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Lo vedevo più come una latrina, ma anche "sputacchiera" non è male.
Comunque nell'intervista, per una volta in vita sua, dice cose interessanti.

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Le interferenze buone
Di Marco Travaglio

La democrazia 2.0 avanza così spedita che non si riesce a starle dietro. Sugli house organ dei famosi “valori occidentali” sono in corso i baccanali per il trionfo di quella motosega di Javier Milei in Argentina. E a sinistra ci si interroga pensosi su come sia possibile che un Paese fallito e rifallito preferisca uno che fa danni da 2 anni ai peronisti che ne fanno da 80. Manca solo il frescone di turno a spiegarci che “si vince al centro”, ma prima o poi arriva. Mentre sono tutti impegnati in polemicuzze da ballatoio sul tasso di liberismo, riformismo e sovranismo di un presidente salvato da uno Stato estero con fondi pubblici, nessuno si occupa della probabile concausa del successo di Milei: il fattore Usa. Un mese fa Milei perde le Amministrative e pare spacciato. Ma Trump gli allunga un assegno di 20 miliardi, lo riceve alla Casa Bianca e ne promette altri 40, ma a una condizione: che le Legislative di medio termine le vinca largamente Milei. Gli argentini imparano la lezione e votano bene.

Provate a immaginare se a comprare i loro voti con una rata prima delle urne e una dopo (come le due scarpe di Achille Lauro) non fosse stato Trump, ma Putin. I nostri atlantisti strillerebbero al voto truccato, agli hacker russi, al complotto putiniano, alla guerra ibrida. Avvisterebbero droni prêt-à-porter dalle parti di Buenos Aires. E chiederebbero ai governi occidentali di non riconoscere le elezioni per farle annullare. Cosa che alle Von der Leyen e alle Kallas non c’è bisogno di chiederla: procedono di default ogni volta che vince il candidato sbagliato. Come in Ucraina nel 2004 e nel 2014, poi in Georgia, Romania (lì, non contenti di annullare le elezioni vinte da Georgescu, hanno pure arrestato il vincitore), in Cechia e Slovacchia. Voi direte: ma da noi non si usa promettere soldi a un Paese in difficoltà se vince Tizio o Caio. Magari: è appena accaduto in Moldova. Un mese fa l’Ue teme che la coalizione della presidente filo-Ue Maia Sandu perda le elezioni per le solite interferenze di Putin. Per non interferire, Macron, Merz, Tusk e Zelensky si uniscono alla Sandu per ammonire i moldavi a votare come dice lei perché “un governo amico di Mosca sarebbe un trampolino di lancio per attacchi ibridi contro l’Ue”. E, sempre per non interferire, la commissaria Ue Marta Kos intima ai moldavi di “scegliere fra democrazia e regime”: se voteranno male, perderanno gli “investimenti dell’Ue” che “sta dando un sostegno senza precedenti alla democrazia”. Intanto la “democrazia” moldava mette fuorilegge due partiti di opposizione perché “filorussi” (cosa piuttosto strana in un Paese pieno di russi della Transnistria). Alla fine, sorpresona: rivincono gli europeisti, i fondi Ue continuano ad arrivare, la democrazia è salva.

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Forwarded from Russian Tour
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❗️Trump ha ordinato al Pentagono di iniziare immediatamente i test sulle armi nucleari.

Il presidente degli Stati Uniti ha dichiarato che in seguito comunicherà il tempo e il luogo dei test sulle armi nucleari, sottolineando che li ritiene appropriati.

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La caricaturizzazione serve a far sì che vista la persona, non se ne ascoltino più le parole.
È accaduto con me, si ripete con chiunque dica cose importanti, controcorrente, che non devono in nessun caso essere ascoltate.
Quello che dice l'Albanese è preciso, sacrosanto ed è il nocciolo del problema. Per giunta detto da persona con incarichi istituzionali.
Un pericolo letale per la propaganda sionista.

