto sociale in grado di riaffermare il diritto alla città e all’abitare.
❄️ Tracce di contronarrazione per reimmaginare l'inverno dopo la crisi climatica del capitalismo
👁 Tracce è un catalogo visuale (https://www.offtopiclab.org/tracce/) che raccoglie 3323 immagini satellitari scattate durante le stagioni sciistiche dal 2016 al 2023 che hanno come soggetto 29 stazioni sciistiche della Lombardia nelle quali la maggior parte delle piste insistono su quote inferiori ai 2000 metri. Le immagini, messe a sistema in una narrazione corale, raccontano l'impatto ambientale dei comprensori ed hanno l'obiettivo di creare uno spazio di dibattito e contronarrazione dell'attuale sistema turistico invernale incentrato quasi esclusivamente sulla monocultura dello sci da discesa resa possibile dall'innevamento artificiale.
🏔 Il manto nevoso sull’arco alpino non è mai stato così effimero come nell’ultimo secolo, le motivazioni sono molteplici e complesse, ma sicuramente l'aumento globale delle temperature causato dall’uomo sta giocando un ruolo decisivo. L’inverno 2023/2024 è stato il più caldo registrato in Italia e la stagione invernale 2024/2025 è iniziata con l’ennesimo record di deficit idrico, -67%, legato alle scarse precipitazioni nevose. Nonostante ciò il turismo invernale segna record di introiti trainato dal turismo straniero, e molte località sciistiche tra dicembre 2024 e gennaio 2025 sono sold out.
💧 La risposta alla mancanza di neve è quella della neve artificiale, di installare nuovi e più potenti cannoni sparaneve. Il costo non è solo a livello energetico ma anche ambientale: per creare neve serve acqua che viene captata da fiumi o bacini naturali e se non basta vengono costruiti bacini artificiali andando a devastare territori già fragili. Il 90% delle piste in Italia richiedono innevato artificialmente che corrisponde ad un consumo annuo stimato di 96.840.000 di m³ di acqua.
📣 Il presente e il futuro li possiamo reinventare solo insieme e collettivamente: si comincia il prossimo 9 febbraio, aderendo, sostenendo e partecipando alla mobilitazione nazionale La montagna non si arrende
Presenteremo un'anteprima di Tracce all'iniziativa pubblica di domenica 2 febbraio a Piano Terra organizzata da APE Milano Sport invernali e cambiamenti climatici: quale futuro per gli Appennini?
👁 Tracce è un catalogo visuale (https://www.offtopiclab.org/tracce/) che raccoglie 3323 immagini satellitari scattate durante le stagioni sciistiche dal 2016 al 2023 che hanno come soggetto 29 stazioni sciistiche della Lombardia nelle quali la maggior parte delle piste insistono su quote inferiori ai 2000 metri. Le immagini, messe a sistema in una narrazione corale, raccontano l'impatto ambientale dei comprensori ed hanno l'obiettivo di creare uno spazio di dibattito e contronarrazione dell'attuale sistema turistico invernale incentrato quasi esclusivamente sulla monocultura dello sci da discesa resa possibile dall'innevamento artificiale.
🏔 Il manto nevoso sull’arco alpino non è mai stato così effimero come nell’ultimo secolo, le motivazioni sono molteplici e complesse, ma sicuramente l'aumento globale delle temperature causato dall’uomo sta giocando un ruolo decisivo. L’inverno 2023/2024 è stato il più caldo registrato in Italia e la stagione invernale 2024/2025 è iniziata con l’ennesimo record di deficit idrico, -67%, legato alle scarse precipitazioni nevose. Nonostante ciò il turismo invernale segna record di introiti trainato dal turismo straniero, e molte località sciistiche tra dicembre 2024 e gennaio 2025 sono sold out.
💧 La risposta alla mancanza di neve è quella della neve artificiale, di installare nuovi e più potenti cannoni sparaneve. Il costo non è solo a livello energetico ma anche ambientale: per creare neve serve acqua che viene captata da fiumi o bacini naturali e se non basta vengono costruiti bacini artificiali andando a devastare territori già fragili. Il 90% delle piste in Italia richiedono innevato artificialmente che corrisponde ad un consumo annuo stimato di 96.840.000 di m³ di acqua.