A Dimartedì hanno chiesto a Francesca Albanese di commentare i nuovi bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza.
E ancora una volta, la relatrice ONU per i Territori palestinesi ha detto le cose come stanno: “Lo dico senza sosta dal 14 ottobre 2023: Israele non vuole interlocutori palestinesi di alcun tipo e questo è il punto.
Non ho creduto neanche per un momento che si sarebbe arrivati a un vero cessate il fuoco, tantomeno a un accordo di pace, visti quali erano i presupposti ed è per questo che insisto.
Il quadro normativo che utilizziamo ormai in tanti, anche la Commissione d'inchiesta delle Nazioni Unite su Israele, concludono tutti che si tratta di genocidio, che è quello che permette di capire che l'intento è quello di distruggere un popolo in quanto tale.
Perché?
Per prendersi la terra.
Quindi si è visto finalmente, come sostenevamo in tanti da tanto tempo, che gli ostaggi non c'entravano nulla e che bisogna fermare Israele. Questo è l'unico modo per arrestare la carneficina.
Guardate, io vi sto parlando da Sudafrica. Il Sudafrica segregava la gente, poi la lasciava un po' scannarsi tra di loro e quando uscivano fuori si trovavano schiacciati dall'apartheid.
Israele mantiene nei confronti dei palestinesi un regime di apartheid, se non riusciamo a capire che questo è il quadro fattuale e legale di riferimento, non avremo mai nulla da offrire a questa gente e continueremo a parlargli addosso.
Il grosso problema che noi non vogliamo capire è che gli Stati Uniti non sono questo fedele alleato che continuiamo a credere. A meno che non vogliamo continuare a vivere da vassalli”.

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I 2-3 anni di Zelensky spiegati in soldi
di Marco Palombi

Martedì è stata una giornata piena di notizie interessanti sull’Ucraina. Non parliamo del fronte militare, ma di quello, altrettanto decisivo, finanziario: le guerre, si sa, costano. Il presidente Volodymyr Zelensky ha spiegato di aver “ribadito a tutti i leader europei che non combatteremo per decenni, ma che dovete dimostrare che per un certo periodo sarete in grado di fornire un sostegno finanziario stabile all’Ucraina (…) Hanno in mente questo programma: 2-3 anni”. All’Ue toccherebbe dunque – defilatisi gli Usa e vicino all’esaurimento il programma del Fmi – pagare il conto per “2-3 anni”: scelta politica legittima, qualcuno può considerarla anche doverosa, ma che andrebbe comunque spiegata all’opinione pubblica in termini comprensibili. Ecco, qui proviamo a farlo in soldi: all’ingrosso significa pagare circa 100 miliardi di dollari all’anno, 85 miliardi di euro al cambio attuale, 255 in tre anni (l’Italia, nel caso, dovrebbe sborsarne una trentina). Il conto è facile: come ha spiegato lo stesso governo di Kiev nel suo bilancio, servono dai donatori esteri circa 60 miliardi di dollari tra soldi e forniture per continuare a combattere e quasi 40 per il normale deficit di bilancio (dati Fmi). Per questo si fa un gran parlare dei 140-180 miliardi di dollari di asset russi congelati nella piattaforma belga Euroclear: coprono un paio d’anni del “programma”. Solo che, pur congelati, sono soldi russi e darli all’Ucraina non è così scontato dal punto di vista legale. Di fronte alle resistenze di alcuni, Bce e Belgio su tutti, questo ha detto l’Ue ai governi secondo un pezzo di Politico di martedì: “Se non volete sequestrare i soldi della Russia, aprite i portafogli”. Ora la discussione è: usiamo i soldi russi, ma garantiti pro quota dai singoli Stati, che non paiono felici della cosa, anche perché quelle garanzie finirebbero nel debito pubblico a fare a cazzotti coi vincoli di bilancio Ue (sic). Un inghippo che i governi dovrebbero spiegare ai loro cittadini. Il nostro, certo, farebbe una fatica ulteriore visto che il ministro della Difesa, sempre martedì, ha detto che “riconquistare i territori perduti è considerato da tutti impossibile: la Russia non li cederà mai e l’Ucraina non avrà la forza per riconquistarli”. Ma allora qual è l’obiettivo di questi “2-3 anni”?

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Forwarded from Giubbe Rosse
🇧🇷 MASSACRO DI RIO: UN ATTACCO A LULA E NON AL NARCOTRAFFICO
Probabilmente la migliore analisi che ci è capitato di leggere sulla mega operazione condotta due giorni fa dalla polizia dello Stato di Rio de Janeiro, che ha causato la morte di 121 persone, di cui 117 sospetti trafficanti e 4 agenti di polizia. Le incursioni della polizia generano terrore e vittime, senza però intaccare le strutture economiche delle fazioni criminali, basate su rendite territoriali come estorsioni e servizi essenziali, più che sul traffico di droga. Sullo sfondo dell’operazione vi è in primo luogo uno scontro politico: quello tra il governo federale guidato da Lula, che non ha chiesto l’intervento, e il governatore Cláudio Castro, esponente bolsonarista e fautore di una dottrina muscolare.

di Francesco Guerra

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ISRAELE: L'ANNESSIONE NEANCHE TROPPO NASCOSTA DELLA CISGIORDANIA

“In Cisgiordania, nessuno ha sentito parlare del cessate il fuoco a Gaza: né l’esercito, né i coloni, né l’Amministrazione Civile e, naturalmente, nemmeno i 3 milioni di palestinesi che vivono sotto la loro tirannia. Non percepiscono minimamente la fine della guerra”. Questo l’incipit di un articolo di Gideon Levy su Haaretz, del quale riportiamo ampi brani.

“Da Jenin a Hebron, non si intravede alcun cessate il fuoco. Da due anni in Cisgiordania regna il terrore, con la copertura della guerra nella Striscia, che funge da pretesto discutibile e da cortina fumogena, e non c’è segno che stia per finire”.

“Tutti i decreti draconiani imposti ai palestinesi il 7 ottobre rimangono in vigore; alcuni sono stati inaspriti. La violenza dei coloni prosegue, così come il coinvolgimento dell’esercito e della polizia nelle incursioni. A Gaza si registra un calo delle vittime e degli sfollati, ma in Cisgiordania tutto continua come se non ci fosse nessun cessate il fuoco”.

E mentre Trump proclama che la Cisgiordania non sarà mai annessa, “alle sue spalle Israele sta facendo tutto il possibile in Cisgiordania per distruggere, espropriare, abusare e impedire ogni possibilità di vita”.

“A volte sembra che il capo del Comando Centrale delle IDF, Avi Bluth, essendo leale e obbediente al suo superiore – il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich […] – stia conducendo un esperimento umano, insieme ai coloni e alla polizia: vediamo quanto possiamo tormentarli prima che esplodano”.

“La speranza che la loro sete di violenza si placasse insieme agli scontri di Gaza è stata infranta. La guerra nella Striscia era solo una scusa…

https://www.piccolenote.it/mondo/israele-lannessione-neanche-troppo-nascosta-della-cisgiordania