📣 Il presente e il futuro li possiamo reinventare solo insieme e collettivamente: si comincia il prossimo 9 febbraio, aderendo, sostenendo e partecipando alla mobilitazione nazionale La montagna non si arrende
Presenteremo un'anteprima di Tracce all'iniziativa pubblica di domenica 2 febbraio a Piano Terra organizzata da APE Milano Sport invernali e cambiamenti climatici: quale futuro per gli Appennini?
www.offtopiclab.org
Tracce
Tracce è un catalogo visuale che raccoglie 3323 immagini satellitari scattate durante le stagioni sciistiche dal 2016 al 2023 che hanno come soggetto 29 stazioni sciistiche della Lombardia nelle quali la maggior parte delle piste insistono su quote inferiori…
📣 Olimpiadi e turismo invernale, la frattura non è tra città e montagna: il 9 febbraio tutt* a Bormio!
🏔 Il prossimo 9 febbraio scenderemo in piazza – o meglio: saliremo, data la destinazione – nella tappa organizzata a Bormio dal CIO milanese assieme ai comitati valtellinesi, all’interno della mobilitazione nazionale La montagna non si arrende.
La chiave della insostenibilità, con cui sin da subito come OffTopic e CIO abbiamo denunciato l’operazione dei Giochi invernali 2026, permette anche di chiarire qual è la contraddizione principale attraverso cui leggere il prossimo grande evento e, di conseguenza, mobilitarsi: non quelle "città/montagna", "urbano/naturale", fittizie e limitate, ma quella sociale.
👁 Leggi il contributo 👉 https://www.offtopiclab.org/olimpiadi-e-turismo-invernale-la-frattura-non-e-tra-citta-e-montagna-il-9-febbraio-tutt-a-bormio/
🏔 Il prossimo 9 febbraio scenderemo in piazza – o meglio: saliremo, data la destinazione – nella tappa organizzata a Bormio dal CIO milanese assieme ai comitati valtellinesi, all’interno della mobilitazione nazionale La montagna non si arrende.
La chiave della insostenibilità, con cui sin da subito come OffTopic e CIO abbiamo denunciato l’operazione dei Giochi invernali 2026, permette anche di chiarire qual è la contraddizione principale attraverso cui leggere il prossimo grande evento e, di conseguenza, mobilitarsi: non quelle "città/montagna", "urbano/naturale", fittizie e limitate, ma quella sociale.
👁 Leggi il contributo 👉 https://www.offtopiclab.org/olimpiadi-e-turismo-invernale-la-frattura-non-e-tra-citta-e-montagna-il-9-febbraio-tutt-a-bormio/
🏟 6 febbraio 2025-2026: fra un anno esatto prenderanno il via i Giochi olimpici invernali Milano-Cortina 2026. Oggi, nelle "capitali" del grande evento, istituzioni e aziende private, operatori turistici e star dello sport-business, commercianti e padroni del turismo "invernale" (artificiale), celebrano nella propaganda retorica di sempre quelle che dovevano essere le "Olimpiadi più sostenibili di sempre".
❗️A 365 dall'inaugurazione sappiamo però che la sostenibilità, presente e della legacy, è l'ultimo termine attribuibile all'evento: 5 miliardi e 720 milioni di euro di spesa pubblica, di cui 1 miliardo e 600 milioni per la realizzazione dei Giochi e altri 4 miliardi e 120 milioni per le opere connesse (il 68% assorbite da 45 opere stradali per un costo che supera i 2 miliardi e 816 milioni di euro totali). Dal Piano nazionale degli interventi 2022, si evince inoltre che l’87,6% delle opere previste sarà completata dopo il 2026; devastazioni ambientali senza precedenti nei "cluster" infrastrutturali (dal lariceto secolare di Cortina alla piana dell'Alute in Valtellina).
🏗 Il tessuto sociale di Milano e delle comunità montane subisce un'ulteriore disgregazione e impoverimento, a causa della privatizzazione della città pubblica (come l'ex scalo ferroviario meneghino di Porta Romana, dove sorgerà il Villaggio Olimpico e poi un nuovo studentato privato di lusso) e degli spazi liberi nelle Terre Alte (per costruire nuovi impianti di risalita con relativi bacini per innevamento artificiale) e di un libero mercato della casa sempre più drogato dagli affitti a breve termine al servizio di piattaforme delle locazioni turistiche come Airbnb, che già promette lauti affari per sé e i multiproprietari. Dello sport restano solamente le immagini del marketing per sostenere la macchina del consenso, non certo in città il diritto a servizi sportivi di base e territoriali.
🗣 🏔Un anno fa, dopo un percorso iniziato nel novembre 2022 con il convegno organizzato in Statale Giochi pericolosi: chi vince e chi perde, lanciavamo con il C.I.O. la manifestazione regionale a Milano Dalla montagna alla città, Olimpiadi insostenibili a 24 mesi dall'inizio dei Giochi: adesso torniamo a convocarci assieme a decine di altri comitati, movimenti e associazione nella mobilitazione nazionale La montagna non si arrende, lanciata sempre dal C.I.O. con A.P.E. Milano e che il 9 febbraio vedrà 14 iniziative questa volta in montagne, in molti teatri della nocività olimpica e non solo. Abbiamo una partita ancora tutta da giocare e su cui possiamo fare la differenza, soprattutto sulla eredità di alcune delle opere olimpiche, così come sul fermare lo spreco di risorse pubbliche e la realizzazione di impianti dannosi per i territori: partecipa, sostieni, diffondi le iniziative e le mobilitazioni!
❗️A 365 dall'inaugurazione sappiamo però che la sostenibilità, presente e della legacy, è l'ultimo termine attribuibile all'evento: 5 miliardi e 720 milioni di euro di spesa pubblica, di cui 1 miliardo e 600 milioni per la realizzazione dei Giochi e altri 4 miliardi e 120 milioni per le opere connesse (il 68% assorbite da 45 opere stradali per un costo che supera i 2 miliardi e 816 milioni di euro totali). Dal Piano nazionale degli interventi 2022, si evince inoltre che l’87,6% delle opere previste sarà completata dopo il 2026; devastazioni ambientali senza precedenti nei "cluster" infrastrutturali (dal lariceto secolare di Cortina alla piana dell'Alute in Valtellina).
🏗 Il tessuto sociale di Milano e delle comunità montane subisce un'ulteriore disgregazione e impoverimento, a causa della privatizzazione della città pubblica (come l'ex scalo ferroviario meneghino di Porta Romana, dove sorgerà il Villaggio Olimpico e poi un nuovo studentato privato di lusso) e degli spazi liberi nelle Terre Alte (per costruire nuovi impianti di risalita con relativi bacini per innevamento artificiale) e di un libero mercato della casa sempre più drogato dagli affitti a breve termine al servizio di piattaforme delle locazioni turistiche come Airbnb, che già promette lauti affari per sé e i multiproprietari. Dello sport restano solamente le immagini del marketing per sostenere la macchina del consenso, non certo in città il diritto a servizi sportivi di base e territoriali.
🗣 🏔Un anno fa, dopo un percorso iniziato nel novembre 2022 con il convegno organizzato in Statale Giochi pericolosi: chi vince e chi perde, lanciavamo con il C.I.O. la manifestazione regionale a Milano Dalla montagna alla città, Olimpiadi insostenibili a 24 mesi dall'inizio dei Giochi: adesso torniamo a convocarci assieme a decine di altri comitati, movimenti e associazione nella mobilitazione nazionale La montagna non si arrende, lanciata sempre dal C.I.O. con A.P.E. Milano e che il 9 febbraio vedrà 14 iniziative questa volta in montagne, in molti teatri della nocività olimpica e non solo. Abbiamo una partita ancora tutta da giocare e su cui possiamo fare la differenza, soprattutto sulla eredità di alcune delle opere olimpiche, così come sul fermare lo spreco di risorse pubbliche e la realizzazione di impianti dannosi per i territori: partecipa, sostieni, diffondi le iniziative e le mobilitazioni!
Forwarded from Boccaccio Lovers 🏴☠
Campagna 170kperunfilm presenta
Domenica 23 febbraio 2025 @ PIANO TERRA (via Confalonieri 3, Milano) dalle ore 16.00
COLPO DI GRAZIA
170mila euro di risarcimento per diffamazione: l'incredibile storia del film di satira denunciato dall'ex sindaco di Monza
https://www.170kperunfilm.it/
Il 27 febbraio si terrà presso il Tribunale di Monza la seconda udienza del processo al film di satira "COLPO DI GRAZIA. La città di Teodolinda ha le ore contate".