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Forwarded from SilvioDallaTorre (Silvio Dalla Torre)
L'equidistanza, quando è in corso un'aggressione imperialista, è politicamente sbagliata e ipocrita sul piano morale. Questo atteggiamento, che io stesso ho avuto per un lungo periodo, porta ad essere contro il bombardamento di Belgrado ma anche contro Milosevic, contro l'invasione dell'Afganistan ma anche contro i Talebani, contro l'attacco all'Iraq ma anche contro Saddam, contro lo scempio della Libia ma anche contro Gheddafi, contro Israele ma anche contro gli Ayatollah iraniani, contro Nethaniau ma anche contro Hamas, contro Zelenski ma anche contro Putin, contro Trump ma anche contro Maduro. Questo "ma anche" apre la strada ad ogni opportunismo e all'accettazione dei crimini più mostruosi, i quali vengono, in ultima analisi, derubricati ad errori nati da buone intenzioni. In fondo, ad essere attaccati erano dei malvagi dittatori o dei movimenti politico/religiosi retrogradi che si meritavano quello che hanno subito.
Per quanto mi riguarda, penso che Gheddafi, Saddan, Putin, Maduro, i telebani, Hamas ecc. possano, naturalmente , essere criticati. Ci sono mille ragioni per farlo. Questo, però, deve avvenire prima che l'aggressione imperialista abbia inizio. Quando essa è in corso bisogna prendere atto che il popolo sotto attacco ha trovato delle guide che, per quanto siano lontane da noi, rappresentano in quel momento la dignità della nazione in lotta.
In base al criterio del "ma anche" avremmo in passato condannato Lumumba, in quanto estremista, Ho chi Min, in quanto stalinista, il Negus Hailè Selassiè, in quanto sovrano feudale, dando così il nostro indiretto sostegno al colonialismo belga, francese ed italiano. Anche riguardo alle violenze che vengono attribuite a questi personaggi bisogna dire una parola di verità. A parte il fatto che esse sono generalmente amplificate a dismisura da un sistema mediatico specializzato nel mentire, tutti gli eccessi commessi dall'aggredito (e sicuramente ce ne sono, perchè la guerra scatena le pulsioni peggiori dell'uomo e aver ragione non esime dal commettere atti indegni) devono essere ascritti, mentre il conflitto è in corso, alla responsabilità morale dell'aggressore, vale a dire all' imperialismo occidentale. Solo se e quando la minaccia sarà stata schivata si potrà riflettere ed eventualmente condannare gli errori, gli eccessi, i crimini di chi si è difeso. Prima di quel momento, no.
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Peccato che la "sputacchiera" abbia abbandonato i social, ci tenevo al suo parere illuminato.

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Separazione carriere, via libera definitivo alla riforma costituzionale

Il voto è il quarto e ultimo passaggio parlamentare, come previsto dalla Costituzione. Dopo la “doppia lettura conforme” delle due Camere, non essendo stata raggiunta la maggioranza dei due terzi, ci sarà un referendum confermativo che dovrebbe svolgersi nella primavera del 2026. E che le stesse forze di maggioranza hanno annunciato oggi in Aula.

Da Wikipedia: Il piano di rinascita democratica è considerato una parte essenziale del programma della loggia massonica P2, per quanto non sia stato rinvenuto negli archivi della loggia bensì in quello del suo fondatore Licio Gelli.

I suoi obiettivi essenziali consistevano in una serie di riforme e modifiche costituzionali.

Alcuni punti del piano sono stati completamente attuati mentre altri solo a livello parziale, nel campo istituzionale, di assetto economico nel mondo imprenditoriale e soprattutto nei mass media. Altri sono stati riproposti dalle forze politiche, anche di tendenza opposta. I principali punti furono:

Alcuni punti del piano sono stati completamente attuati mentre altri solo a livello parziale, nel campo istituzionale, di assetto economico nel mondo imprenditoriale e soprattutto nei mass media. Altri sono stati riproposti dalle forze politiche, anche di tendenza opposta. I principali punti furono:

La nascita di due partiti: "l'uno, sulla sinistra (a cavallo fra PSI-PSDI-PRI-Liberali di sinistra e DC di sinistra), e l'altra sulla destra (a cavallo fra DC conservatori, liberali e democratici della Destra Nazionale)."
Un progetto di controllo o di lobbismo sui mass media. Il piano prevedeva il controllo - tramite acquisizione di quote e fondazione di nuove testate - di quotidiani e la liberalizzazione delle emittenti televisive (all'epoca permesse solo a livello regionale); nonché l'abolizione del monopolio della RAI e la sua privatizzazione. L'abolizione del monopolio RAI era avvenuto prima della scoperta della loggia, con la sentenza della Corte Costituzionale del luglio 1974 che liberalizzava le trasmissioni televisive via cavo.
Superamento del bicameralismo perfetto attraverso una "ripartizione di fatto di competenze fra le due Camere (funzione politica alla Camera dei deputati e funzione economica al Senato della Repubblica)".
Riforma della magistratura: separazione delle carriere di P.M. e magistrato giudicante, responsabilità del CSM nei confronti del parlamento, da operare mediante leggi costituzionali (punto I, IV e V degli obiettivi a medio e lungo termine - vedi infra).
Riduzione del numero dei parlamentari.