In vista di questa data la campagna 170kperunfilm organizza un incontro informativo per conoscere l'assurda vicenda che vede imputati due tecnici informatici di diffamazione aggravata e una richiesta di risarcimento della cifra astronomica di 170.000 euro
Campagna 170kperunfilm presenta
ORE 16
Aggiornamenti sul processo in corso e presentazione della campagna 170kperunfilm
ORE 18
Proiezione spezzoni del film
ORE 19
Aperitivo a sostegno della campagna con “Omaggio a Svart Lada”, dj set a cura di SimonC
Domenica 23 febbraio 2025 @ PIANO TERRA (via Confalonieri 3, Milano) dalle ore 16.00
COLPO DI GRAZIA
170mila euro di risarcimento per diffamazione: l'incredibile storia del film di satira denunciato dall'ex sindaco di Monza
https://www.170kperunfilm.it/
Il 27 febbraio si terrà presso il Tribunale di Monza la seconda udienza del processo al film di satira "COLPO DI GRAZIA. La città di Teodolinda ha le ore contate".
In vista di questa data la campagna 170kperunfilm organizza un incontro informativo per conoscere l'assurda vicenda che vede imputati due tecnici informatici di diffamazione aggravata e una richiesta di risarcimento della cifra astronomica di 170.000 euro
Campagna 170kperunfilm presenta
ORE 16
Aggiornamenti sul processo in corso e presentazione della campagna 170kperunfilm
ORE 18
Proiezione spezzoni del film
ORE 19
Aperitivo a sostegno della campagna con “Omaggio a Svart Lada”, dj set a cura di SimonC
15 febbraio/ore 14:30/Largo Cairoli, Milano/Corteo per la libertà di Ocalan e tutt* le/i prigionier* politic* in Turchia e sostenere la rivoluzione in Siria del Nord-Est
Il 15 febbraio 2025 segnerà il 26° anniversario della cattura di Abdullah Öcalan, il leader storico del movimento curdo e figura centrale nella lotta per i diritti e l'autodeterminazione del popolo curdo. Dal 1999, Öcalan è detenuto in isolamento sull'isola-prigione di Imrali. La sua prigionia rappresenta un simbolo della più ampia repressione contro le rivendicazioni curde, ma anche della difficoltà della Turchia nell'affrontare una soluzione politica e pacifica a un conflitto che perdura da decenni.
La liberazione di Abdullah Öcalan non riguarda soltanto la giustizia per un uomo imprigionato in condizioni che violano il diritto internazionale e lo stesso sistema giuridico turco, ma costituisce anche un passo fondamentale per la costruzione di una pace duratura tra lo stato turco e il popolo curdo. Nel corso degli anni, Öcalan ha più volte espresso la sua disponibilità a negoziare e a promuovere la pace, avanzando proposte che prevedono il riconoscimento dei diritti dei curdi all'interno di una Turchia democratica e pluralista.
In tutto il paese, le pratiche utilizzate sull'isola di Imrali sono state estese per soffocare ogni forma di dissenso e di opposizione che veda nella soluzione politica della questione curda una possibile svolta verso una trasformazione democratica dell'intero Medio Oriente. Attraverso la prigionia di Abdullah Öcalan, lo Stato turco non solo cerca di isolarlo fisicamente come individuo, ma mira anche a soffocare i risultati democratici emersi dalle sue idee.
Il 28 dicembre scorso, una delegazione del Partito DEM, composta dai parlamentari Sırrı Süreyya Önder e Pervin Buldan, ha incontrato Abdullah Öcalan nell'isola-prigione di Imrali. Si trattava del primo incontro completo con Öcalan dopo nove anni, a seguito dei negoziati del 2015 tra lo stato turco e il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) interrotti da Erdogan. Questo incontro è stato preceduto da una visita familiare, avvenuta a ottobre, con il nipote Omer Öcalan.
Pur rappresentando un segnale positivo, considerando che Öcalan era stato sottoposto a un isolamento totale per quasi quattro anni, le condizioni della sua detenzione rimangono inaccettabili e continuano a costituire un ostacolo a un possibile nuovo processo di pace. Infatti, se i colloqui avviati a Imrali dovessero portare a una nuova fase negoziale, essi non sarebbero né equi né trasparenti se una delle parti fosse costretta a parteciparvi in condizioni di prigionia, senza la possibilità di comunicare liberamente con il proprio movimento politico e con il popolo curdo.
Le implicazioni di un nuovo processo di pace non si limitano ai confini turchi. Un possibile accordo potrebbe infatti rimuovere l'ostacolo maggiore per l'Amministrazione Autonoma della Siria del Nord-Est (Rojava) nella partecipazione alla costruzione di una nuova Siria, dopo la fine del regime di Assad. Le minacce, le pressioni e le operazioni militari turche, che attraverso i suoi mercenari ha già occupato vasti territori del Rojava, minacciano di distruggere la rivoluzione delle donne del Rojava e di sfollare i popoli che la portano avanti.
Il Confederalismo Democratico, proposto da Abdullah Öcalan, ha innescato un risveglio sociale in tutto il Kurdistan. I principi di uguaglianza di genere e la costruzione di una società democratica ed ecologica sono alla base di importanti processi di trasformazione, come quelli in atto in Rojava e nell'autogoverno ezida di Shengal.
Per queste ragioni invitiamo a partecipare alle manifestazioni che si terranno a Roma e Milano il 15 Febbraio 2025.
Ufficio d’informazione del Kurdistan in Italia
Rete Kurdistan Italia
Associazione Centro Socio-Culturale Ararat
Il 15 febbraio 2025 segnerà il 26° anniversario della cattura di Abdullah Öcalan, il leader storico del movimento curdo e figura centrale nella lotta per i diritti e l'autodeterminazione del popolo curdo. Dal 1999, Öcalan è detenuto in isolamento sull'isola-prigione di Imrali. La sua prigionia rappresenta un simbolo della più ampia repressione contro le rivendicazioni curde, ma anche della difficoltà della Turchia nell'affrontare una soluzione politica e pacifica a un conflitto che perdura da decenni.
La liberazione di Abdullah Öcalan non riguarda soltanto la giustizia per un uomo imprigionato in condizioni che violano il diritto internazionale e lo stesso sistema giuridico turco, ma costituisce anche un passo fondamentale per la costruzione di una pace duratura tra lo stato turco e il popolo curdo. Nel corso degli anni, Öcalan ha più volte espresso la sua disponibilità a negoziare e a promuovere la pace, avanzando proposte che prevedono il riconoscimento dei diritti dei curdi all'interno di una Turchia democratica e pluralista.
In tutto il paese, le pratiche utilizzate sull'isola di Imrali sono state estese per soffocare ogni forma di dissenso e di opposizione che veda nella soluzione politica della questione curda una possibile svolta verso una trasformazione democratica dell'intero Medio Oriente. Attraverso la prigionia di Abdullah Öcalan, lo Stato turco non solo cerca di isolarlo fisicamente come individuo, ma mira anche a soffocare i risultati democratici emersi dalle sue idee.
Il 28 dicembre scorso, una delegazione del Partito DEM, composta dai parlamentari Sırrı Süreyya Önder e Pervin Buldan, ha incontrato Abdullah Öcalan nell'isola-prigione di Imrali. Si trattava del primo incontro completo con Öcalan dopo nove anni, a seguito dei negoziati del 2015 tra lo stato turco e il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) interrotti da Erdogan. Questo incontro è stato preceduto da una visita familiare, avvenuta a ottobre, con il nipote Omer Öcalan.
Pur rappresentando un segnale positivo, considerando che Öcalan era stato sottoposto a un isolamento totale per quasi quattro anni, le condizioni della sua detenzione rimangono inaccettabili e continuano a costituire un ostacolo a un possibile nuovo processo di pace. Infatti, se i colloqui avviati a Imrali dovessero portare a una nuova fase negoziale, essi non sarebbero né equi né trasparenti se una delle parti fosse costretta a parteciparvi in condizioni di prigionia, senza la possibilità di comunicare liberamente con il proprio movimento politico e con il popolo curdo.