"Ho una vecchiaia serena. Tutte le mattine parlo con le voci della mia coscienza, ed è un dialogo che mi quieta. Guardo il Paese, leggo i giornali e penso: ecco qua che tutto si realizza poco a poco, pezzo a pezzo. Forse sì, dovrei avere i diritti d'autore. La giustizia, la TV, l'ordine pubblico. Ho SCRITTO tutto trent'anni fa".

Licio Gelli

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Bell'articolo per capire chi muove i fili delle marionette politiche, dal livello superiore.

I tecnocrati d’Europa boicottano i negoziati
di Francesco Sylos Labini

Secondo il ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjártó, i suoi omologhi europei “si trovano in uno stato di psicosi militarista (…) e l’Unione europea non sembra interessata alla possibilità che il vertice di pace di Budapest, proposto da Trump e Putin, possa effettivamente portare alla pace. A giudicare dai discorsi di oggi – ha aggiunto – devo concludere che un numero significativo di politici europei farà di tutto, persino l’impossibile, per impedire che questo vertice si svolga fin dall’inizio”. Siamo così giunti a una situazione paradossale: i leader europei non si oppongono a un piano di pace concreto, ma addirittura all’idea stessa che i presidenti delle due principali superpotenze nucleari possano incontrarsi per cercare una via di dialogo.

Eppure, non è sempre stato così. Nella lunga e complessa sequenza di eventi che ha condotto all’invasione illegale – ma in larga misura provocata – da parte della Russia, uno snodo cruciale fu il vertice Nato di Budapest del 2008. In quell’occasione, l’amministrazione americana guidata da George W. Bush spinse affinché all’Ucraina e alla Georgia fosse offerta una prospettiva concreta di adesione alla Nato. Angela Merkel adottò allora una linea più prudente, intuendo che quella promessa, dal punto di vista di Putin, equivaleva a una vera e propria “dichiarazione di guerra”. Anche Nicolas Sarkozy manifestò estrema cautela rispetto a quella decisione. Oggi i ruoli sembrano essersi invertiti: mentre da Washington arrivano segnali – deboli ma reali – di apertura al dialogo, sono le cancellerie europee a ostacolare ogni tentativo. Perché? Cosa è cambiato?

Dagli anni Novanta, l’economia europea ha subito un processo di profonda trasformazione: da sistema produttivo basato sulla manifattura e sui beni reali, si è evoluta in un’economia dominata dalla finanza, in particolare americana e britannica. Questa finanziarizzazione ha investito anche la politica, che si è allineata agli interessi del sistema finanziario, fino a esserne direttamente influenzata. José Manuel Barroso, presidente della Commissione europea nel 2014, è oggi presidente non esecutivo e consulente di Goldman Sachs. Mario Draghi è stato vicepresidente di Goldman Sachs Europe, Emmanuel Macron ha iniziato la sua carriera nella banca d’affari Rothschild. Friedrich Merz, cancelliere tedesco, è stato presidente del consiglio di sorveglianza di BlackRock Germany.

Questi sono alcuni dei volti dell’élite tecnocratica che starebbe operando nell’interesse pubblico. Come sia stato possibile che tale narrazione si sia radicata così profondamente nell’opinione pubblica è questione complessa. Ma è certo che abbiano pesato il progressivo indebolimento della libertà di stampa e la crisi profonda della scuola e dell’università. Basti pensare, senza che l’Italia rappresenti un’eccezione, alla diffusione nel linguaggio educativo dei concetti di “debito” e “credito formativo”, ormai presenti fin dalla scuola media.

Le continue riforme del sistema educativo sono affidate ai “tecnici” di Bankitalia, che ne plasmano ogni aspetto in funzione delle esigenze del sistema economico dominante – ovvero quello finanziario. La finanza, dunque, non si limita a condizionare le scelte economiche: seleziona direttamente i protagonisti della politica, determinandone orientamenti e priorità e plasma l’orientamento dell’intera società.

Si prenda ancora BlackRock: oltre a investire nel debito pubblico italiano acquistando titoli di Stato, è anche tra i principali azionisti di aziende strategiche come Eni, Enel e Intesa Sanpaolo. Come può un primo ministro ignorare gli interessi di una delle tre principali società finanziarie al mondo? Non è un caso se Giorgia Meloni, eletta in opposizione a Mario Draghi, abbia finito per replicarne – o addirittura superarne – le politiche...