Le implicazioni di un nuovo processo di pace non si limitano ai confini turchi. Un possibile accordo potrebbe infatti rimuovere l'ostacolo maggiore per l'Amministrazione Autonoma della Siria del Nord-Est (Rojava) nella partecipazione alla costruzione di una nuova Siria, dopo la fine del regime di Assad. Le minacce, le pressioni e le operazioni militari turche, che attraverso i suoi mercenari ha già occupato vasti territori del Rojava, minacciano di distruggere la rivoluzione delle donne del Rojava e di sfollare i popoli che la portano avanti.
Il Confederalismo Democratico, proposto da Abdullah Öcalan, ha innescato un risveglio sociale in tutto il Kurdistan. I principi di uguaglianza di genere e la costruzione di una società democratica ed ecologica sono alla base di importanti processi di trasformazione, come quelli in atto in Rojava e nell'autogoverno ezida di Shengal.
Per queste ragioni invitiamo a partecipare alle manifestazioni che si terranno a Roma e Milano il 15 Febbraio 2025.
Ufficio d’informazione del Kurdistan in Italia
Rete Kurdistan Italia
Associazione Centro Socio-Culturale Ararat
🏛 Esternalizzazioni e salari da fame: con la Cultura non si mangia!
👁 Leggi il contributo completo 👉 https://www.offtopiclab.org/esternalizzazioni-e-salari-da-fame-con-la-cultura-non-si-mangia/
💬 [...Viviamo in un Sistema-Paese che fa della “cultura” e dello “spettacolo” i pilastri di un’economia sempre più basata sulla monocoltura turistica rapace e parassitaria (da parte di alcuni ceti proprietari e imprenditoriali sulle spalle di comunità e lavorator*); la cornice ideologica esalta, in maniera bipartisan e con una buona dose di abuso pubblico della Storia e del passato, la “italianità” in tutte le sue declinazioni (cucina, beni culturali, musica, paesaggio, arte) come brand economico e valore politico. La stessa Milano, entrata nel circuito turistico nazionale da Expo 2015, fonda la sua attrattività sull’essere divenuta una città-evento. Il paradosso, solo apparente come ci ha insegnato un quarantennio abbondante di neoliberismo straccione, è che chi sostiene tutto questo sulle proprie spalle (assieme ai settori dell’indotto e collegati, dalla ristorazione ai tecnici, passando per operai* della logistica e dei trasporti, sino al volontariato studentesco e associativo) non può vivere del proprio lavoro; e secondo la retorica neoliberale è trattato come un “imprenditore di sé stesso”, per scaricare i costi sul singolo invece che sui datori di lavori (pubblici e privati) che usufruiscono del valore da questi prodotto. Un altro tassello da scardinare, a partire dalla Milano “locomotiva d’Italia”.]
👁 Leggi il contributo completo 👉 https://www.offtopiclab.org/esternalizzazioni-e-salari-da-fame-con-la-cultura-non-si-mangia/
💬 [...Viviamo in un Sistema-Paese che fa della “cultura” e dello “spettacolo” i pilastri di un’economia sempre più basata sulla monocoltura turistica rapace e parassitaria (da parte di alcuni ceti proprietari e imprenditoriali sulle spalle di comunità e lavorator*); la cornice ideologica esalta, in maniera bipartisan e con una buona dose di abuso pubblico della Storia e del passato, la “italianità” in tutte le sue declinazioni (cucina, beni culturali, musica, paesaggio, arte) come brand economico e valore politico. La stessa Milano, entrata nel circuito turistico nazionale da Expo 2015, fonda la sua attrattività sull’essere divenuta una città-evento. Il paradosso, solo apparente come ci ha insegnato un quarantennio abbondante di neoliberismo straccione, è che chi sostiene tutto questo sulle proprie spalle (assieme ai settori dell’indotto e collegati, dalla ristorazione ai tecnici, passando per operai* della logistica e dei trasporti, sino al volontariato studentesco e associativo) non può vivere del proprio lavoro; e secondo la retorica neoliberale è trattato come un “imprenditore di sé stesso”, per scaricare i costi sul singolo invece che sui datori di lavori (pubblici e privati) che usufruiscono del valore da questi prodotto. Un altro tassello da scardinare, a partire dalla Milano “locomotiva d’Italia”.]