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Forwarded from Giubbe Rosse
TUCKER CARLSON: "GLI USA STANNO ENTRANDO IN GUERRA CONTRO IL VENEZUELA"
Tucker Carlson su X: “La prospettiva di un cambio di regime in Venezuela è come il Viagra per Lindsey Graham. Purtroppo, non impedirà una sola morte per fentanyl".

Video sottotitolato: https://open.substack.com/pub/giubberosse/p/tucker-carlson-gli-usa-stanno-entrando

Fonte e video integrale: Tucker Carlson, X

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PROPAGANDA E GOVERNO INVISIBILE

“Noi siamo governati, le nostre menti vengono plasmate, i nostri gusti vengono formati, le nostre idee sono quasi totalmente influenzate da uomini di cui non abbiamo mai nemmeno sentito parlare. Questo è il logico risultato del modo in cui la nostra società democratica è organizzata. Un vasto numero di esseri umani deve cooperare in questa maniera se si vuole vivere insieme come società che funziona in modo tranquillo. In quasi tutte le azioni della nostra vita, sia in ambito politico o negli affari o nella nostra condotta sociale o nel nostro pensiero morale, siamo dominati da un relativamente piccolo numero di persone che comprendono i processi mentali e i modelli di comportamento delle masse. Sono loro che tirano i fili che controllano la mente delle persone.”

"La  manipolazione consapevole e intelligente, delle opinioni e delle abitudini delle masse svolge un ruolo importante in una società democratica, coloro i quali padroneggiano questo dispositivo sociale  costituiscono un potere invisibile che dirige veramente il paese.”

Queste  parole sono contenute nell’opera fondamentale di Edward Louis Bernays, uno dei primi spin doctor della storia (Ho scritto la prefazione nell’ultima edizione per Ibex)

Da chi è costituito questo governo invisibile?
Non lo vediamo, ma come avviene per il Bosone di Higgs, sappiamo per certo della sua esistenza dal comportamento delle particelle circostanti.

Scrive Francesco Sylos Labini sul Fatto quotidiano “Dagli anni Novanta, l’economia europea ha subito un processo di profonda trasformazione: da sistema produttivo basato sulla manifattura e sui beni reali, si è evoluta in un’economia dominata dalla finanza, in particolare americana e britannica. Questa finanziarizzazione ha investito anche la politica, che si è allineata agli interessi del sistema finanziario, fino a esserne direttamente influenzata. José Manuel Barroso, presidente della Commissione europea nel 2014, è oggi presidente non esecutivo e consulente di Goldman Sachs. Mario Draghi è stato vicepresidente di Goldman Sachs Europe, Emmanuel Macron ha iniziato la sua carriera nella banca d’affari Rothschild. Friedrich Merz, cancelliere tedesco, è stato presidente del consiglio di sorveglianza di BlackRock Germany.

Questi sono alcuni dei volti dell’élite tecnocratica che starebbe operando nell’interesse pubblico. Come sia stato possibile che tale narrazione si sia radicata così profondamente nell’opinione pubblica è questione complessa. Ma è certo che abbiano pesato il progressivo indebolimento della libertà di stampa e la crisi profonda della scuola e dell’università.

Manca un elemento, ovvero la propaganda, quella utilizzata dagli spin doctor per conto del “governo invisibile”.

Cos’è uno spin doctor?

Ce lo spiega Marcello Foa ne “Gli stregoni della notizia”: “un autentico  ‘stregone’ della notizia, interpreta la comunicazione ‘come un insieme  di tecniche unilaterali per l’indottrinamento del pubblico’, spesso  ‘senza preoccuparsi del bene e dell’interesse generale’. Ritiene che il  suo compito […] sia di ‘massaggiare il messaggio’, ovvero di estrarre il  meglio da qualsiasi situazione, fornendo ‘una versione aggiustata’ di  un evento” (p.14).

Una delle tecniche utilizzate per  manipolare con successo il pubblico è quella del cosiddetto “frame della notizia”. È ciò che i filosofi chiamano “visione del mondo” e che Wittgenstein ha definito “occhiali cognitivi”. Ecco, la  grande “magia” degli stregoni della notizia consiste proprio nella capacita di cambiare la nostra cornice di riferimento,  fino a convincerci che ciò che ci renderà schiavi sarà, invece, la nostra salvezza.

Facciamo degli esempi: il siero è efficace e sicuro, Hamas è una organizzazione terroristica, Putin è il nuovo Hitler, Maduro è un narcotrafficante, Israele è l’unica democrazia del Medio Oriente, la Palestina è la Terra Promessa per gli Ebrei.

Una produzione Byoblu

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Glenn Greenwald su X segnala un caso curioso:
"La principale persona che cura la censura di Meta per Israele e per il sionismo si vanta orgogliosamente di tutte le opinioni politiche che è riuscita a far bandire da Facebook e Instagram.
La censura a favore di Israele è facilmente una delle minacce più gravi alla libertà di espressione in Occidente. Ti invito a guardare questo video di Jordana Cutler, 'Direttrice delle scelte politiche pubbliche per Israele e la diaspora ebraica' per conto di Meta.
La principale censora di Meta per Israele e il sionismo si chiama Jordana Cutler. Apparentemente americana, si è trasferita in Israele e ha trascorso la sua vita adulta lavorando per il governo israeliano.
Oggi censura Facebook e Instagram per conto del suo Paese (Israele)."
In questione non è l’identità ebraica in sé, ma la contraddizione politica e comunicativa di un colosso tecnologico che affida la “libertà di parola” a chi proviene da un apparato statale con forti interessi di propaganda.

Pino Cabras

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Forwarded from InsideOver
A partire dalla notte del 31 ottobre Israele ha iniziato a lanciare una serie di bombardamenti e demolizioni di complessi abitativi a Khan Younis, nella Striscia di Gaza meridionale.

Secondo Al Jazeera, l’artiglieria e i caccia israeliani stanno colpendo le aree orientali della città. Le esplosioni e i colpi pesanti continuano a scuotere Khan Younis, lasciando dietro di sé edifici distrutti.

Nelle stesse ore le imbarcazioni della marina israeliana hanno aperto il fuoco e lanciato granate al largo della costa di Gaza City.

Dopo i bombardamenti di lunedì 27 ottobre che hanno ucciso oltre 100 persone, tra cui almeno 46 bambini, Israele ha dichiarato di essere tornato al cessate il fuoco due giorni fa.

Ma gli attacchi non si sono fermati.

Gli abitanti di Gaza hanno raccontato ad Al Jazeera di temere un ritorno ai bombardamenti su vasta scala, simili a quelli precedenti alla tregua annunciata.
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Forwarded from InsideOver
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Uomini ucraini ricorrono alle armi contro la mobilitazione forzata

Oggi a Kremenchuk, Oblast' di Poltava, un uomo ha sparato a due funzionari del TRC, ferendoli gravemente. Entrambi sono stati ricoverati. L'episodio segnala l'escalation della resistenza alla coscrizione coercitiva in tutto il Paese.
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Forwarded from InsideOver
Il direttore dell’Fbi Kash Patel ha bloccato le indagini dell'unità antiterrorismo su un possibile coinvolgimento straniero nell’omicidio dell’influencer conservatore, Charlie Kirk, ucciso durante un comizio in un campus universitario il 10 settembre.

Come riportato dal New York Times, il capo del National Counterterrorism Center ha esaminato i fascicoli dell'FBI nelle ultime settimane per verificare se l'uomo accusato dell'assassinio di Charlie Kirk, Tyler Robinson, avesse ricevuto il sostegno di qualcun altro, una potenza straniera o un'altra entità.

Sebbene il New York Times non citi esplicitamente la presunta potenza straniera coinvolta nell’omicidio di Charlie Kirk, è plausibile ipotizzare che si tratti di Israele.

https://it.insideover.com/media-e-potere/una-potenza-straniera-coinvolta-scontro-tra-fbi-e-antiterrorismo-sullomicidio-di-charlie-kirk.html

#usa #israel #charliekirk
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2025/10/31 11:58:47
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